Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


*** Siamo in settembre, uno dei 12 mesi dell'anno del tutto uguali per i malati di Alzheimer, i familiari e i caregiver.

Dimostrato l'impatto della musica su apprendimento e memoria: possibili terapie per la salute mentale

researchers computer at GeorgiaTechYiren Ren e un'altra ricercatrice osservano le scansioni cerebrali in risposta alla musica (Foto: Georgia Tech)

La colonna sonora di questa storia inizia con un motivo vagamente riconoscibile e piacevole. Ma se smetto di scrivere e ascolto solo per un secondo, la musica si svela completamente: nel confortevole e cadenzato assolo di tromba di Freddie Hubbard sul melodico e ripetitivo accompagnamento al pianoforte di Herbie Hancock, riconosco 'Cantaloupe Island'. Quindi, con le dita ancora sulla tastiera, Freddie e Herbie svaniscono sullo sfondo, seguiti da altra musica strumentale, nutrizione sonica accattivante - ma non distraente - che alimenta la mia concentrazione e produttività.


Da qualche parte, penso, Yiren Ren sta studiando, concentrata sulla sua ricerca che dimostra l'impatto della musica sull'apprendimento e sulla memoria. Forse sta ascoltando Norah Jones, o un altro musicista per lei gradevole. Perché è così che funziona: la musica che conosciamo e che ci piace, la musica che sembra prevedibile o addirittura sicura, quella musica può aiutarci a studiare e imparare.


Nel frattempo, in due nuovi studi pubblicati su PLOS One e su Cognitive, Affective, & Behavioral Neuroscience (CABN), la Ren ha scoperto che altri tipi di musica possono influenzare le nostre emozioni e rimodellare i vecchi ricordi: "Questi studi sono collegati perché entrambi esplorano applicazioni innovative della musica nella modulazione della memoria, offrendo approfondimenti per l'uso sia quotidiano che clinico".


Ma la ricerca collettiva esplora gli impatti della musica in modi molto diversi, spiega Thackery Brown, consulente della facoltà di Ren e coautore dello studio.

"Uno studio ha esaminato come la musica cambia la qualità della tua memoria quando la stai formando per la prima volta, cioè nell'apprendimento", afferma Brown, neuroscienziato cognitivo che gestisce la laboratorio MAP (memoria, affetto e pianificazione) del Georgia Institute of Technology. "Ma l'altro studio si è concentrato sui ricordi che già abbiamo e si è chiesto se possiamo cambiare le emozioni coinvolte usando la musica".

 

Creare atmosfera / umore con la musica

Quando guardiamo un film con una colonna sonora robusta - musica creata per indurre emozioni - ciò che stiamo ascoltando ci guida esattamente dove il compositore vuole che andiamo. Nel loro studio su CABN, la Ren, Brown e i collaboratori dell'Università del Colorado riferiscono che questo tipo di "musica di atmosfera" (mood music) può essere anche abbastanza potente da cambiare il modo in cui ricordiamo il nostro passato.


Il loro studio includeva 44 studenti del Georgia Tech che hanno ascoltato colonne sonore di film mentre richiamavano un ricordo difficile. La Ren è pronta a sottolineare che questa non è stata una sperimentazione clinica, quindi questi partecipanti non sono stati identificati come persone che soffrivano di disturbi dell'umore: “Volevamo iniziare con un gruppo casuale di persone e vedere se la musica ha il potere di modulare il livello emotivo dei loro ricordi".


Si è scoperto che lo fa. I partecipanti hanno ascoltato le colonne sonore del film e hanno incorporato nuove emozioni nei loro ricordi che corrispondevano all'atmosfera della musica. E l'effetto è durato. Il giorno dopo, quando i partecipanti hanno richiamato gli stessi ricordi - ma senza accompagnamento musicale - il loro tono emotivo corrispondeva ancora al tono della musica sentita il giorno prima.


I ricercatori hanno potuto osservare tutto ciò che accadeva con la scansione funzionale a risonanza magnetica (fMRI). Potevano vedere l'attività cerebrale alterata nei partecipanti allo studio, la maggiore connettività tra l'amigdala, in cui vengono elaborate le emozioni, e altre aree del cervello associate alla memoria, e l'integrazione delle informazioni.


