Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le placche che causano la demenza sono favorite da un sonno inadeguato

Un buon riposo notturno potrebbe essere la chiave per migliorare la memoria in età avanzata, secondo i risultati di una nuova ricerca. Le persone che dormono meno di quattro ore per notte o che si svegliano regolarmente hanno un rischio maggiore di sviluppare la demenza.


Si ritiene che la scarsa qualità del sonno e le notti inquiete possano innescare la formazione di placche sul cervello legate all'Alzheimer (AD). Studi precedenti avevano dimostrato che un sonno di cattiva qualità è comune nelle persone con la condizione e potrebbe avere un ruolo nello sviluppo della malattia.


La nuova ricerca dimostra che dormendo bene si può impedire lo sviluppo di placche (gruppi abnormi di frammenti di proteine) associate all'Alzheimer. Si crede anche che il buon sonno abbia un ruolo cruciale nel mantenere la salute della materia grigia nelle aree del cervello sensibili all'invecchiamento e alla memoria. Le persone che dormono poco hanno più probabilità di avere un accumulo di amiloide-beta (Ab), una proteina appiccicosa che si raggruma insieme per formare le placche dannose.


Lo studio, pubblicato sulla rivista Neurobiology of Ageing, sostiene che la lunghezza e la qualità del sonno sono collegate direttamente a questi depositi sul cervello. L'autore principale Pierre Branger, della Università di Caen Normandia, in Francia, ha detto che un buon sonno potrebbe essere fondamentale per la salute del cervello in età avanzata:

"I nostri risultati indicano che la scarsa qualità del sonno nei soggetti anziani e asintomatici è associato ad una maggiore onere di Ab e a un minore volume cerebrale nelle aree del cervello note per essere sensibili ai processi di invecchiamento e AD.

"Il sonno può avere quindi un ruolo nella protezione dai cambiamenti del cervello correlati all'età e all'AD.

"Questo studio mette in evidenza la rilevanza potenziale di preservare la qualità del sonno negli anziani e suggerisce che il sonno può anche essere un fattore critico da esplorare negli individui a rischio di AD".


Prima che la qualità del sonno fosse valutata su una scala da uno a sei, sono state analizzate le abitudini del sonno di circa 50 volontari, tutti di età superiore ai 40 anni. E' stato considerato il tempo generale di sonno, così come la frequenza di veglia e la qualità complessiva del sonno, per 5 anni. Sono state eseguite scansioni MRI del cervello per scoprire la presenza di placche di Ab e dei test per la memoria hanno rilevato l'attività della materia grigia.


I ricercatori hanno scoperto che le cattive abitudini di sonno sono collegate allo sviluppo di placche di Ab, e coloro che si svegliavano frequentemente durante la notte mostrano un volume minore della materia grigia. Il sonno scadente legato a maggiori depositi di Ab sul cervello suggerisce che esso "può' avere un impatto diretto sulla struttura del cervello".


Il Dr Branger ha detto:

"La scarsa qualità del sonno auto-riferita tende ad avere un impatto maggiore sul volume cerebrale determinato dalla risonanza magnetica strutturale e dalla deposizione di Ab.

"Le nostri scoperte sono in linea con la crescente evidenza emergente dagli anziani cognitivamente normali, che i fattori dello stile di vita modificabili possono avere un impatto sui biomarcatori di AD.

"Inoltre, la restrizione cronica del sonno (4 ore di sonno per notte) per 21 giorni aumenta in modo significativo la deposizione di Ab in diverse aree cerebrali. Sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio l'effetto dell'interazione tra il sonno sui biomarcatori AD".


Il Dr Doug Brown, Direttore di Ricerca e Sviluppo della Alzheimer's Society, ha detto:

"Ci sono alcune prove che suggeriscono un legame tra l'Alzheimer e il sonno, e questo piccolo studio lo conferma.

"I ricercatori hanno usato scansioni del cervello per controllare diversi aspetti della salute del cervello e i segni di Alzheimer nelle persone con differenti modelli di sonno.

"Ora dobbiamo vedere studi più ampi in ambienti controllati per capire meglio se c'è un legame tra i due e la natura di questo rapporto".

 

 

 


Fonte: Emma Glanfield in Daily Mail (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Pierre Branger, Eider M. Arenaza-Urquijo, Clémence Tomadesso, Florence Mézenge, Claire André, Robin de Flores, Justine Mutlu, Vincent de La Sayette, Francis Eustache, Gaël Chételat, Géraldine Rauchs. Relationships between sleep quality and brain volume, metabolism, and amyloid deposition in late adulthood. Neurobiology of Aging, May 2016, Volume 41, Pages 107–114. DOI: 10.1016/j.neurobiolaging.2016.02.009

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)