Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studia molto e potresti ridurre le tue possibilità di demenza

 

Ogni anno centinaia di anziani studenti si riuniscono a Toronto per la convocazione, di persona e online, aspettando con ansia il loro diploma. Alcuni hanno novant'anni; alcuni hanno la demenza.


Una laureata, che ha completato 15 corsi tenuti alla facoltà della Ryerson University, era una ex manager di intrattenimento per Madonna. Sosteneva in classe che la visione dell'arte del filosofo prussiano Immanuel Kant fosse migliore di quella di David Hume, il filosofo scozzese. Kant diceva che l'arte è basata sull'intenzione, mentre secondo Hume è un'abilità.


Anche durante la lezione, questa studentessa riusciva a sostenere la sua argomentazione razionale. Quello che ricordava la settimana successiva era poco. Ma nel momento, che è dove i pazienti con demenza si trovano, come tutti noi, esistenzialmente, lei era presente.


E i benefici vanno oltre la presenza. La partecipazione a un apprendimento superiore può anche attenuare la perdita delle funzioni cognitive associate all'invecchiamento e al morbo di Alzheimer. Gill Livingston e il suo team che guidano la Lancet Commission on Dementia hanno dimostrato che la resilienza può aiutare a rallentare la progressione della demenza o ritardarne l'insorgenza.


L'idea alla base di resilienza è un concetto chiamato riserva cognitiva. Fattori di stile di vita come la dieta e l'esercizio fisico - e anche l'apprendimento - aumentano la riserva cognitiva. Una maggiore riserva cognitiva è un'arma in più contro la perdita di memoria.

 

Dalla filosofia alla neuropsicologia

Negli ultimi quattro anni, la Ryerson University, in collaborazione con Baycrest Health Sciences, ha offerto fino a 20 corsi all'anno agli anziani. Alcuni hanno la demenza, altri no; siedono fianco a fianco in classe. I corsi sono densi, otto settimane di sessioni intensive di due ore.


I titoli includono: Filosofia di Socrate, Astronomia, Neuropsicologia, Romanticismo e Grandi artisti, Musica classica, I grandi registi, Letteratura francese e Archeologia. David Lipovitch, archeologo formatosi ad Harvard, conduce corsi sui siti di scavo mediorientali su cui sta lavorando. I migliori scrittori per il Globe and Mail e gli esperti della storia di Broadway presenziano alle lezioni che hanno fino a 30 studenti.


La chiave è l'impegno: ottimizzare l'apprendimento per ridurre l'isolamento sociale e aumentare l'autostima. Queste offerte non sono 'edutainment' (intrattenimento educativo), ma rivaleggiano con il contenuto delle offerte universitarie reali.


Ciò che è diverso è che gli studenti non completano i compiti. Viene riconosciuto il loro sforzo di partecipare. Uno studente con demenza avanzata, ma ancora con una certa coerenza, ha dichiarato: "Ho difficoltà a ricordare le cose e questo è il momento saliente della mia settimana, quindi TU non dimenticarti di portarmi qui la prossima settimana!"


Questo tipo di commento è frequente. E l'idea stessa che l'apprendimento organizzato abbia portato questo paziente a compiere un 'atto metacognitivo' - sapendo di avere la demenza e il bisogno di compensare - è impressionante di per sé.

 

Connettività sociale e stimolazione mentale

Il rapporto della Commissione Lancet ha anche esplorato il ruolo dell'educazione della prima infanzia nello sviluppo della demenza. I dati suggeriscono che la mancanza di istruzione porta a una maggiore incidenza di demenza a causa della minore riserva cognitiva.


Ciò indica il valore di educare gli anziani per lunghi periodi di tempo; non solo per quelli con demenza, ma anche coloro che sono sani e a rischio.


Lo studio di riferimento di George Rebok del 2014 sugli effetti dell'istruzione per gli anziani ha monitorato i partecipanti per un periodo di 10 anni, esplorando molti aspetti della funzione cognitiva. Piccoli effetti sono stati osservati in una maggiore capacità di pensare ed effetti più impressionanti per l'igiene personale, l'auto-efficacia e altre misure di benessere.


L'apprendimento sembra fornire sia connessione sociale che stimolazione mentale, probabilmente portando alla resilienza attraverso l'aumento della riserva cognitiva. Il ragionamento e la velocità di pensiero sono migliorati nei risultati di Rebok, ma non la memoria.


Non capiamo ancora se l'addestramento mentale focalizzato attraverso l'apprendimento possa prevenire o migliorare la demenza. Gli studi di Julia Spaniol alla Ryerson University dimostrano che un maggiore coinvolgimento e motivazione negli anziani aiuta a sbloccare la memoria. Ma fino a poco tempo fa non erano state fatte ricerche mirate sul ruolo dell'apprendimento più profondo, come questi corsi intensivi guidati dall'università, sui risultati della demenza o sulla qualità della vita.

 

'Eudemonismo' per una società che invecchia

Tuttavia, questo sta per cambiare. Questa estate, il Centre for Aging and Brain Health Innovation ha assegnato una sovvenzione al nostro team, per studiare l'uso di tecnologie di apprendimento come lo streaming, in rapporto alle sessioni faccia a faccia, per le persone con demenza e quelle a rischio.


L'obiettivo del programma è creare un maggiore accesso alle opportunità di apprendimento permanente per gli anziani, indipendentemente dal loro luogo di residenza, che si tratti di struttura di assistenza a lungo termine o in comunità. Gli studi clinici sono iniziati lo scorso settembre e riferiremo i risultati nella tarda primavera del 2019.


L'aspettativa di vita è in aumento e si prevede che almeno la metà della popolazione umana avrà più di 50 anni entro il 2050. Avremo bisogno di mantenere le nostre menti vive e i nostri sensi desiderosi di godere davvero di quei preziosi anni aggiunti.


Socrate ha parlato di un'idea chiamata 'eudemonismo', che significa 'prosperare nella vita'. Troppo piacere e noi appassiamo. Troppo scopo e ci stressiamo. Ma quando il piacere e lo scopo sono entrambi alti, raggiungiamo questo stato di 'eudemonismo', secondo Deborah Fels, uno dei maggiori esperti canadesi di invecchiamento e accessibilità.


Apprendere è chiaramente ciò che gli esseri umani sanno fare meglio. Ci manca l'agilità delle tigri o la longevità degli alberi di sequoia, ma impariamo incessantemente e questo ci rende diversi. Imparare a conoscere noi stessi e il mondo potrebbe essere la chiave per la felicità e la salute nella nostra età d'oro.

 

 

 


Fonte: David Chandross, coordinatore del programma; ricercatore della Ryerson University. Dichiarazione: David Chandross riceve finanziamenti dal CCABHI attraverso Baycrest e la Ryerson University solo per questo studio.

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)