Una nuova ricerca suggerisce che puntare proteine essenziali per la neurotrasmissione potrebbe essere un'alternativa promettente per il trattamento dell'Alzheimer.
Una nuova ricerca pubblicata su Alzheimer's & Dementia potrebbe spiegare perché i neuroni non riescono a comunicare efficacemente nelle persone con il morbo di Alzheimer (MA). Lo studio condotto da ricercatori del laboratorio di Christophe Mulle all'Istituto Interdisciplinare di Neuroscienze di Bordeaux apre un nuovo percorso di ricerca per stabilire il meccanismo molecolare che causa il MA.
Nonostante sforzi intensi nella ricerca clinica, non c'è alcun trattamento per curare o almeno per rallentare la progressione del MA; gli attuali interventi clinici sono in genere basati sull'ipotesi 'cascata amiloide', che postula che la neurodegenerazione nel MA è causata dall'accumulo anormale di placche di amiloide nel cervello. Tuttavia, questi interventi non sono riusciti a dimostrare efficacia clinica.
Di recente, l'Agenzia Europea dei Medicinali non ha approvato un nuovo farmaco controverso per il MA (aducanumab/Aduhelm) che punta le placche, concludendo che i benefici non superano i rischi. La decisione lascia circa 8 milioni di persone con demenza nell'UE senza opzioni di trattamento, evidenziando l'urgente necessità di un obiettivo alternativo per la ricerca di MA.
Il nuovo studio rivela che il peptide amiloide che compone le placche non è l'unico colpevole che si accumula nel cervello del MA umano. Per mezzo di un'intensa colorazione microscopica è emerso che il suo precursore, la proteina precursore amiloide (APP), circonda le placche amiloidi.
"Sorprendentemente, la nostra ricerca ha rivelato che le aree del cervello in cui l'APP si accumula, contengono quantità anomale di proteine essenziali per la comunicazione tra i neuroni", ha affermato il dott. Gaël Barthet, autore senior della ricerca, attuale direttore di neuroscienze al Wyss Center di Ginevra.
La comunicazione tra i neuroni avviene alle giunzioni chiamate sinapsi, in cui i neurotrasmettitori rilasciati da un neurone pre-sinaptico vengono lanciati attraversano la giunzione per raggiungere e attivare un neurone post-sinaptico.
"Ciò che abbiamo trovato affascinante è che l'APP si accumula con un eccesso di proteine pre-sinaptiche, mentre quelle post-sinaptiche erano esaurite, indicando una grave compromissione della comunicazione neuronale in questi siti", ha detto il dott. Tomas Jorda, primo autore dello studio e ricercatore postdottorato di neurobiologia all'Università di Ginevra.
"Le nuove scoperte introducono una nuova direzione da esplorare con il nostro approccio innovativo, multi-scala e multi-modale al Centro", ha detto il dott. Richie Kohman, responsabile scientifico del Wyss Center.
La ricerca traslazionale del Centro WYSS sulle malattie neurodegenerative usa nuove tecniche di marcatura molecolare abbinate a strumenti avanzati di microscopia e analisi dei dati per esaminare popolazioni neuronali specifiche, marcatori sinaptici e trascrittomica a singola-cellula nel cervello umano.
Questi approcci innovativi di scansione consentono di studiare il cervello umano in sezioni di grandi dimensioni o anche in interi campioni 3D. Il Centro WYSS usa questi metodi per indagare sui meccanismi molecolari in gioco nei disturbi neurologici e psichiatrici, per stabilire i primi biomarcatori e identificare nuovi obiettivi terapeutici.
Fonte: Wyss Center for Bio and Neuroengineering (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Tomàs Jordà-Siquier, Melina Petrel, Vladimir Kouskoff, Una Smailovic, Fabrice Cordelières, Susanne Frykman, Ulrike Müller, Christophe Mulle, Gaël Barthet. APP accumulates with presynaptic proteins around amyloid plaques: A role for presynaptic mechanisms in Alzheimer's disease?. Alzheimer's & Dementia, 25 Jan 2022, DOI
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