Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio rivela un alto uso di restrizioni fisiche nell'assistenza in casa di anziani con demenza

Un nuovo studio della Duke-National University of Singapore (Duke-NUS) ha messo in evidenza l'uso diffuso di restrizioni fisiche tra i caregiver degli anziani con demenza avanzata che vivono a casa, rivelando la necessità di consulenza migliore e di approcci alternativi di assistenza. Quasi la metà (47%) dei caregiver intervistati ha segnalato restrizioni fisiche su familiari con demenza, dimostrando una carenza di supporto e risorse.


Singapore sta invecchiando rapidamente, si prevede che gli over-65 saranno quasi un quarto della popolazione entro il 2030. Tra questa demografia, almeno il 10% dovrebbe sviluppare la demenza. Sebbene l'uso di restrizioni sia stato ampiamente studiato e in gran parte proibito nelle case di cura in altri paesi, questo studio è il primo a esaminare la loro prevalenza e i fattori che portano al loro uso negli ambienti domestici, dove riceve assistenza la maggior parte degli anziani con demenza a Singapore.


La prof.ssa assistente Chetna Malhotra dal Centro Cure Palliative della Duke-NUS, che ha supervisionato lo studio, ha dichiarato:

“La cura degli anziani con demenza grave presenta difficoltà uniche, specialmente quando sono coinvolte restrizioni fisiche. Queste pratiche, sebbene usate a volte per una necessità percepita di sicurezza, possono avere un impatto sulla salute fisica e psicologica degli anziani. Sono state associate anche a depressione, stress post-traumatico, incontinenza e aumento del tasso di declino cognitivo".


Lo studio, pubblicato sul Journal of American Geriatrics Society, ha intervistato 215 caregiver familiari di pazienti con demenza avanzata, reclutati da ospedali pubblici, fondazioni di assistenza domiciliare e ospizi tra maggio 2018 e marzo 2021. I ricercatori hanno scoperto che i tipi comuni di restrizioni includevano cinture o legami (56%), sedie geriatriche bloccate con vassoio fisso (35%), manopole (31%) e legami per caviglie o polsi (25%).


Le ragioni più comuni per l'uso di questi articoli erano: sicurezza (protezione dalle cadute e prevenzione del vagabondaggio), impedire la rimozione di cateteri o di tubi di alimentazione e gestione del comportamento agitato. Tuttavia, il team di ricerca ha sottolineato che i tubi di alimentazione non hanno dimostrato di migliorare la qualità della vita o di prolungare la sopravvivenza degli anziani con demenza grave. Al contrario, le linee guida cliniche raccomandano un'accorta alimentazione con le mani.


Allo stesso modo, l'agitazione è un comportamento complesso di risposta che può essere particolarmente faticoso per i caregiver se accompagnato da irritabilità, irrequietezza o in rari casi, violenza. Segnala anche bisogni insoddisfatti o un deterioramento della salute. I caregiver potrebbero aver bisogno di aiuto per identificare la fonte del comportamento e trovare un modo per gestirlo (es.: ridurre i livelli di rumore o diffondere musica rilassante) fornendo cure compassionevoli e reattive, evitando le restrizioni.


Gli intervistati sono stati divisi in base all'influenza delle restrizioni fisiche sulla qualità di vita degli anziani: il 39% ha suggerito che non era influenzata, per il 44% era peggiorata e per il 17% migliorata. Lo studio ha anche scoperto che i caregiver che avevano un forte supporto emotivo da parte di amici avevano meno probabilità di riferire l'uso di restrizioni, al contrario dei caregiver con maggiore disagio psicologico o che avevano altre responsabilità di assistenza.


La dott.ssa Ellie Bostwick Andres, prima autrice dello studio e ricercatrice senior del Lien Center for Palliative Care di Duke-NUS, ha dichiarato:

“C'è preoccupazione per i caregiver sotto pressione senza un adeguato supporto. Molti di loro, che lottano per trovare un equilibrio tra lavoro e assistenza, vedono le restrizioni come misura necessaria per la sicurezza. Sfortunatamente, potrebbero non essere pienamente consapevoli degli effetti dannosi che può avere sui loro cari".


Il professor Patrick Tan, vicepresidente senior per la ricerca alla Duke-NUS, ha dichiarato:

“Nell'affrontare le sfide di una popolazione che invecchia, è fondamentale capire l'uso delle restrizioni nell'assistenza a casa. Questo studio non solo aumenta la consapevolezza, ma chiede anche di passare ad approcci più favorevoli nella cura della demenza a casa, garantendo esiti migliori per gli anziani e le loro famiglie".

 

 

 


Fonte: Duke-NUS (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: EB Andres, [+3], C Malhotra. Caregiver-reported use of physical restraints among community-dwelling older adults with severe dementia in Singapore. J Am Geriatr Soc. 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)