Invecchiare in sovrappeso non è necessariamente associato a minore benessere mentale, secondo uno studio multiculturale, che ha esaminato la qualità della vita e lo stato di salute negli Stati Uniti e nel Regno Unito.
Lo studio, condotto alla Warwick Medical School dell'Università di Warwick, ha analizzato gli stili di vita e di salute in più di 10.000 persone in entrambi i paesi e il loro legame con la qualità fisica e mentale di vita e con lo stato di salute dei partecipanti.
La qualità di vita è stata valutata utilizzando una misura che prende in considerazione otto diversi fattori tra cui la percezione di salute generale, il dolore, il funzionamento sociale e la salute mentale. I ricercatori hanno scoperto che le persone, invecchiando, riferiscono una migliore qualità di vita mentale, nonostante una diminuzione della qualità fisica della vita.
Ciò è in linea con ricerche precedenti, ad esempio quella del professor Andrew Oswald, anch'egli dell'Università di Warwick, che suggerisce che i livelli di felicità seguono una curva a forma di U con il punto più basso verso i 45 anni, e dopo torna a salire con l'invecchiamento. Risultati analoghi sono stati trovati in questo studio comparativo multiculturale nel Regno Unito e negli Stati Uniti - due paesi che hanno diversi sistemi previdenziali e sanitari, fattori che potrebbero incidere sulla qualità di vita delle persone.
I ricercatori hanno anche scoperto che essere sovrappeso o obesi non ha un impatto significativo sul livello di benessere mentale, per le persone con un BMI superiore a 30, che mostrano livelli di qualità mentale di vita simili a quelli di coloro che sono considerati con peso salutare. Per le donne negli Stati Uniti, i bassi livelli di attività fisica non sembrano avere un impatto sul benessere mentale. Questo non era il caso degli uomini, il cui scarso tasso di esercizio fisico ha un notevole impatto negativo sulla qualità di vita mentale.
Il Dr Saverio Stranges, che ha condotto lo studio alla Warwick Medical School dell'Università di Warwick, insieme con il dottor Kandala Ngianga-Bakwin, ha dichiarato: "E' evidente che la qualità fisica della vita dei cittadini peggiora man mano che invecchiano, ma la cosa interessante è che il loro benessere mentale non si deteriora allo stesso modo, anzi migliora. Noi ipotizziamo che questo potrebbe essere dovuto a migliori capacità di tener testa, una interpretazione sostenuta da ricerche precedenti che mostrano che le persone anziane tendono ad avere meccanismi interni per affrontare meglio le difficoltà o le circostanze negative rispetto ai più giovani. Potrebbe anche essere dovuto a minori aspettative nella vita, poichè le persone anziane sentono meno pressione nella sfera personale e professionale. Per quanto riguarda i nostri risultati sul peso corporeo in eccesso e la sua mancanza di impatto significativo sul benessere mentale, questa è stata segnalata in ricerche precedenti, vale a dire la cosiddetta ipotesi "grasso jolly", anche se non sempre".
Lo studio ha anche esaminato l'effetto del sonno sulla qualità della vita, e ha scoperto che c'è una finestra ottimale di durata del sonno. Quelli che dormono da sei a otto ore al giorno tendono ad avere punteggi di salute, sia fisica che mentale, migliori rispetto a quelli che dormono in media meno di sei ore o più di otto ore.
Grazie alla sua natura multiculturale, lo studio è stato anche in grado di identificare le differenze tra la qualità della vita degli intervistati negli Stati Uniti e Regno Unito. Negli Stati Uniti, la provenienza sociale degli intervistati ha la più alta probabilità di incidere sulla loro qualità di vita; color che appartengono ai gruppi socioeconomici più elevati riferiscono una migliore qualità mentale e fisica della vita. I ricercatori suggeriscono che questo potrebbe essere dovuto alla presenza di una assistenza sanitaria universale nel Regno Unito, che ha un effetto di livellamento sul benessere.
Inoltre, i livelli di qualità fisica della vita riportati tendevano ad essere più alti nella popolazione del Regno Unito mentre la qualità della vita mentale è stata maggiore nel gruppo statunitense. Ma i ricercatori suggeriscono che questo potrebbe essere dovuto all'età media (leggeremente più bassa del gruppo del Regno Unito) e ad altre differenze intrinseche tra i gruppi di intervistati.
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Fonte: Materiale della University of Warwick, via AlphaGalileo.
Riferimento: Oscar H. Franco, Yim Lun Wong, Ngianga-Bakwin Kandala, Jane E. Ferrie, Joan M. Dorn, Mika Kivimäki, Aileen Clarke, Richard P. Donahue, Archana Singh Manoux, Jo L. Freudenheim, Maurizio Trevisan, Saverio Stranges. Cross-cultural comparison of correlates of quality of life and health status: the Whitehall II Study (UK) and the Western New York Health Study (US). European Journal of Epidemiology, 2012; DOI: 10.1007/s10654-012-9664-z.
Pubblicato in ScienceDaily l'8 marzo 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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