Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio rivela l'ampio impatto dell'Alzheimer sulle funzioni cerebrali

impact of aging and AD on brain functionsAlzheimer e invecchiamento seguono schemi distinti di interruzione delle reti cerebrali. L'Alzheimer impatta sulla connettività cerebrale, che comprende sia le reti cognitive di ordine superiore che quelle sensoriali e motorie (a sinistra), mentre l'invecchiamento è limitato all'interruzione delle reti cognitive.

Scienziati del Dallas Center for Vital Longevity dell'Università del Texas hanno pubblicato nuove evidenze che mostrano che i cambiamenti negli schemi della rete cerebrale risultanti dal morbo di Alzheimer (MA) iniziale differiscono da quelli associati al normale invecchiamento.

I risultati, pubblicati il 15 novembre sul Journal of Neuroscience, mostrano anche che l'impatto del MA sulla funzione cerebrale è più ampio di quanto si credeva finora. Oltre a rilevare cambiamenti caratteristici previsti nei circuiti cerebrali che supportano la memoria e l'attenzione, i ricercatori hanno riscontrato cambiamenti distinti nei circuiti coinvolti nell'elaborazione sensoriale e motoria.

"Alcune disfunzioni cerebrali che accompagnano il MA, che vanno oltre la memoria e l'attenzione, potrebbero essere rilevabili nelle fasi molto precoci, anche durante una lieve compromissione cognitiva, prima della diagnosi di MA", ha affermato il dott. Gagan Wig, professore associato di psicologia e autore senior dello studio.

Il team di ricerca ha scoperto che i cambiamenti legati al MA nelle reti cerebrali (regioni interconnesse del cervello che condividono funzioni simili) erano indipendenti da altri fattori tipicamente associati alla malattia, come livelli elevati di placche amiloidi che si formano quando si aggregano pezzi della proteina amiloide-beta.

"Questa disfunzione della rete cerebrale potrebbe essere un nuovo modo di caratterizzare la compromissione cognitiva legata al MA e fornire un obiettivo di trattamento potenziale", ha affermato Wig. "Abbiamo capito che gli obiettivi su cui ci siamo concentrati potrebbero non essere sufficienti, inclusa l'idea che l'amiloide sia il principale colpevole della malattia. Abbiamo cercato altri modi per quantificare la disfunzione del MA e, in questo studio, mostriamo che anche quando si tiene conto dell'onere amiloide, c'è ancora la disfunzione del circuito".

Da più di un secolo i neuroscienziati hanno distinto le regioni e i sistemi cerebrali per funzione. Alcune di queste reti regolano operazioni sensoriali o motorie, mentre altri cosiddetti sistemi di associazione integrano e mantengono tali informazioni e supervisionano l'attenzione, la memoria e il linguaggio.

"Questa distinzione potrebbe avere un ruolo chiave nel separare l'invecchiamento sano dal degrado del MA", ha affermato Wig. “Nell'invecchiamento sano, i cambiamenti sembrano in gran parte focalizzati sui sistemi di associazione. I sistemi sensoriali e motori sono generalmente stabili. Ad esempio, è molto probabile che il cervello di un 80enne abbia atrofia evidente in una corteccia di associazione, ma possa avere una corteccia visiva e uditiva relativamente meglio conservata".

Nello studio, i ricercatori hanno esaminato gli effetti dell'età e della gravità del MA sulla segregazione del sistema cerebrale in stato di riposo (una misura dell'organizzazione e dell'integrità della rete cerebrale), in 326 individui cognitivamente sani e 275 cognitivamente deteriorati che avevano avuto scansioni cerebrali nell'ambito dell'Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative.

“Con i dati delle scansioni cerebrali che abbiamo avuto a disposizione, ci è stato possibile tenere conto delle differenze cerebrali legate all'età e osservare alterazioni uniche per la gravità della demenza. Esplorando questo, abbiamo scoperto che il peggioramento della demenza è associato non solo alle alterazioni ai sistemi di associazione, ma anche ai sistemi sensoriali e motori", ha affermato Wig. "Questo lavoro sarebbe impossibile senza il massiccio database ADNI multisito che è stato messo a disposizione dei ricercatori del MA come il nostro gruppo".

La prima autrice Ziwei Zhang, dottoranda su cognizione e neuroscienze del laboratorio di neuroscansioni di Wig, ha affermato che le interazioni di rete interessate al MA sono un gruppo più ampio di quelle interessate da un invecchiamento sano.

"Negli anziani che non mostrano alcuna compromissione cognitiva, le interazioni alterate sono principalmente tra le regioni cerebrali che svolgono funzioni simili o all'interno dei sistemi cerebrali", ha affermato. "Invece, nei pazienti con diagnosi di MA, sono alterate anche le interazioni tra regioni che svolgono funzioni distinte, come l'elaborazione visiva e la memoria".

I neuroscienziati hanno avuto difficoltà a spiegare perché alcune persone possono avere le tipiche patologie di MA (placche amiloidi e grovigli neurofibrillari di tau) eppure sembrare cognitivamente inalterate. Wig ha affermato che i nuovi risultati mostrano che la disfunzione cognitiva provocata dalla malattia è probabilmente legata ai cambiamenti di reti funzionali che possono essere dissociati dai livelli di amiloide.

"Queste osservazioni offrono importanti indizi per identificare i tipi di deficit comportamentali che sono maggiormente colpiti nelle prime fasi del MA e di altre forme di demenza", ha affermato. "Mentre continuiamo a perfezionare i biomarcatori di MA basati sulla rete cerebrale, stiamo affinando una nuova fonte unica di informazioni sia per aiutare a diagnosticare il MA sia per misurare il rischio di malattia in individui altrimenti sani".

 

 

 


Fonte: Stephen Fontenot in University of Texas at Dallas (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Z Zhang, [+4], GS. Wig. Dissociable Effects of Alzheimer's Disease-Related Cognitive Dysfunction and Aging on Functional Brain Network Segregation. J of Neurosci, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.