Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Moscerini della frutta aiutano a decodificare il legame genetico con l'Alzheimer

Dei ricercatori hanno usato moscerini della frutta per decifrare una connessione inspiegabile tra l'Alzheimer e una variazione genetica, rivelando che fa morire i neuroni.

Si ritiene che oltre 55 milioni di persone in tutto il mondo abbiano il morbo di Alzheimer (MA) o altre forme di demenza, e in Australia sono circa 487.500. Non esiste una cura nota per la malattia, ma l'intervento precoce può aiutare a prevenirne la progressione.


Una nuova ricerca eseguita al Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research (WEHI) e all'Australian National University, migliora la nostra conoscenza del tipo di coinvolgimento della morte cellulare e dei percorsi di controllo della qualità nella neurodegenerazione e rivela potenziali obiettivi per l'intervento precoce nelle condizioni cognitive.

 

Lacuna nella ricerca sulla demenza

Esiste un forte legame genetico tra livelli più alti del gene mitocondriale TOMM40 e il MA, ma i meccanismi alla base di questo fenomeno sono in gran parte sconosciuti. Questa connessione è stata difficile da districare perché questo gene ha come vicino 'il gene di MA' (ApoE4), il predittore più forte del MA a esordio tardivo.


Ma un lavoro recente aveva mostrato che una variazione genetica che causa una sovra-produzione di TOMM40 può causare il restringimento del cervello, indipendentemente dal gene del MA. La prima autrice dott.ssa Agalya Periasamy ha affermato che quei risultati hanno suscitato la curiosità del team, spingendolo a cercare di capire se troppo TOMM40 provoca la neurodegenerazione alla base del MA.


"Se riuscissimo a comprendere questo, potremmo trovare un nuovo modo di intervenire nel processo, per impedire ai neuroni di morire", ha detto la dott.ssa Periasamy. "Attualmente, non abbiamo buoni trattamenti per il MA e abbiamo urgenza di nuove opzioni. La nostra ricerca offre una possibile via alternativa per lo sviluppo di interventi terapeutici tanto necessari per questa malattia devastante".

 

Moscerino della frutta modello della malattia

Il team di ricerca ha usato un modello comune di malattia neurodegenerativa, il moscerino della frutta, per esplorare potenziali connessioni tra livelli elevati di TOMM40 e MA. Gli occhi dei moscerini della frutta contengono cellule chiamate fotorecettori, che sono neuroni specializzati, rendendoli ideali per la ricerca sulla neurodegenerazione.


Per studiare come un eccesso di TOMM40 può essere legato alla neurodegenerazione, il team ha modificato geneticamente i moscerini della frutta perché producessero troppa proteina Tom40, quella derivante dal gene TOMM40, e ha osservato l'effetto.


Ha scoperto che arricchire la proteina ha causato una marcata morte cellulare nella retina, e la quantità di degenerazione corrispondeva al livello della proteina. Dopo aver cercato la causa del tessuto oculare morente, la dott.ssa Periasamy ha trovato prove di un tipo specifico di morte cellulare chiamata apoptosi, che in genere è coinvolta nel ricambio e nel mantenimento normale delle cellule.

"Abbiamo osservato gli occhi delle larve di moscerino al microscopio e abbiamo trovato un aumento di una proteina che segna l'attivazione dell'apoptosi, che nell'uomo è chiamata 'caspasi-3'. Questo ci ha confermato che l'apoptosi era il collegamento mancante che stavamo cercando", ha detto.

 

Complesso proteina TOM e morte cellulare

La Tom40 fa parte di un complesso proteico più ampio chiamato 'TOM' che si assembla sui mitocondri, dove ha la funzione principale di importare proteine essenziali. Il team ha indagato sull'impatto dell'eccesso di Tom40 e ha scoperto che la formazione del complesso TOM ha subito una grande accelerazione. Ciò rompe l'equilibrio nei mitocondri e attiva l'apoptosi.


L'autrice senior dott.ssa Jacqui Gulbis ha affermato:

"Mentre i dati mostrano che l'innesco della morte cellulare è una sovrabbondanza di assemblaggio di TOM, non abbiamo trovato prove che l'importazione di proteine fosse coinvolta nella neurodegenerazione", .

“I nostri risultati identificano un nuovo punto di ingresso nei percorsi di controllo della qualità cellulare che potrebbero essere puntati per interrompere la neurodegenerazione indotta dal TOMM40.

"Anche se questa ricerca è ancora nelle prime fasi, sarà entusiasmante approfondirla ed entrare nella relazione tra l'apoptosi legata a TOMM40 e il MA, per fissare le basi dello sviluppo di nuove terapie per le condizioni cognitive".

 

 

 


Fonte: Walter and Eliza Hall Institute (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A Periasamy, ...[+6], JM Gulbis. An increase in mitochondrial TOM activates apoptosis to drive retinal neurodegeneration. Scientific Reports, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.