Secondo uno studio che sarà presentato al meeting dell'American Academy of Neurology a New Orleans in aprile, le persone che si svegliano spesso durante la notte hanno un rischio maggiore di sviluppare Alzheimer.
Altre ricerche hanno dimostrato un legame tra sonno compromesso e disturbo di personalità multipla, così come altre forme di dissociazione.
E la ricerca sui topi ha mostrato che il sonno interrotto può effettivamente causare un aumento della formazione della placca amiloide nel cervello, accumulo che comincia anni prima dell'apparizione dei sintomi esteriori dell'Alzheimer.
Per vedere se il sonno interrotto colpisce gli esseri umani, i ricercatori hanno preso 100 pazienti, metà dei quali con una storia familiare di Alzheimer, e hanno monitorato i loro modelli di sonno per 14 giorni. Hanno scoperto che anche se i partecipanti hanno trascorso circa otto ore a letto, in media, hanno passato solo circa 6,5 ore dormendo, perché si sono svegliati più volte durante la notte.
Coloro che si sono svegliati più di cinque volte all'ora erano molto più propensi a mostrare segni di accumulo di placche amiloidi nel cervello. Coloro la cui "efficienza del sonno" (la quantità di tempo di sonno effettivo diviso per il tempo a letto) era inferiore all' 85% avevano una maggiore probabilità di avere l'Alzheimer preclinico.
Non è chiaro quali siano i meccanismi esatti alla base di questo collegamento. Ma gli autori dello studio dicono che è un passo in avanti nel capire se, manipolando le abitudini di sonno di una persona, si può rallentare la progressione dell'Alzheimer.
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Pubblicato in LosAngelesTimes il 14 febbraio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari. Grafica di Reuben Munoz / Los Angeles Times
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