Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rafforzare le cellule immunitarie impedisce il declino cognitivo?

mucosal associated T cell

La sottoproduzione di un tipo di cellule immunitarie ancora poco compreso potrebbe contribuire al morbo di Alzheimer (MA) e ad altre forme di declino cognitivo? Uno studio eseguito alla Rutgers University (New Jersey), pubblicato su Nature Immunology, suggerisce che potrebbe farlo, e che aumentare queste cellule potrebbe invertire il danno.


I ricercatori della Rutgers hanno disattivato nei topi il gene che produce 'cellule T invarianti associate alla mucosa' (MAIT, mucosal-associated invariant T cells) e hanno confrontato la funzione cognitiva dei topi normali con quella di animali con deficit di cellule MAIT. Inizialmente, i due gruppi si comportavano in modo identico, ma quando i topi sono cresciuti fino alla mezza età, quelli alterati geneticamente avevano difficoltà a formare nuovi ricordi.


I ricercatori hanno quindi iniettato MAIT nei topi geneticamente alterati, e le loro prestazioni nei compiti di apprendimento e ad alta intensità di memoria, come attraversare un labirinto d'acqua, sono tornati alla normalità.


Gli autori dello studio ritengono che questo sia il primo lavoro a collegare le MAIT alla funzione cognitiva e sperano di farlo seguire da ricerche che confrontano il numero di MAIT negli umani sani con quelli con malattie cognitive, tipo il MA.


"Le cellule MAIT che proteggono il cervello si trovano nelle meningi, ma sono presenti anche nel sangue, quindi un semplice esame del sangue dovrebbe permetterci di confrontare i livelli dei soggetti sani con quelli con MA e altri disturbi cognitivi"
, ha affermato Qi Yang, autrice senior dello studio e prof.ssa associata alla Rutgers.


Le cellule MAIT, che sono state scoperte negli anni '90, erano già note per essere le cellule T innate più abbondanti nell'uomo e per essere particolarmente numerose nel fegato e nella pelle. Lo studio della Rutgers è il primo a rilevare queste cellule (che non sono completamente comprese in termini di lotta alle malattie) nelle meningi, gli strati di membrana che coprono il cervello.


Le MAIT nidificate nelle meningi sembrano proteggere dal declino cognitivo creando molecole antiossidanti che combattono i sottoprodotti tossici della produzione di energia chiamati 'specie ossidative reattive'. Senza le MAIT, le specie ossidative reattive si accumulano nelle meningi e causano perdite di barriera meningea. Quando la barriera meningea diventa permeabile, delle sostanze potenzialmente tossiche entrano e infiammano il cervello. Questo accumulo alla fine interrompe la funzione cerebrale e cognitiva.


L'alterazione genetica ha impedito ai topi sperimentali di produrre cellule MAIT, ma gli esseri umani possono probabilmente aumentare la produzione di cellule MAIT modificando la loro alimentazione o apportando altri cambiamenti allo stile di vita, ha affermato Yuanyue Zhang, prima autrice dello studio e ricercatrice post-dottorato al Child Health Institute del New Jersey.


"La produzione di cellule MAIT è collegata ai batteri nel microbioma intestinale", ha detto la Zhang. “Le persone cresciute in ambienti relativamente sterili, o hanno preso antibiotici, spesso ne producono di meno di quelle cresciute in aree più rurali, dove vi è più esposizione a batteri benefici. Ma tutti possono migliorare il loro microbiota cambiando la dieta o l'ambiente di vita. Questo è solo un motivo in più per perseguire uno stile di vita naturale e sano".

 

 

 


Fonte: Andrew Smith in Rutgers University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y Zhang, ...[+14], Qi Yang. Mucosal-associated invariant T cells restrict reactive oxidative damage and preserve meningeal barrier integrity and cognitive function. Nature Immunology, 21 Nov 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.