Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Al volante con la demenza

Alla guidaAlcuni rapporti dicono che i pazienti affetti da demenza hanno più probabilità di incorrere in incidenti stradali durante la guida. Ma, sono gli incidenti la ragione per cui le persone smettono di guidare quando hanno la demenza?

Uno studio recente ha dimostrato che circa il 40 per cento delle persone con demenza da lieve a moderata continuano ancora a guidare. Il motivo principale per cui le persone affette da demenza smettono di guidare è la convinzione del caregiver che sia diventato troppo rischioso. Pochissime persone smettono di guidare a causa di incidenti o perchè viene tolta la patente.


Lo studio, condotto da Stephan Seiler, MD, del Dipartimento di Neurologia dell'Università di Medicina di Graz in Austria, ha cercato di individuare quali fattori sono considerati quando i pazienti con demenza smettono di guidare. I ricercatori hanno esaminato i pazienti che facevano parte di un studio a lungo termine sulla demenza in Austria. Hanno iscritto 240 persone con demenza che aveva guidato per un certo periodo della loro vita. Erano rappresentati tutti i tipi di demenza; compresi Alzheimer, demenza a corpi di Lewy, demenza vascolare e altre.


I ricercatori hanno individuato chi stava ancora guidando e chi aveva smesso. Hanno chiesto ai caregivers perché i pazienti con demenza avessere smesso di guidare. Hanno anche chiesto informazioni sui sintomi e le sensazioni del caregiver sull'onere e lo stress del caregiving.


I risultati mostrano che 145 pazienti (pari a circa il 60 per cento) avevano smesso di guidare. Di questi, 136 (il 93,8 per cento) hanno smesso di guidare per decisione del caregiver che considerava la loro guida troppo rischiosa. Solo 8 persone hanno smesso di guidare a causa di incidenti, e solo una persona l'ha fatto perché è stata revocata la patente.


La decisione del caregiver di fare smettere di guidare ai pazienti può essere fatta sulla base dei sintomi. In questo studio, erano i pazienti con sintomi più gravi ad aver smesso di guidare con maggiore probabilità. Inoltre, erano i pazienti il cui caregiver aveva un livello superiore di onere ad aver smesso di guidare con più probabilità.


Gli autori concludono che il giudizio del caregiver sul rischio - e non gli incidenti o i problemi di patente - sono il motivo per cui la maggior parte delle persone con demenza smettono di guidare. Questo studio ha chiesto al caregiver di valutare i motivi come: troppo rischioso, incidente o patente revocata. Nel limitare le ragioni tra cui scegliere, lo studio non è stato in grado di fornire ragioni specifiche sul motivo per cui il caregiver valutava la guida a rischio.


Questo studio è stato pubblicato il 26 dicembre in PlosOne. Lo studio è stato finanziato della Austrian Alzheimer Society e dal Jubiläumsfonds della Banca Nazionale Austriaca. Gli autori dichiarano di non avere conflitti di interesse.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Riferimento: Stephan Seiler, Helena Schmidt, Anita Lechner, Thomas Benke, Guenter Sanin, Gerhard Ransmayr, Riccarda Lehner, Peter Dal-Bianco, Peter Santer, Patricia Linortner, Christian Eggers, Bernhard Haider, Margarete Uranues, Josef Marksteiner, Friedrich Leblhuber, Peter Kapeller, Christian Bancher, Reinhold Schmidt, on behalf of the PRODEM Study Group. “Driving Cessation and Dementia: Results of the Prospective Registry on Dementia in Austria (PRODEM)”. PloSOne7(12): e52710. doi:10.1371/journal.pone.0052710

Scritto da Kristi Davis, verificato da Joseph V. Madia, MD

Pubblicato in DailyRx il 6 Gennaio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.