Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


'Geni della personalità' aiutano a spiegare la longevità

"E' nei loro geni" è un ritornello comune tra gli scienziati quando viene loro chiesto a proposito dei fattori che permettono ai centenari di raggiungere i 100 anni e oltre.

Fino ad ora, la ricerca si è concentrata sulle variazioni genetiche che offrono un vantaggio fisiologico, quali i livelli elevati di colesterolo HDL ("buono").


Ma i ricercatori dell'Albert Einstein College of Medicine e della Ferkauf Graduate School of Psychology della Yeshiva University hanno scoperto che anche i tratti della personalità come uscire all'aperto, essere ottimista, accomodante, e godere delle risate, così come rimanere impegnati in attività, possono essere parte del mix dei geni della longevità.


I risultati, pubblicati on-line il 21 maggio sulla rivista Aging, provengono dall'Einstein's Longevity Genes Project, che comprende oltre 500 ebrei askenaziti di età superiore ai 95 anni, e altri 700 tra la loro prole. Gli ebrei ashkenazi (dell'Europa orientale) sono stati scelti perché sono geneticamente omogenei, rendendo più facile individuare le differenze genetiche nella popolazione di studio.


Precedenti studi avevano indicato che la personalità nasce dai meccanismi genetici basilari che possono incidere direttamente sulla salute. Questo studio su 243 centenari (età media 97.6 anni, donne 75 per cento) intendeva rilevare le caratteristiche della personalità basate sulla genetica attraverso lo sviluppo di una misurazione veloce (Personality Outlook Pofile Scale - POPS) della personalità nei centenari. "Quando ho iniziato a lavorare con i centenari, ho pensato che avrei scoperto che sono sopravvissuti così a lungo, in parte perché erano meschini e scontrosi", ha detto Nir Barzilai, MD, cattedra Ingeborg e Ira Leon Rennert di ricerca sull'invecchiamento, direttore dellEinstein's Institute for Aging Research e co-autore corrispondente dello studio. "Ma quando abbiamo valutato le personalità di questi 243 centenari, abbiamo trovato qualità che rispecchiano chiaramente un atteggiamento positivo verso la vita. La maggior parte uscivano, erano ottimisti e disinvolti. Essi consideravano le risate una parte importante della vita e avevano una vasta rete sociale. Esprimevano apertamente le emozioni, piuttosto che tenerle dentro".


Inoltre, i centenari avevano punteggi più bassi per evidenziare personalità nevrotica e punteggi più elevati nella scrupolosità rispetto a un campione rappresentativo della popolazione degli Stati Uniti. "Alcune evidenze indicano che la personalità può cambiare tra i 70 e i 100 anni, quindi non sappiamo se i nostri centenari hanno mantenuto le loro caratteristiche di personalità per tutta la loro durata della vita", ha continuato il Dott. Barzilai. "Tuttavia, i nostri risultati suggeriscono che i centenari condividono particolari tratti di personalità e che gli aspetti della personalità basati sulla genetica possono svolgere un ruolo importante nel raggiungimento sia della buona salute che della longevità eccezionale".


Il POPS è stato sviluppato dall'autore principale Kaori l'Kato, Psy.D., ora al Weill Cornell Medical College, che l'ha convalidata attraverso il confronto con due misurazioni stabilite in precedenza di tratti della personalità. Altri autori dello studio sono Richard Zweig, Ph.D., professore assistente di psichiatria e scienze comportamentali alla Einstein e direttore del Older Adult Program al Ferkauf, e Gil Atzmon, Ph.D., professore assistente di medicina e genetica alla Einstein.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale del Albert Einstein College of Medicine.

Riferimento:
Kaori Kato, Richard Zweig, Nir Barzilai, and Gil Atzmon. Positive attitude towards life and emotional expression as personality phenotypes for centenarians. Aging, 2012.

Pubblicato in ScienceDaily il 24 Maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari. - Foto: © Yuri Arcurs / Fotolia

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)