Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il linguaggio del corpo per comunicare chiaramente con chi ha l'Alzheimer

Come l'Alzheimer progredisce, la comunicazione verbale diventa sempre più difficile. La malattia ha un effetto devastante sulla capacità del cervello di riconoscere e trattare il linguaggio verbale. La perdita della parola è considerata una delle 'componenti primarie' del declino cognitivo in coloro che convivono con l'Alzheimer.


Per chi si occupa di loro, sia come famigliare che come caregiver professionale, questo rende difficile la comunicazione, in particolare nelle fasi medio/tarde del morbo. Ma 'difficile' non è 'impossibile'. Infatti, ci sono modi non verbali per comunicare chiaramente con i malati di Alzheimer, di solito chiamati nell'insieme 'linguaggio del corpo'.


Ma c'è un ostacolo: pochi di noi sono veramente fluenti nel linguaggio del corpo. Quando stiamo crescendo, passiamo anni a imparare a leggere, parlare e scrivere, ma questo è tutto linguaggio verbale. La maggior parte di noi non ha imparato cos'è la postura aperta o come mantenere un contatto adeguato con gli occhi.


Quindi considerate questo articolo un corso intensivo sui motivi per cui il linguaggio del corpo è più potente di quanto si possa pensare, come i caregiver possono diventare più fluenti nel linguaggio non verbale e ciò che si può (e non si può) dire comunicando in questo modo.

 

Linguaggio del corpo essenziale nell'assistenza all'Alzheimer

Gli esseri umani imparano a leggere il linguaggio del corpo ben prima di dire la prima parola. E per le persone che stanno affrontando il problema di Alzheimer, la capacità di comprendere il linguaggio del corpo dura molto più a lungo della capacità di comprendere il linguaggio e lo scritto.


Quando il linguaggio verbale fallisce, coloro che soffrono di demenza, si rivolgono ad altri modi per dare un senso al loro ambiente. Consciamente o inconsapevolmente, iniziano a contare su altri segnali per interpretare il mondo e le persone con cui interagiscono. Se non riescono a seguire una conversazione, altri segnali (come le braccia incrociate, il tamburellare ansiosamente o una risata) diventano più importanti di quanto dicono. Se qualcuno di loro grida, non è quello che grida, ma il fatto che grida ad essere importante.


Poiché quelli con Alzheimer arrivano a contare sempre più sulla comunicazione non verbale, anche piccoli gesti - un leggero cambiamento nella postura, un sospiro tranquillo - possono diventare significativi e enfatizzati. Come caregiver, è importante che capiamo cosa dice il nostro linguaggio del corpo a coloro di cui ci occupiamo e come possiamo sfruttare il potere del linguaggio del corpo per confortare e comunicare con i destinatari della cura.

 

Linguaggio del corpo 101 per caregiver di Alzheimer

Non si diventa fluenti nel linguaggio del corpo dalla sera alla mattina. I dirigenti e i politici trascorrono anni a perfezionare i modi in cui comunicano non-verbalmente. Ma facendo uno sforzo cosciente per costruire e affinare le nostre capacità comunicative non verbali, è possibile comunicare più chiaramente ed efficacemente con gli assistiti.


Ecco alcuni dei modi fondamentali per migliorare la fluidità del tuo corpo come fornitore di cure di Alzheimer:

  • Contatto visivo. Mantieni il contatto visivo per comunicare che stai prestando attenzione a una persona che affronta l'Alzheimer. Non evitare il contatto visivo durante la conversazione. Così facendo trasmetti rigetto. Il contatto degli occhi dovrebbe avvenire a livello degli occhi o sotto, non sopra, perché dà l'impressione di dominanza.
  • Espressioni facciali. Sii sempre consapevole di ciò che stanno dicendo le tue espressioni facciali. Nella conversazione quotidiana, è facile dire una cosa, ma un sopracciglio sollevato o una torsione della bocca ne dicono un'altra. Quando queste espressioni sono l'unica cosa che il destinatario può capire, le parole usate non sono ciò che conta.
  • Postura aperta. Mantenere una postura aperta è una parte fondamentale del linguaggio del corpo. Una postura aperta - stare di fronte, il petto in avanti, no braccia o gambe incrociate - dice a una persona che sei concentrato su di lei, aperto alle sue preoccupazioni e impegnato con lei emotivamente.
  • Evitare tic e distrazioni. Piccoli tic e distrazioni possono dimostrare che sei agitato, arrabbiato o annoiato quando trascorri del tempo con una persona. Tamburellare sul bracciolo, far rimbalzare il ginocchio, controllare il telefono o fare più cose contemporaneamente può comunicare che non sei coinvolto lei.
  • Usa i gesti. Usare le mani e gli oggetti intorno a te per comunicare messaggi semplici può fare miracoli quando ti prendi cura di qualcuno con Alzheimer. Tuttavia, è importante non esagerare con i gesti, che possono agitare o confondere quelli con Alzheimer.

 

Uso del linguaggio del corpo per comunicare

Il linguaggio del corpo è uno strumento molto efficace per la comunicazione, ma è limitato. Quindi è importante sapere cosa puoi e non puoi comunicare con questa lingua.


Ad esempio, i pensieri e le istruzioni complesse richiedono un linguaggio verbale. Non c'è niente che l'espressione del viso o la postura possa fare per dire a qualcuno di Alzheimer che è il momento di andare in bagno o che qualcuno è venuto a far visita.


Tuttavia, quello che può comunicare il linguaggio del corpo, è molto più importante. Il tuo linguaggio del corpo trasmette cura, trasmette fiducia e trasmette amore. Per una persona con Alzheimer, questi messaggi sono estremamente potenti. Fanno sentire una persona preziosa, curata e confortevole.


Chi ha l'Alzheimer potrebbe non capire le parole "Sono qui per te" o "Puoi fidarti di me" o "Ti amo". Ma il linguaggio del corpo offre un modo per rendere chiari questi messaggi. Per quelli di noi che si prendono cura di coloro che soffrono di Alzheimer, è uno strumento prezioso.

 

 

 


Fonte: Visiting Angels in The Caregiver Space (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.