Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


*** Siamo in settembre, uno dei 12 mesi dell'anno del tutto uguali per i malati di Alzheimer, i familiari e i caregiver.

La combinazione vitamina D + calcio delude in studio sulla demenza

Integratori di vitamina D e calcio presi insieme e a basse dosi non hanno offerto alcuna protezione contro la demenza in un ampio studio statunitense su donne anziane, ma gli scienziati hanno ancora speranze per la vitamina D da sola. Ricerche precedenti hanno suggerito che la vitamina D potrebbe proteggere dalla perdita di memoria e in generale dal declino funzionale nel cervello che invecchia.

Ma più di 2.000 donne nel nuovo studio che hanno assunto 400 unità internazionali di vitamina D e di 1.000 mg di calcio al giorno per una media di otto anni, hanno sviluppato disturbi cognitivi nelle stesse proporzioni di un gruppo di confronto che assumeva pillole di placebo.


Rebecca RossomDurante i molti anni di attività dello studio, tuttavia, gli esperti hanno acquisito una migliore comprensione dei possibili effetti contrastanti di calcio e vitamina D, e quindi la combinazione dei due potrebbe spiegare i risultati deludenti, dicono gli autori dello studio. "Penso che lo studio definitivo esaminerà solo gli effetti della vitamina D", ha detto l'autore principale Dott. Rebecca Rossom (foto), del HealthPartners Institute for Education and Research, una branca no-profit di un'organizzazione di mantenimento della salute (HMO) di Minneapolis. Ma questo studio è importante perché "si avvicina al modo in cui le donne prendono la vitamina D ora", per aumentare la densità ossea, ha aggiunto la Rossom.


La relazione del suo gruppo, che è pubblicato sul Journal of Geriatrics Society, è anche il primo ad utilizzare l'approccio rigoroso conosciuto come studio randomizzato, in doppio cieco con un gruppo placebo, per esaminare i possibili effetti della vitamina D e del calcio nel declino cognitivo. La Rossom e i suoi colleghi hanno analizzato i dati di 4.100 donne iscritte contemporaneamente in due studi, il Women's Health Initiative (WHI), esperimento di calcio e vitamina D concluso nel 2005, e uno studio del WHI sulla memoria.


Tutte le donne, di 71 anni in media all'inizio degli studi, erano anche prive di problemi cognitivi all'inizio. Metà di queste sono state assegnate al gruppo che prendeva gli integratori e le altre hanno avuto pillole placevo che sembravano identiche. Alla fine, circa 100 donne, il 5 per cento, in ciascun gruppo ha sviluppato deterioramento cognitivo lieve.


I ricercatori fanno notare che dal momento in cui si è concluso lo studio sono cambiate le linee guida in materia di assunzione di vitamine e minerali. Attualmente l'US Institute of Medicine suggerisce di assumere 600 IU al giorno di vitamina D per gli uomini e le donne fino a 70 anni, e 800 IU per gli anziani. La quantità di calcio consigliata va da 700 mg a 1.300 mg al giorno, in base all'età, con un limite massimo di 3.000 mg. In entrambi i casi, le raccomandazioni dell'assunzione riguardano sia il cibo che gli integratori. Quindi gli autori sottolineano che le loro scoperte sono specifiche solo per le quantità assegnate di vitamina D e calcio assunte dalle donne nello studio - che sono relativamente bassi per gli standard odierni.


Più di 16 milioni di americani soffrono di qualche forma di deterioramento cognitivo, secondo gli US Centers for Disease Control and Prevention, e il problema è destinato a crescere, con l'invecchiamento di più baby-boomers.


La vitamina D potrebbe ancora essere considerata potenzialmente una misura di protezione contro una condizione senza alcun trattamento formale, se i suoi effetti potessero essere dimostrati definitivamente. "La somma di informazioni presenta segnali in conflitto", ha detto Katherine Tucker della Northeastern University, che non è stata coinvolta in questo studio. "Alcuni studi recenti suggeriscono che troppo calcio potrebbe avere effetti negativi. La preponderanza delle prove mostra che la vitamina D è protettiva, ma alcuni studi hanno dimostrato che non c'era alcun effetto", ha detto a Reuters Health. Ma la Tucker aggiunge che "questo studio non chiude in alcun modo la porta sulla necessità di ulteriori ricerche per chiarire gli effetti della vitamina D".


Il gruppo di Rossom riconosce i limiti dello studio. Oltre alle dosi degli integratori nello studio, i risultati sono strettamente limitati alle donne, che erano per lo più bianche. Inoltre, l'età è un fattore di rischio significativo per la demenza e le partecipanti allo studio, in confronto, erano relativamente giovani. "Il passo successivo è quello di testare una dose più elevata di vitamina D", ha detto il coautore dello studio JoAnn Manson della Harvard Medical School. "Dosi più elevate porteranno la popolazione dello studio a raggiungere un livello ematico, che è stato associato a un minore rischio di declino cognitivo da studi precedenti". La Manson sta attualmente conducendo un ampio studio clinico progettato principalmente per esaminare gli effetti della vitamina D e dell'omega-3 sul rischio di cancro, ma lo studio monitorerà anche le funzioni cognitive. I risultati sono attesi nel 2017.


Uno studio francese, la cui fine è prevista per il prossimo anno, sta esaminando gli effetti cognitivi della vitamina D rispetto a un placebo in pazienti che hanno già l'Alzheimer. "La realtà è che ancora non sappiamo", dice la Tucker a Reuters Health. "Stiamo raccogliendo altre prove scientifiche e dovremo continuare a farlo fino a quando altri studi puntano una certa direzione".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Journal of Geriatrics Society.

Pubblicato da Kathleen Raven in Reuters.com il 6 Dicembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.