Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Memoria motoria lunga e corta: come interagiscono

Per la prima volta, gli scienziati della University of Southern California (USC) hanno scoperto il meccanismo per la memoria motoria breve e quella a lungo termine lavorano insieme e gareggiano una contro l'altra.

La ricerca (di un team guidato da Nicolas Schweighofer della Divisione di Biochinesiologia e Terapia Fisica della USC) potrebbe aprire la strada alla riabilitazione più efficace per i pazienti colpiti da ictus.

Salta fuori che il fenomeno della memoria motoria è in realtà il prodotto di due processi: la memoria a breve termine e quella a lungo termine. Se ci si concentra sull'apprendimento delle capacità motorie in sequenza (per esempio due lanci di sfere), ognuna è acquisita abbastanza rapidamente, ma si è più propensi a dimenticarle in un secondo momento. Tuttavia, se si divide il tempo fra l'apprendimento di molteplici capacità motorie (esempio, imparare due tiri diversi) si potrebbero imparare più lentamente, ma è più probabile che si ricorderebbero entrambi più a lungo.

Questo fenomeno, chiamato "effetto di interferenza contestuale", è il risultato di uno scontro tra la memoria motoria a breve termine e quella a lungo termine, ha detto Schweighofer. Anche se gli scienziati sono da tempo consapevoli dell'esistenza dell'effetto, la ricerca di Schweighofer è la prima a spiegare il meccanismo alla sua base. "Cancellare continuamente la memoria motoria a breve termine aiuta ad aggiornare la memoria a lungo termine", ha aggiunto.

In breve, se il cervello può fare affidamento sulla memoria motoria a breve termine per gestire la memorizzazione di una singola attività motoria, allora lo farà, non riuscendo a coinvolgere la memoria a lungo termine nel processo. Se si nega al cervello quella opzione, continuando a passare dall'apprendere un compito ad un altro, entrerà in gioco invece la memoria a lungo termine. Ci vorrà più tempo per impararli entrambi, ma non si dimenticheranno in seguito. "E' molto più difficile per le persone imparare due attività" ha detto. "Ma nell'apprendimento casuale non c'era una dimenticanza significativa".

Schweighofer ha scoperto il meccanismo, mentre esplorava i risultati sconcertanti di test di memoria di lavoro spaziale in soggetti che avevano subito un ictus cerebrale. Quegli individui, la cui memoria a breve termine è danneggiata dall'ictus, mostrano una migliore conservazione a lungo termine, perché sono costretti a fare affidamento su tale tipo di memoria.

Lo studio di Schweighofer appare nel numero di agosto di Journal of Neurophysiology. Nel lungo termine, ha detto che spera che questa ricerca possa contribuire a portare a programmi per computer che ottimizzano la riabilitazione per pazienti colpiti da ictus, determinando quale metodo di allenamento funziona meglio per ogni individuo. Questa ricerca è stata finanziata dal National Institutes of Health e dal National Science Foundation.

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 

 


Fonte: Materiale della University of Southern California, via EurekAlert!, un servizio di AAAS.

Riferimento: N. Schweighofer, J.-Y. N. Schweighofer, J.-Y. Lee, H.-T. Lee, H.-T. Goh, Y. Choi, S. Kim, JC Stewart, R. Lewthwaite, CJ Winstein. Mechanisms of the contextual interference effect in individuals post-stroke. Journal of Neurophysiology, 2011; DOI: 10.1152/jn.00399.2011.

Pubblicato in ScienceDaily il 13 settembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)