Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


'Lost & ... Found' di AFA: strategie per il wandering

Charlot vagabondoIn un momento di notizie di persone scomparse con Alzheimer o demenze associate, la Alzheimer's Foundation of America (AFA) sta incoraggiando le forze dell'ordine a livello nazionale a imparare sia i metodi disponibili per assistere il ritrovamento delle persone con demenza che si sono perse, e sia ad aiutare ad educare il pubblico sui passi che possono adottare per salvaguardare i propri cari.

L'AFA delinea queste strategie in un nuovo rapporto pubblicato oggi, intitolato "Lost and ... Found. A Review of Available Methods and Technologies to Aid Law Enforcement in Locating Missing Adults with Dementia” [Oggetti smarriti. Una revisione dei metodi e delle tecnologie disponibili per aiutare le forze dell'ordine a individuare gli adulti con demenza dispersi].

E' stato finanziato dal Project Lifesaver International, un'organizzazione non-profit con sede a Chesapeake in Virginia, mediante una sovvenzione ricevuta del Department of Justice's Bureau of Justice Assistance degli Stati Uniti. Il rapporto fa anche enorme luce sui casi di scomparsa ("missing incidents"), dando alle forze dell'ordine e ai caregivers la comprensione della portata del problema come uno dei comportamenti dell'Alzheimer più comuni, pesanti, costosi e pericolosi per la vita, così come una delle principali fonti di stress dei caregiver e di inserimento di persone affette da demenza nelle strutture di assistenza a lungo termine.


"Il wandering [vagabondare] è uno dei comportamenti più spaventosi e potenzialmente pericolosi per la vita, che possono accompagnare una condizione cognitiva. Le statistiche relative a questo comportamento sono di grave preoccupazione", ha detto Gene Saunders, CEO e fondatore del ProjectLifesaver. "Questo è il motivo perché crediamo che questo studio sia così importante, perché ci sono chiaramente misure che possono essere adottate per proteggere un individuo 'a rischio', migliorare la sua qualità di vita e portare un livello di tranquillità al suo caregiver".


Gli esperti stimano che il 60 per cento delle persone con Alzheimer vagheranno ad un certo punto durante la progressione della malattia del cervello e la metà di loro si perderà e sarà separato da una persona cara. La malattia genera perdita di memoria, confusione e declino in altre funzioni intellettuali che compromettono la capacità degli individui di riconoscere che sono in pericolo o di fare autonomamente le azioni per tornare a casa in sicurezza. Inoltre, fino al 61 percento delle persone che si perdono subiranno lesioni gravi o morte, se non vengono trovate entro 24 ore.


"Poichè l'incidenza dell'Alzheimer continua ad aumentare, ne consegue che il comportamento vagabondo salirà di conseguenza, sottolineando la necessità di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle strategie attualmente disponibili per affrontare e arginare questa crisi potenziale", dice il rapporto. Commentando la relazione, Eric J. Hall, presidente e CEO di AFA, ha dichiarato: "Questo rapporto conferma che le forze dell'ordine, i caregivers e intere comunità devono essere proattive circa il rischio molto reale di scomparsa. Questo comportamento difficile non solo minaccia la vita della popolazione più vulnerabile della nazione, ma mette a repentaglio anche la salute e il benessere dei caregiver".


Il rapporto rileva inoltre che gli episodi di scomparsa sono "un problema di sicurezza pubblica serio e costoso per le forze dell'ordine che non faranno che peggiorare in quanto questa malattia invade più vite". Le operazioni di ricerca e salvataggio costano ai contribuenti una cifra stimata di 1.500 dollari l'ora e dura in media 9 ore, secondo il progetto Lifesaver, che utilizza un sistema di risposta rapida in combinazione con le forze dell'ordine per individuare persone scomparse con Alzheimer, autismo o altre menomazioni.


Il rapporto identifica tre grandi categorie di strategie per consentire di identificare e/o localizzare una persona scomparsa con demenza:

  • Informare caregivers e pubblico, comprese le forze dell'ordine, sul comportamento di vagabondare per contribuire a garantire che una persona scomparsa possa essere individuata rapidamente una volta trovata. I programmi di identificazione comprendono i registri e le forme di identificazione da indossare, come bracciali, ciondoli e etichette di abbigliamento.
  • I programmi che avvisano il pubblico attraverso segnalazioni stradali, annunci TV e altre comunicazioni che una persona anziana o disabile è scomparsa (proprio come l'Ambra Alert per i bambini), possono aumentare le probabilità che un buon samaritano potrà individuare e assistere l'individuo con sicurezza. Attualmente, 41 Stati hanno creato formalmente i programmi, comunemente chiamati "Silver Alert", che puntano agli adulti dispersi, compresi quelli con disabilità cognitive.
  • I sistemi di monitoraggio "attivi", che utilizzano segnali radio, satelliti di posizionamento globale o triangolazione cellulare, o una combinazione di queste tecnologie, possono aiutare nella ricerca e nel soccorso, individuando il luogo in cui è la persona che li indossa o che trasporta il dispositivo di tracciamento.


Il rapporto sottolinea che quasi tutti i casi che utilizzano una combinazione di metodi danno la più grande probabilità di trovare la persona scomparsa in modo rapido e sicuro.  Inoltre, dice, "nessun servizio può garantire che un individuo può essere trovato o trovato illeso ogni volta, sottolineando la necessità di implementare in primo luogo tutti i metodi di prevenzione possibili per impedire che si verifichi la fuga".


Lauren Coleman, di 19 anni, di Merriam in Kensas, ricorda quanto fosse difficile per lei vedere la bisnonna perdere la memoria passando dal "dimenticare piccole cose a dimenticare quelle più grandi" e poi a vagare lontano da casa. "Mama Susie si era allontanata da casa e vagò per cinque miglia fino alla chiesa che lei amava tanto. Il pastore ha contattato mia nonna e le ha detto che Mama Susie era lì", dice l'adolescente in un caso di studio incluso nel rapporto "Lost and Found". "A quel punto, ho veramente capito che le cose andavano davvero male".


Il wandering può essere richiesto dal desiderio di una persona di "andare a casa", una risposta a stress o bisogni insoddisfatti, come la fame, o un effetto collaterale dei farmaci. "Lost and ... Found" fornisce anche i punti di differenziazione tra le tecnologie disponibili, consigli su come aiutare a prevenire una scomparsa e creare un piano di risposta al vagabondaggio, una lista per ogni stato dei programmi Silver Alert, e ulteriori risorse sul tema.

La relazione completa è disponibile sul sito web dell'AFA.

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato in PR Web il 21 Giugno 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari. - Foto: Charlie Chaplin dal film "The tramp - Charlot vagabondo"

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)