Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come ridurre il tuo rischio di demenza

Molte persone non vogliono pensare alla demenza, specialmente se la loro vita non è ancora stata toccata da essa. Ma in tutto il mondo viene diagnosticata la demenza a 9,9 milioni di persone ogni anno, una ogni 3,2 secondi. Questo numero è in crescita: oggi circa 50 milioni di persone convivono con la demenza e questo numero salirà a oltre 130 milioni nel mondo entro il 2030.


Non devi aspettare fino ai 65 anni per agire. In assenza di trattamento, dobbiamo pensare prima ai modi per proteggere la nostra salute cerebrale. Questo è il mese della consapevolezza di Alzheimer: quale momento migliore per imparare a ridurre il rischio di demenza, qualunque sia la tua età?


Nel mio lavoro al Rotman Research Institute del Baycrest, affronto i fattori cognitivi, sanitari e di stile di vita nell'invecchiamento. Indago su come possiamo mantenere la nostra salute del cervello, riducendo il rischio di demenza mentre invecchiamo. Attualmente sto reclutando partecipanti a due studi clinici che esplorano i benefici di diversi tipi di allenamento cognitivo e di interventi sullo stile di vita per prevenire la demenza.


Ci sono tre fattori di rischio di demenza su cui non puoi fare nulla: età, sesso e genetica. Ma un numero crescente di prove sta scoprendo i contributori del rischio di demenza in gioventù, mezza età e vecchiaia per cui possiamo fare qualcosa, sia per la salute del nostro cervello che per quella futura dei nostri figli.


Prima di andare oltre, chiariamo una certa confusione tra morbo di Alzheimer (MA) e demenza. La demenza è un termine che descrive il declino delle capacità cognitive come la memoria, l'attenzione, il linguaggio e la risoluzione dei problemi, abbastanza grave da influenzare il funzionamento quotidiano di una persona. La demenza può essere causata da una vasta gamma di malattie, ma la più comune è il MA.

Fattori di rischio in gioventù

I bambini nati con un peso alla nascita che è basso per la loro età gestazionale, hanno circa il doppio delle probabilità di sperimentare disfunzioni cognitive in età avanzata.


Molti studi hanno anche identificato un legame tra la posizione socioeconomica nell'infanzia o il raggiungimento dell'istruzione e il rischio di demenza. Ad esempio, uno status socioeconomico basso nella prima infanzia è legato al declino della memoria in tarda età, e una meta-analisi ha identificato una riduzione del 7% del rischio di demenza per ogni anno aggiuntivo di istruzione.


Opportunità nutrizionali più carenti, che spesso accompagnano una bassa posizione socioeconomica, possono provocare condizioni cardiovascolari e metaboliche come ipertensione, colesterolo alto e diabete, che sono fattori di rischio aggiuntivi per la demenza.


E la scarsa istruzione riduce le opportunità di impegnarsi in una vita di occupazioni e attività ricreative intellettualmente stimolanti per tutta la vita che costruiscono reti neurali più ricche e più resilienti.

Lavora e gioca duro nella mezza età

Esistono prove sostanziali del fatto che le persone che svolgono un lavoro retribuito più complesso socialmente o cognitivamente hanno un migliore funzionamento cognitivo in età avanzata e un rischio inferiore di demenza. Allo stesso modo, l'impegno nelle attività cognitive stimolanti nella mezza età, come leggere e giocare, può ridurre il rischio di demenza di circa il 26%.


Sappiamo tutti che l'esercizio fisico fa bene alla salute fisica e anche impegnarsi in attività fisica da moderata a vigorosa in mezza età può ridurre il rischio di demenza. L'attività aerobica non solo ci aiuta a mantenere un peso sano e a mantenere bassa la pressione del sangue, ma promuove anche la crescita di nuovi neuroni, in particolare nell'ippocampo, l'area del cervello più dedita alla formazione di nuovi ricordi.

Resta sociale e mangia bene nella terza età

Mentre le influenze della posizione socioeconomica e l'impegno nell'attività cognitiva e fisica rimangono importanti fattori di rischio per la demenza in età avanzata, la solitudine e la mancanza di sostegno sociale emergono come fattori di rischio di demenza in tarda età.


Gli anziani che hanno un rischio genetico per lo sviluppo del MA hanno meno probabilità di sperimentare un declino cognitivo se vivono con altri, sono meno soli e sentono di avere un sostegno sociale.


Hai sentito che tu sei ciò che mangi, giusto? Si scopre che ciò che mangiamo è importante anche come fattore di rischio della demenza. Mangiare cereali non raffinati, frutta, verdura, legumi, olio d'oliva e pesce, e poca carne, cioè una dieta in stile mediterraneo, è stato collegato a tassi di demenza più bassi. Insieme ai miei colleghi del Baycrest, abbiamo creato una Guida ai prodotti per la salute del cervello basata sulle prove disponibili.

 

Che dire di Ronald Reagan?

Ogni volta che presento questo tipo di informazioni, qualcuno dice invariabilmente: "Ma mia madre ha fatto tutte queste cose e ha comunque la demenza" o "E che dire di Ronald Reagan?"


Mio padre ha conseguito una laurea, è stato direttore creativo globale di un'importante società pubblicitaria, ha avuto una rete sociale ricca per tutta l'età adulta e ha goduto di 60 anni di matrimonio. È morto con il MA. La mia esperienza con mio padre motiva ulteriormente la mia ricerca.


Si ritene che condurre uno stile di vita sano e impegnato aumenti la 'riserva cognitiva' che porta a una maggiore capacità di recupero del cervello in modo tale che le persone possano mantenere il funzionamento cognitivo in età avanzata, nonostante il potenziale accumulo di patologie del MA.


Pertanto, sebbene tutti questi fattori non possano arrestare il MA, possono consentire alle persone di vivere più a lungo in buona salute cognitiva. Nella mia mente, solo questo vale il proponimento di condurre uno stile di vita più sano e più impegnato.

 

 

 


Fonte: Nicole Anderson, professoressa associata di psichiatria geriatrica alla University of Toronto.

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.