"Questo fa luce sulla malleabilità della memoria in risposta alla musica e il ruolo potente della musica nell'alterare i nostri ricordi esistenti", afferma la Ren, lei stessa una polistrumentista che originariamente aveva intenzione di essere musicista professionista; laureata alla Boston University, ha perseguito un doppio master in produzione cinematografica / progettazione sonora e in psicologia.


Ha trovato il modo di combinare i suoi interessi nella musica e nelle neuroscienze ed è interessata a capire come la musicoterapia può essere progettata per aiutare le persone con disturbi dell'umore come il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) o la depressione, "in particolare nei casi in cui qualcuno potrebbe esagerare i componenti negativi di un ricordo".


Non c'è una macchina del tempo che ci permetta di tornare indietro e inserire musica felice mentre sta accadendo un brutto evento e si sta formando un ricordo, "ma possiamo recuperare vecchi ricordi mentre ascoltiamo musica affettiva", afferma Brown, "e forse possiamo aiutare le persone a cambiare i propri sentimenti e rimodellare il tono emotivo attaccato a determinati ricordi".

 

Abbracciare il familiare

Il secondo studio pone un paio di vecchie domande: dovremmo ascoltare la musica mentre lavoriamo o studiamo? E se è così, ci sono tipi di musica con più benefici di altri? La risposta ad entrambe le domande potrebbe trovarsi, almeno in parte, all'interno dei parametri espansivi del gusto personale. Ma anche così, ci sono limiti.


Ripensa alla mia descrizione di 'Cantaloupe Island' all'inizio dell'articolo e in che modo un vecchio pezzo di jazz familiare ha contribuito a mantenere il cervello e le dita di questo scrittore in movimento. Allo stesso modo, Norah Jones aiuta Ren quando sta lavorando a nuove ricerche sulla musica e sulla memoria. Ma se, per qualche motivo, volessi testare la mia concentrazione, ascolterei un tipo diverso di jazz, forse Bebop degli anni '50 con il suo ritmo frenetico e il tono eccentrico, o forse un coro di gatti striduli. Stesso effetto. Richiederebbe la mia attenzione e non ci sarebbe alcun lavoro concluso.


Per questo studio, la Ren ha combinato i suoi doni come musicista e compositrice con i suoi interessi di ricerca nell'esaminare se la musica può migliorare - o compromettere - la nostra capacità di apprendere o ricordare nuove informazioni. "Volevamo sondare il potenziale della musica come dispositivo mnemonico che ci aiuta a ricordare le informazioni più facilmente", afferma. (L'esempio di un dispositivo mnemonico è Every Good Boy Does Fine, le cui iniziali E-G-B-D-F (*) aiutano i nuovi suonatori di piano a imparare l'ordine delle note sulla tastiera.)


Ai 48 partecipanti di questo studio è stato chiesto di imparare sequenze di forme astratte mentre ascoltavano tipi diversi di musica. La Ren ha suonato un pezzo di musica, in un modello tradizionale o familiare di tono, ritmo e melodia. Ha quindi suonato la stessa identica serie di note, ma in ordine sbagliato, dando al pezzo una struttura atonale.


Quando hanno ascoltato musica familiare e prevedibile, i partecipanti hanno appreso e ricordato più rapidamente le sequenze di forme, mentre il loro cervello creava un quadro strutturato, o impalcatura, per le nuove informazioni. Nel contempo, la musica che era familiare ma irregolare (pensa all'esempio del Bebop) ha reso più difficile imparare i partecipanti.


"A seconda della sua familiarità e struttura, la musica può aiutare o ostacolare la nostra memoria", afferma Ren, che vuole approfondire i meccanismi neurali attraverso i quali la musica influenza il comportamento umano.

 

 

(*) A = la, B = si, C = do, D = re, E = mi, F = fa, G = sol, quindi E-G-B-D-F = mi-sol-si-re-fa

 

 

 


Fonte: Jerry Grillo in Georgia Institute of Technology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Y Ren, G Leslie, T Brown. Visual sequence encoding is modulated by music schematic structure and familiarity. PLOS ONE, 2024, DOI
  2. Y Ren, [+2], T Brown. Affective music during episodic memory recollection modulates subsequent false emotional memory traces: an fMRI study. Cogn Aff Behav Neurosci, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.