Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La biologia del caffè, una delle bevande più popolari al mondo

Stai leggendo questo articolo con una tazza di caffè in mano, vero? Il caffè è la bevanda più popolare in molte parti del mondo. Gli americani bevono più caffè che soda, succhi di frutta e tè, insieme. Quanto è popolare il caffè? Quando è stata data la notizia che il principe Harry e Meghan stavano prendendo in considerazione il Canada come nuova casa, il gigante canadese del caffè Tim Hortons ha offerto loro caffè gratis per tutta la vita come ulteriore stimolo.


Data la sua popolarità, è sorprendente quanta confusione circonda il modo in cui questo nettare degli dei, caldo e scuro, influenza la nostra biologia.

 

Ingredienti del caffè

Gli ingredienti principali biologicamente attivi nei caffè sono la caffeina (uno stimolante) e un insieme di antiossidanti. Che cosa sappiamo di come la caffeina e gli antiossidanti influenzano il nostro corpo? I fondamentali sono abbastanza semplici, ma il diavolo è nei dettagli e sono innumerevoli le speculazioni intorno a come il caffè potrebbe aiutarci o farci del male.


Le proprietà stimolanti della caffeina implicano che puoi contare su di una tazza di caffè per svegliarti. In realtà, il caffè, o almeno la caffeina che contiene, è la droga psicoattiva più usata in tutto il mondo. Sembra funzionare come uno stimolante, almeno in parte, impedendo all'adenosina, che promuove il sonno, di legarsi al suo recettore.


Caffeina e adenosina hanno strutture ad anello simili. La caffeina agisce da imitatore molecolare, riempendo e bloccando il recettore dell'adenosina, bloccando la capacità naturale del corpo a riposare quando è stanco.


Questo blocco è anche il motivo per cui troppo caffè può farti sentire insonne o nervoso. Puoi rinviare la fatica solo per un certo tempo prima che i sistemi di regolazione del corpo comincino a fallire, portando a cose semplici come il nervosismo, ma anche a effetti più gravi come ansia o insonnia. Le complicazioni possono essere comuni: un possibile legame tra caffè e insonnia è stato identificato più di 100 anni fa.

 

Risposte uniche

Persone diverse rispondono alla caffeina in modo diverso. Almeno parte di questa variabilità dipende dalle nostre forme diverse di quel recettore adenosina, la molecola che la caffeina lega e blocca. Ci sono probabilmente anche altri siti di variazione genetica.


Ci sono individui che non elaborano la caffeina e per i quali le bevande come il caffè potrebbero costituire un pericolo medico. Anche lontano da questi due estremi, tuttavia, c'è una variabilità nel modo in cui rispondiamo a quella tazza di caffè. E, come gran parte della biologia, quella variabilità è una funzione dell'ambiente, del nostro consumo precedente di caffè, della genetica e, per dirla tutta, del semplice caso.


Potremmo essere interessati al caffè per la piacevole euforia provocata dalla caffeina, ma questo non significa che la caffeina sia l'aspetto più biologicamente interessante di una buona tazza di caffè.


In uno studio sui ratti, la caffeina ha innescato la contrazione della muscolatura liscia, quindi è possibile che la caffeina promuova direttamente l'attività intestinale. Altri studi, tuttavia, hanno dimostrato che il caffè decaffeinato può avere sull'attività intestinale lo stesso effetto forte del caffè normale, suggerendo un meccanismo più complesso che coinvolge alcune delle altre molecole del caffè.

 

Benefici antiossidanti

Che dire degli antiossidanti nel caffè e dell'euforia che li circonda? Le cose in realtà partono piuttosto semplici. I processi metabolici producono l'energia necessaria per la vita, ma creano anche rifiuti, spesso sotto forma di molecole ossidate che possono essere dannose per loro stesse o danneggiarne altre.


Gli antiossidanti sono un ampio gruppo di molecole in grado di eliminare i rifiuti pericolosi; tutti gli organismi producono antiossidanti come parte del loro equilibrio metabolico. Non è chiaro se integrare la nostra dieta con antiossidanti addizionali può aumentare le difese naturali, ma ciò non ha fermato la speculazione.


Gli antiossidanti sono stati collegati a quasi tutto, compresa l'eiaculazione precoce. Una qualsiasi delle pretese di effetti positivi è motivata? Sorprendentemente, la risposta è ancora una volta un clamoroso forse.

 

Caffè e cancro

Il caffè non è in grado di curare il cancro, ma può aiutare a prevenire questa, e forse altre malattie. Parte della risposta alla domanda del collegamento tra caffè e cancro sta nel farne un'altra: che cos'è il cancro? Nella forma più semplice, il cancro è la crescita incontrollata di cellule, che ha a che fare fondamentalmente con la regolazione di quando i geni sono, o non sono, espressi attivamente.


Il mio gruppo di ricerca studia la regolazione genica e posso dirvi che anche una buona tazza di caffè o la spinta della caffeina, non indurrà i geni che sono disattivati, ​​o con tempi sbagliati, ad iniziare improvvisamente a giocare secondo le regole.


Gli antiossidanti nel caffè possono effettivamente avere un effetto di lotta contro il cancro. Ricorda che gli antiossidanti combattono i danni cellulari. Un tipo di danni che essi possono contribuire a ridurre sono le mutazioni al DNA, e il cancro è causato da mutazioni che portano alla disregolazione dei geni.


Gli studi hanno dimostrato che il caffè combatte il cancro nei ratti. Altri studi sull'uomo hanno dimostrato che il caffè è associato ad una minore incidenza di alcuni tipi di cancro.

 

Caffè e le altre malattie

È interessante notare che il caffè è anche collegato a minori incidenze di altre malattie. Un consumo più alto di caffè è legato a tassi più bassi di Parkinson e di alcune altre forme di demenza. Sorprendentemente, almeno uno studio sperimentale nei topi e su colture cellulari ha mostrato che la protezione è il risultato di una combinazione tra caffeina e antiossidanti del caffè.


Il maggiore consumo di caffè è stato collegato anche a minori tassi di diabete di tipo 2. Complessità, effetti combinati e variabilità tra individui sembrano essere temi comuni in tutte le malattie.


Per finire, dove ci lascia tutto questo sulla biologia del caffè? Beh, come dico ai miei studenti, è complicato. Ma come già sa la maggior parte di chi legge questo articolo, la cosa certa è che il caffè ti farà svegliare al mattino.

 

 

 


Fonte: Thomas Merritt, professore e ricercatore di chimica e biochimica della Laurentian University

Pubblicato su The Concersation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.