Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Segni di invecchiamento collegati a vasi sanguigni bloccati nel cervello

Molti sintomi di invecchiamento comuni, come la stretta di mano, l'incurvamento della schiena e il cammino più lento, possono essere dovuti a piccoli vasi bloccati nel cervello che non possono essere rilevati dalla tecnologia attuale.

In uno studio riportato in Stroke: Journal of the American Heart Association, i ricercatori hanno esaminato le autopsie del cervello delle persone anziane e hanno trovato:

  • Le lesioni o gli infarti microscopici (troppo piccoli per essere rilevati utilizzando scansioni del cervello) erano nel 30 per cento del cervello di persone che non avevano diagnosticato una malattia del cervello o ictus.

  • Coloro che avevano una camminata più difficile avevano lesioni cerebrali multiple.

  • Due terzi della popolazione aveva almeno una anormalità dei vasi sanguigni, il che suggerisce un possibile collegamento tra i vasi bloccati e i segni di invecchiamento familiari.

"Questo è molto sorprendente", ha detto Aron S. Buchman, MD, autore principale dello studio e professore associato di scienze neurologiche del Medical Center della Rush University di Chicago. "C'è una conseguenza molto grande sulla salute pubblica perché non riusciamo a catturare questo 30 per cento che ha la malattia dei piccoli vasi sanguigni non diagnosticata perchè non viene rilevata dalla tecnologia attuale. Come si possono finanche portare sotto il radar? Abbiamo bisogno di strumenti aggiuntivi nella nostra scatola degli attrezzi".

Nel 1994, i ricercatori hanno iniziato a condurre gli esami annuali su 1.100 suore e preti anziani per [scoprire] i segni dell'invecchiamento. I partecipanti hanno anche donato i loro cervelli per l'esame dopo la morte. Questo studio fornisce risultati sulle prime 418 autopsie del cervello (61 per cento donne, in media 88 anni al momento della morte).

Anche se il morbo di Parkinson si verifica solo nel 5 per cento degli anziani, almeno la metà delle persone over 85 hanno lievi sintomi associati alla malattia. Prima dello studio, i ricercatori credevano che qualcosa di più comune, come microscopici vasi bloccati, potrebbe essere la causa del declino fisico. Le autopsie dello studio hanno scoperto che le lesioni di piccole dimensioni potrebbero essere viste solo al microscopio dopo che i partecipanti sono morti. Le lesioni non hanno potuto essere rilevate da scansioni attuali.

Durante gli esami annuali delle suore e dei preti, i ricercatori hanno utilizzato la porzione delle capacità motorie dell'indagine sul Parkinson per valutare le loro capacità fisiche. I ricercatori hanno osservato e valutato i partecipanti per:

  • Equilibrio

  • Capacità di mantenere la postura

  • Velocita di camminata

  • Capacità di sedersi e alzarsi dalle sedie

  • Possibilità di girarsi quando si cammina

  • Senso di vertigine

"Spesso i sintomi motori lievi sono considerati un elemento normale dell'invecchiamento", ha detto Buchman, che è anche membro del Centro Alzheimer della Rush. "Non dovremmo accettare questo come normale invecchiamento. Dovremmo cercare di risolvere il problema e capirlo. Se c'è una causa di fondo, possiamo intervenire e, forse, ridurre l'impatto".

Co-autori sono Sue E. Leurgans, dottorato di ricerca; Sukriti Nag, MD, Ph.D., David A. Bennett, MD e Julie A. Schneider, MD, MS. Le informazioni di conflitti degli autori si trovano sul manoscritto. Studio finanziato dai National Institutes of Health e dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Illinois.

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.

 

 


Fonte: Materiale della American Heart Association, via EurekAlert!, un servizio di AAAS.

Riferimento: Aron S. Buchman, Sue E. Leurgans, Sukriti Nag, David A. Bennett, Julie A. Schneider. Cerebrovascular Disease Pathology and Parkinsonian Signs in Old Age. Stroke, 2011; DOI: 10.1161/STROKEAHA.111.623462.

Pubblicato in ScienceDaily il 1 Settembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.