Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuove intuizioni sul danno agli occhi nei pazienti con Alzheimer

Ricercatori del Cedars-sinai hanno mappato i cambiamenti alla retina che corrispondono a quelli del cervello nella fase iniziale della malattia, aprendo un percorso verso una diagnosi precoce.

retinal imaging

Investigatori del Cedars-Sinai di Los Angeles hanno prodotto l'analisi più ampia ottenuta fino ad oggi della retina, uno strato di tessuto della parte posteriore dell'occhio in cui hanno origine le informazioni visive, e come tali cambiamenti retinici corrispondono ai cambiamenti cerebrali e cognitivi nei pazienti con morbo di Alzheimer (MA).


La loro analisi, pubblicata su Acta Neuropatologica, è un passo importante verso la comprensione degli effetti complessi del MA sulla retina, in particolare nelle prime fasi del danno cognitivo. Gli esperti ritengono che questa comprensione sia fondamentale per sviluppare trattamenti più efficaci che potrebbero prevenire la progressione della malattia.


Il MA è diagnosticato a oltre 3 milioni di americani ogni anno. La malattia distrugge progressivamente la memoria e la capacità cognitiva. Attualmente, non esiste un singolo test diagnostico in grado di eseguire una diagnosi definitiva e i trattamenti più recenti rallentano, non fermano, la sua progressione.


"Il nostro studio è il primo a fornire analisi approfondite dei profili proteici e degli effetti molecolari, cellulari e strutturali del MA nella retina umana e come corrispondono ai cambiamenti nel cervello e nella funzione cognitiva", ha affermato Maya Koronyo-Hamaoui PhD, prof.ssa di neurochirurgia, neurologia e scienze biomediche al Cedars-Sinai e autrice senior dello studio. "Questi risultati potranno infine portare allo sviluppo di tecniche di scansione che ci consentono di diagnosticare il MA prima e più accuratamente e monitorare la sua progressione in modo non invasivo attraverso l'occhio".


"La retina, un'estensione dello sviluppo del cervello, offre un'opportunità senza pari per un monitoraggio accessibile e non invasivo del sistema nervoso centrale", ha affermato Yosef Koronyo MSc, ricercatore associato nel Dipartimento di Neurochirurgia del Cedars-Sinai e primo autore dello studio. "E con l'aiuto dei nostri collaboratori, abbiamo scoperto un accumulo di proteine altamente tossiche nella retina dei pazienti con MA e lieve deterioramento cognitivo (MCI), che causa una grave degenerazione delle cellule".


Gli investigatori hanno esaminato i campioni di tessuto retinico e cerebrale raccolti in 14 anni da 86 donatori umani, il più grande gruppo di campioni di retina di pazienti umani con MA e MCI studiato finora. Hanno confrontato i campioni di donatori con normale funzione cognitiva con quelli con MCI nelle prime fasi del MA e quelli con demenza del MA in uno stadio avanzato.


I ricercatori hanno esplorato le caratteristiche fisiche della retina di questi pazienti, misurando e mappando marcatori di infiammazione e perdita di cellule funzionali, e analizzato le proteine presenti nei tessuti retinici e cerebrali. Ecco cosa hanno trovato nella retina di pazienti con MCI e MA:

  • Sovrabbondanza di una proteina chiamata amiloide-beta 42, che nel cervello del MA si unisce per formare placche che interrompono la funzione cerebrale.
  • Accumulo di proteina amiloide-beta nelle cellule gangliari, le cellule che collegano l'input visivo dalla retina al nervo ottico.
  • Più astrociti e cellule immunitarie, chiamate microglia, che circondavano strettamente le placche di amiloide-beta.
  • Circa l'80% in meno di cellule microgliali che eliminavano le proteine amiloide-beta dalla retina e dal cervello.
  • Molecole specifiche e percorsi biologici responsabili dell'infiammazione e della morte di cellule e tessuti.


"Questi cambiamenti nella retina sono correlati con i cambiamenti in alcune parti del cervello chiamate cortecce entorinali e temporali, centrali per memoria, navigazione e percezione del tempo"
, ha affermato Koronyo.


I cambiamenti della retina erano anche correlati alla fase patologica del MA (chiamata stadio Braak) e allo stato cognitivo dei pazienti. E sono stati trovati anche nei pazienti che sembravano cognitivamente normali o compromessi molto lievemente, facendole considerare possibili predittori precoci del declino cognitivo successivo.


"Questi risultati ci fanno capire meglio gli effetti del MA sulla retina"
, ha dichiarato Keith L. Black MD, presidente del Dipartimento di Neurochirurgia, docente di neuroscienze del Cedars-Sinai e coautore dello studio. "Poiché questi cambiamenti corrispondono ai cambiamenti nel cervello e possono essere rilevati nelle fasi iniziali del deterioramento, possono portarci a una nuova diagnostica per il MA e a un mezzo per valutare nuove forme di trattamento".

 

 

 


Fonte: Cedars-Sinai Medical Center (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y Koronyo, ...[+24], M Koronyo-Hamaoui. Retinal pathological features and proteome signatures of Alzheimer’s disease. Acta Neuropathologica, 11 Feb 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)