Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Una nuova arma contro l'ictus e, forse, l'Alzheimer

Uno dei più grandi obiettivi della medicina rigenerativa è sviluppare nuovi trattamenti per l'ictus e per le neurodegenerazioni, come l'Alzheimer.


Finora, la ricerca sulle cellule staminali per l'ictus si è concentrata sullo sviluppo di neuroni terapeutici (le fonti primarie di impulsi elettrici nel cervello) per riparare il tessuto danneggiato quando un coagulo di sangue o una rottura in un vaso limitano l'ossigeno al cervello.


Una nuova ricerca della University of California di Davis tuttavia mostra che altre cellule possono essere più adatte allo scopo. Pubblicato ieri sulla rivista Nature Communications, questo grande studio collaborativo ha scoperto che gli astrociti (cellule nervose che trasportano sostanze nutritive essenziali e costituiscono la barriera emato-encefalica) sono in grado di proteggere il tessuto cerebrale e di ridurre la disabilità a causa dell'ictus e di altri disturbi cerebrali ischemici.


"Gli astrociti sono spesso considerati solo cellule della 'pulizia' a causa del loro ruolo di sostegno ai neuroni, ma sono in realtà molto più sofisticati", ha detto Wenbin Deng, professore associato di medicina biochimica e molecolare alla UC Davis e autore senior dello studio. "Essi sono fondamentali per diverse funzioni cerebrali e si ritiene che proteggano i neuroni da infortuni e morte. Non sono cellule eccitabili, come i neuroni, e sono più facili da controllare. Volevamo esplorare il loro potenziale nel trattamento di disturbi neurologici, a cominciare dall'ictus". Deng ha aggiunto che il potenziale terapeutico degli astrociti non è stato studiato in questo contesto, dal momento che è impegnativo produrli con il livello di purezza necessario per le terapie con cellule staminali. Inoltre, non erano stati ben capiti finora i tipi specifici di astrociti connessi alla protezione e alla riparazione di lesioni cerebrali.


Il team ha iniziato usando un fattore di trascrizione (una proteina che attiva i geni), chiamato Olig2, per differenziare le cellule staminali embrionali umane in astrociti. Questo approccio ha generato un tipo ancora sconosciuto di astrociti chiamato Olig2PC-Astros. Ancora più importante, ha prodotto quegli astrociti con quasi il 100 per cento di purezza.


I ricercatori hanno poi confrontato gli effetti dell'Olig2PC-Astros, di un altro tipo di astrociti chiamato NPC-Astros e di nessun trattamento, su tre gruppi di ratti con lesioni ischemiche cerebrali. I topi ai quali erano stati trapiantati gli Olig2PC-Astros hanno sperimentato una migliore neuroprotezione, insieme a più elevati livelli di fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF), una proteina associata alla crescita e alla sopravvivenza dei nervi. I topi trapiantati con NPC-Astros, o che non hanno ricevuto il trattamento, hanno mostrato livelli molto più elevati di perdita neuronale.


Per determinare se gli astrociti impattano sul comportamento, i ricercatori hanno usato un labirinto d'acqua per misurare l'apprendimento e la memoria dei ratti. Nel labirinto i ratti dovevano usare la memoria, piuttosto che la visione, per raggiungere la destinazione. Nel test effettuato 14 giorni dopo il trapianto, i topi trattati con Olig2PC-Astros hanno navigato nel labirinto in un tempo molto minore rispetto ai ratti che avevano ricevuto NPC-Astros o nessun trattamento.


Con esperimenti di coltura cellulare si è cercato di determinare se gli astrociti possono proteggere i neuroni dallo stress ossidativo, che ha un ruolo significativo nella lesione del cervello che deriva dall'ictus [e nelle neurodegenerazioni]. I ricercatori hanno esposto i neuroni, colturati con entrambi i tipi di astrociti, al perossido di idrogeno per replicare lo stress ossidativo. E hanno scoperto che, anche se entrambi i tipi di astrociti hanno dato protezione, l'Olig2PC-Astros ha maggiori effetti antiossidanti. Ulteriori indagini hanno dimostrato che gli Olig2PC-Astros hanno quantità maggiori di proteina Nrf2, che aumenta l'attività antiossidante nei neuroni del topo.


