Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sintomi comportamentali neuropsichiatrici associati alla fine dei matrimoni

Un nuovo studio ha analizzato l'associazione tra divorzio/separazione, stadiazione della demenza e sintomi comportamentali neuropsichiatrici nelle coppie di anziani.

Gli anziani con sintomi comportamentali più gravi, che comprendono agitazione, aggressività e disinibizione, hanno maggiori probabilità di divorziare da quelli con sintomi meno gravi. Tuttavia, le fasi più avanzate della demenza sono associate a una bassa probabilità di divorzio. Queste sono alcune delle conclusioni di un nuovo studio pubblicato in agosto su PLOS ONE da Joan Monin della Yale School of Public Health e colleghi.


Negli ultimi anni, il divorzio è in aumento tra gli anziani. In più, la demenza può essere difficile per le coppie sposate per molte ragioni, come l'avvento dell'onere di cura, la perdita di intimità e la tensione finanziaria. Nel nuovo studio, i ricercatori hanno analizzato i dati di 37 Centri Ricerca Alzheimer (ADRC) dei NIA/NIH negli Stati Uniti. Lo studio finale ha incluso 263 coppie sposate o conviventi che hanno divorziato o si sono separate durante il periodo di studio in un ADRC, oltre a 1.238 coetanei di controllo.


Lo studio ha scoperto che maggiore è il punteggio sulla scala di valutazione della demenza clinica, minore è la probabilità di divorzio o separazione (AOR=0,68, IC 95% 0,50-0,93). Tuttavia, la gravità dei sintomi comportamentali, misurata dai punteggi NPI (Neuro Psychiatric Inventory), era associata positivamente (proporzionale) al divorzio e alla separazione (AOR 1,08, IC 95% 1,03-1.12).


Pertanto, con l'aumentare dei sintomi comportamentali degli anziani, aumentava anche la probabilità di divorzio o separazione, mentre quelli con demenza più grave avevano meno probabilità di divorziare o di separarsi.


Gli autori concludono che trattare i sintomi comportamentali negli anziani può non solo aiutare le persone stesse, ma anche i loro coniugi e le loro famiglie. Suggeriscono inoltre che i medici e gli operatori delle reti sociali dovrebbero fornire un ulteriore supporto relazionale agli anziani nelle prime fasi della demenza:

“Questo studio mostra che i sintomi comportamentali neuropsichiatrici come agitazione/aggressività, depressione/disforia, disinibizione ed esultanza/euforia sono fattori di rischio per il divorzio o per la separazione nelle coppie di anziani. Mostra anche che quando la demenza progredisce, la probabilità di divorzio o separazione diminuisce notevolmente".

 

 

 


Fonte: PLOS One via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: JK Monin, [+4], H Allore. Associations between dementia staging, neuropsychiatric behavioral symptoms, and divorce or separation in late life: A case control study. PLOS One, 16 Aug 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.