Un nuovo studio della University of Southern California, uno dei primi a testare la relazione con l'uso reale del denaro, ha mostrato che i partecipanti che hanno regalato più denaro hanno ottenuto un punteggio significativamente più basso nei test cognitivi noti per essere sensibili all'Alzheimer rispetto a quelli che ne hanno dato via di meno.
Per aiutare a proteggere gli anziani dall'abuso finanziario, i ricercatori stanno lavorando per comprendere chi è più a rischio e nuove scoperte della USC, pubblicate questa settimana sul Journal of Alzheimer's Disease, suggeriscono che la volontà di regalare denaro potrebbe essere collegata alle prime fasi del morbo di Alzheimer (MA).
Sessantasette anziani che non avevano né demenza né deterioramento cognitivo hanno eseguito un compito di laboratorio in cui hanno deciso se dare denaro a una persona anonima o tenerlo per sé. Hanno anche completato una serie di test cognitivi, come il richiamo di parole e di storie. Coloro che hanno regalato più denaro sono andati peggio nelle valutazioni cognitive note per essere sensibili al MA.
"Il nostro obiettivo è capire perché alcuni anziani sono più suscettibili di altri a truffe, frodi o sfruttamento finanziario", ha affermato l'autore senior dello studio, Duke Han PhD, direttore di neuropsicologia e professore di medicina di famiglia, neurologia, psicologia e gerontologia alla USC. "Si pensa che i problemi di gestione del denaro siano uno dei primi segni del MA e questa scoperta lo conferma".
Ricerche precedenti che avevano testato il legame tra altruismo e cognizione si basavano su misure auto-riferite, come chiedere agli anziani se sono disposti a dare denaro in determinati scenari. Il presente studio ha usato denaro reale per esaminare il collegamento.
"Per quanto ne sappiamo, questo è il primo studio a esplorare la relazione usando un paradigma di economia comportamentale, uno scenario in cui i partecipanti dovevano prendere decisioni sul dare o tenere denaro reale", ha affermato Gali H. Weissberger PhD, docente senior nel Dipartimento interdisciplinare di Scienze Sociali della Bar-Ilan University in Israele e prima autrice dello studio.
Il dare e la cognizione
I ricercatori hanno reclutato 67 individui per lo studio, con un'età media di 69 anni. Hanno raccolto i loro dati demografici e li hanno controllati per gli effetti dell'età, del sesso e dell'istruzione nell'analisi finale. I partecipanti sono stati esclusi dallo studio se soddisfacevano i criteri della demenza o del deterioramento cognitivo.
In laboratorio, a ciascun partecipante è stato detto che era stato abbinato a una persona anonima che stava completando lo studio online. Ognuno ha poi avuto $ 10, che doveva allocarlo come desiderava, con incrementi di $ 1, tra lui e la persona anonima.
Gli anziani dello studio hanno anche completato una serie di test neuropsicologici, tra cui diversi che sono comunemente usati per aiutare a diagnosticare il MA nelle prime fasi. I test includevano compiti di richiamo di storie e di parole in cui ai partecipanti viene chiesto di ricordare le informazioni dopo un breve ritardo, un test di fluidità di categoria che prevede di elencare parole su un argomento specifico, e diverse altre valutazioni cognitive.
I partecipanti che hanno regalato di più hanno ottenuto un punteggio significativamente più basso sui test neuropsicologici noti per essere sensibili al MA precoce. Non ci sono state differenze significative di prestazioni su altri test neuropsicologici.
Chiarire il collegamento
Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare la natura della relazione tra altruismo finanziario e salute cognitiva negli anziani, anche con campioni più grandi e rappresentativi. Studi futuri potrebbero raccogliere anche dati sia comportamentali che auto-segnalati sull'altruismo finanziario per comprendere meglio le motivazioni dei partecipanti.
Han, la Weissberger e i loro colleghi stanno ora raccogliendo dati per uno studio longitudinale usando lo stesso compito di dare, che potrebbe aiutare a determinare se alcuni anziani diventano più altruisti nel tempo.
"Se una persona sta sperimentando una sorta di cambiamento nel suo comportamento altruistico, ciò potrebbe indicare che stanno avvenendo cambiamenti anche nel cervello", ha detto la Weissberger.
Chiarire questi dettagli sul legame tra altruismo e cognizione potrebbe in definitiva migliorare l'individuazione del MA e aiutare le persone a proteggere i loro cari dallo sfruttamento finanziario. Può anche aiutare i ricercatori a distinguere tra ciò che rappresenta un comportamento sano rispetto a qualcosa che potrebbe implicare problemi sottostanti.
"L'ultima cosa che vorremmo è che si pensi che l'altruismo finanziario tra gli anziani sia una brutta cosa", ha detto Han. "Può certamente esserci un uso deliberato e positivo del denaro da parte della persona".
Fonte: University of Southern California (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: GH Weissberger, ...[+5], SD Han. Increased Financial Altruism is Associated with Alzheimer’s Disease Neurocognitive Profile in Older Adults. Journal of Alzheimer's Disease, 13 June 2022, DOI
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