"Siamo sorpresi e felici di scoprire che gli Olig2PC-Astros proteggono i neuroni dallo stress ossidativo, oltre a ricostruire i circuiti neurali che migliorano l'apprendimento e la memoria", ha detto Deng.


I ricercatori hanno anche studiato le caratteristiche genetiche degli astrociti appena identificati. Studi globali su microapparati hanno evidenziato che sono geneticamente simili agli NPC-Astros standard. Gli Olig2PC-Astros tuttavia esprimono più geni (come il BDNF e il fattore di crescita endoteliale vasoattivo) associati alla neuroprotezione. Molti di questi geni contribuiscono a regolare la formazione e la funzione delle sinapsi, che trasportano i segnali tra i neuroni.


Ulteriori esperimenti hanno mostrato che sia gli Olig2PC-Astros che i NPC-Astros accelerano lo sviluppo delle sinapsi dei neuroni del topo. Gli Olig2PC-Astros, tuttavia, hanno effetti protettivi significativamente maggiori degli NPC-Astros. Oltre ad essere terapeuticamente utili, gli Olig2PC-Astros hanno dimostrato di non formare alcun tumore, di rimanere nelle aree cerebrali dove sono trapiantati e non si differenziano in altri tipi di cellule, come i neuroni.


"Il team del Dott. Deng ha dimostrato che questo nuovo metodo per ottenere astrociti da cellule staminali embrionali crea una popolazione di cellule più pura e funzionalmente superiore al metodo standard di derivazione degli astrociti" scrive Jan Nolta, direttore dell' Institute for Regenerative Cure della UC Davis. "Il miglioramento funzionale visto nei modelli di danno cerebrale è impressionante, così come lo sono i livelli più alti di BDNF. Sarà interessante vedere questo lavoro esteso ad altri modelli di malattie cerebrali come l'Huntington e le altre, dove è noto l'effetto positivo del BDNF".


Deng ha aggiunto che i risultati potrebbero portare a trattamenti con le cellule staminali per molte malattie neurodegenerative. "Con la creazione di una popolazione altamente purificata di astrociti e mostrandone sia i benefici terapeutici che la sicurezza, apriamo la possibilità di utilizzare queste cellule per ripristinare le funzioni cerebrali per patologie quali l'Alzheimer, l'epilessia, il disturbo cerebrale traumatico, la paralisi cerebrale e le lesioni del midollo spinale", ha detto Deng.


Peng Jiang della UC Davis e del Shriners Hospitals for Children è l'autore principale dello studio. I co-autori sono Chen Chen, Olga Chechneva, Seung-Hyuk Chung e David Pleasure della UC Davis e del Shriners Hospitals for Children; Quanguang Zhang e Ruimin Wang del Medical College of Georgia; Mahendra Rao del Centro di Medicina Rigenerativa dei National Institutes of Health (NIH); e Ying Liu dell'Health Science Center della University of Texas. La ricerca è stata finanziata dal NIH, dalla National Multiple Sclerosis Society, dal Shriners Hospitals for Children, dal California Institute for Regenerative Medicine, dalla Memorial Hermann Foundation (Staman Ogilvie Fund) e dal Bentsen Stroke Center.

 

 

 

 

 


Fonte: University of California - Davis Health System.

Riferimento: Peng Jiang, Chen Chen, Ruimin Wang, Olga V. Chechneva, Seung-Hyuk Chung, Mahendra S. Rao, David E. Pleasure, Ying Liu, Quanguang Zhang, Wenbin Deng. hESC-derived Olig2 progenitors generate a subtype of astroglia with protective effects against ischaemic brain injury. Nature Communications, 2013; 4 DOI: 10.1038/ncomms3196

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.