Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer?

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San Francisco, ha completato il primo studio su larga scala sull'atrofia corticale posteriore, una costellazione sconcertante di sintomi visuo-spaziali che si presentano come i primi segni del morbo di Alzheimer (MA) in circa il 10% dei casi della malattia.

Lo studio ha riguardato oltre 1.000 pazienti in 36 siti di 16 paesi, ed è pubblicato su The Lancet Neurology dal 22 gennaio 2024. I ricercatori hanno scoperto che l'atrofia corticale posteriore (PCA) prevede oltremodo il MA.

Circa il 94% dei pazienti con PCA aveva la patologia del MA e il restante 6% aveva condizioni come la malattia da Corpi di Lewy e la degenerazione lobare frontotemporale. Per contrasto, altri studi avevano dimostrato che il 70% dei pazienti con perdita di memoria ha la patologia di MA.

A differenza dei problemi di memoria, i pazienti con PCA lottano a valutare le distanze, distinguere tra oggetti in movimento/stazionari e completare compiti come scrivere e ritrovare un oggetto lasciato cadere, nonostante un normale esame degli occhi, ha affermato la prima autrice Marianne Chapleau PhD, del dipartimento di neurologia dell'UCSF, del Memory and Aging Center e del Weill Institute for Neurosciences.

La maggior parte dei pazienti con PCA ha una cognizione normale all'inizio, ma al momento della prima visita diagnostica, in media 3,8 anni dopo l'insorgenza dei sintomi, è evidente la demenza lieve o moderata con deficit identificati in memoria, funzione esecutiva, comportamento, parlato e linguaggio, secondo i dati dei ricercatori.

Al momento della diagnosi, il 61% ha dimostrato 'disprassia costruttiva' (l'incapacità di copiare o costruire diagrammi o figure di base), il 49% aveva un 'deficit di percezione dello spazio' (difficoltà a identificare la posizione di qualcosa che vede) e il 48% aveva 'simultanagnosia' (l'incapacità di percepire visivamente più di un oggetto alla volta). In più, il 47% aveva di fronte nuove sfide con i calcoli matematici di base e il 43% con la lettura.

 

Abbiamo bisogno di strumenti e addestramento migliori per identificare i pazienti

"Abbiamo bisogno di maggiore consapevolezza della PCA in modo che possa essere segnalata dai medici", ha detto la Chapleau. "La maggior parte dei pazienti vede un optometrista quando inizia ad avere sintomi visivi e può essere indirizzata a un oftalmologo che potrebbe anche non riconoscere la PCA. Abbiamo bisogno di strumenti migliori nei contesti clinici per identificare questi pazienti all'inizio e iniziare il trattamento".

L'età media dell'insorgenza dei sintomi della PCA è di 59 anni, diversi anni prima dei sintomi tipici di memoria del MA. Questo è un altro motivo per cui i pazienti con PCA hanno meno probabilità di essere diagnosticati, ha aggiunto la Chapleau.

Il primo coautore Renaud La Joie PhD,, anch'egli del Dipartimento di Neurologia dell'UCSF e del Memory and Aging Center ha dichiarato:

"L'identificazione precoce della PCA può avere implicazioni importanti per il trattamento del MA. Nello studio, i livelli di amiloide e tau, rilevati dal liquido cerebrospinale e dalle scansioni, nonché dai dati di autopsia, corrispondevano a quelli che si trovano nei casi tipici di MA.

"Di conseguenza, i pazienti con PCA possono essere candidati per terapie anti-amiloide, come il lecanemab (Leqembi), approvate dalla FDA in gennaio 2023 e per le terapie anti-tau, attualmente negli studi clinici, entrambi ritenuti più efficaci nelle prime fasi della malattia.

"I pazienti con PCA hanno più patologia tau nelle parti posteriori del cervello, coinvolte nell'elaborazione di informazioni visuo-spaziali, rispetto a quelle con MA. Questo potrebbe renderli più adatti alle terapie anti-tau.

"I pazienti erano stati per lo più esclusi dagli studi, poiché questi di solito puntano a pazienti con MA amnestico, con punteggi bassi nei test di memoria. Tuttavia, all'UCSF stiamo prendendo in considerazione i trattamenti per i pazienti con PCA e altre varianti non amnestiche".

L'autore senior Gil Rabinovici MD, direttore del Centro di ricerca sull'Alzheimer dell'UCSF, ha affermato:

"È cruciale capire meglio la PCA per far avanzare sia l'assistenza ai pazienti che la comprensione dei processi che guidano il MA. È fondamentale che i medici imparino a riconoscere la sindrome in modo che i pazienti possano ricevere la diagnosi, la consulenza e le cure corrette.

"Da un punto di vista scientifico, dobbiamo davvero capire perché il MA punta le aree visive piuttosto che la memoria del cervello. Il nostro studio ha scoperto che il 60% dei pazienti con PCA erano donne: capire perché sembrano essere più sensibili è un'area importante della ricerca futura".

 

 

 


Fonte: Suzanne Leigh in University of California - San Francisco (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M Chapleau, [+36], GD Rabinovici. Demographic, clinical, biomarker, and neuropathological correlates of posterior cortical atrophy: an international cohort study and individual participant data meta-analysis. Lancet Neur., 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.