Uno studio ci offre nuove intuizioni sui fattori genetici che guidano l'Alzheimer, collegando alcuni geni non solo alle sue caratteristiche, come i grovigli tau e le placche amiloidi, ma anche ad altri cambiamenti cerebrali meno compresi.
Il morbo di Alzheimer (MA), la causa più comune di demenza, ha una forte base genetica, con stime dell'ereditarietà che vanno dal 60% all'80%. Mentre le caratteristiche come i grovigli tau e le placche di amiloide-beta (Aβ) sono ben note, altri cambiamenti cerebrali comorbodi spesso complicano la progressione della malattia.
Il laboratorio della prof.ssa Kristel Sleegers al Centro Neurologia Molecolare della VIB-Uantwerp si concentra su studi genetici per identificare i primi obiettivi terapeutici e i geni di rischio del MA. Nel loro recente studio, pubblicato su Acta Neuropatologica, gli scienziati hanno analizzato il DNA da 325 persone over-50, il cui tessuto cerebrale è preservato nella Leuven Brain Collection.
Hanno identificato 75 varianti genetiche associate al MA attraverso il sequenziamento dell'intero genoma a bassa copertura e hanno confrontato questi dati con i cambiamenti patologici del cervello, che includono grovigli tau, placche amiloidi e altre lesioni.
Scoperte cruciali
- Una scoperta chiave è una variante genetica nel gene APH1B, che influenza direttamente la formazione di grovigli tau. Questi interrompono la struttura e la funzione delle cellule cerebrali, portando al progressivo declino cognitivo osservato nel MA.
- Un'altra scoperta importante coinvolge il gene APOE, già noto per il suo ruolo nella malattia. Questo studio ha confermato il suo legame con la formazione di placca amiloide, ma ha anche mostrato il suo coinvolgimento nella degenerazione granulovacuolare, una forma di danno cellulare legato alla morte cellulare programmata.
- Il team ha anche scoperto connessioni tra geni meno noti e anomalie legate al MA. Ad esempio, il gene BIN1 era collegato ai depositi di α-sinucleina, una caratteristica della malattia di Parkinson e della demenza da corpi di Lewy e il TPCN1 era associato alle inclusioni di TDP-43, che possono peggiorare i sintomi.
La prima autrice Celeste Laureyssen spiega: "L'Alzheimer non è una malattia a una dimensione. Il nostro lavoro mostra che geni specifici influenzano aspetti diversi della patologia cerebrale, avvicinandoci alla comprensione della piena complessità della malattia".
Fonte: Vlaams Instituut voor Biotechnologie (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: C Laureyssen, [+10], K Sleegers. Hypothesis-based investigation of known AD risk variants reveals the genetic underpinnings of neuropathological lesions observed in Alzheimer’s-type dementia. Acta Neuropathol, DOI
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