Ti viene in mente Picasso quando pensi a una cura per l'Alzheimer?
Io aiuto delle organizzazioni no-profit a raccogliere fondi e di solito il mio consiglio è: "Usa quello che hai, per ottenere ciò che ti serve. Usa la tua creatività".
Oggi abbiamo bisogno di una cura per l'Alzheimer. Per me, l'Alzheimer è oggi ciò che l'AIDS era negli anni '80. La gente ne è spaventata a morte. Potremmo usare la nostra creatività per ottenere quello che ci serve, una cura?
Di recente ho avuto un momento «eureka!» per un nuovo modo di raccogliere fondi per la ricerca di Alzheimer. Ma una cura reale è possibile? Sono stati spesi miliardi di dollari alla ricerca di un farmaco, senza esito. L'idea di raccogliere fondi per un altro studio su un farmaco non mi attrae per niente.
Poi ho letto di una ricerca eseguita all'UCLA che ha invertito la demenza e l'Alzheimer in alcuni pazienti, per la prima volta.
L'approccio multiforme del Dr. Dale Bredesen includeva cambiamenti di dieta, stimolazione del cervello, esercizio fisico, ottimizzazione del sonno, prodotti farmaceutici e vitamine specifiche e varie azioni aggiuntive che influenzano la chimica del cervello.
Lo studio di Bredesen potrebbe essere l'enorme passo in avanti che stiamo aspettando. Nove dei 10 pazienti coinvolti, che erano in varie fasi di demenza e Alzheimer, hanno avuto una inversione dei loro sintomi dopo aver partecipato allo studio.
Un uomo di 69 anni, che aveva la diagnosi di Alzheimer di stadio precoce, era stato testato e classificato sotto il 5° percentile di capacità cognitive (50 è normale; 100 è il massimo). Era un test di apprendimento verbale, che è standard per l'Alzheimer. A quel momento, l'uomo possedeva due aziende. Con una diagnosi così devastante, aveva iniziato il processo di vendita delle imprese e si preparava per un futuro tetro.
Il dottor Dale BredesenPoi ha iniziato a seguire il protocollo del dottor Bredesen. Sei mesi più tardi, la moglie ha annunciato: "Sta tornando alla normalità, e questo non è nemmeno l'effetto più grande. In precedenza, il suo declino stava accelerando rapidamente".
Ha continuato a seguire il protocollo di Bredesen. Dopo due anni è stato ri-testato dallo stesso neuropsicologo indipendente. Questa volta è stato classificato al di sopra dell'80° percentile. In 24 mesi era passato da meno del 5 a più dell'80 per cento in una misura importante della cognizione. Aderendo al protocollo del dottor Bredesen, quest'uomo non ha dovuto vendere i suoi due studi professionali. Al contrario ne ha aperto un terzo.
Aneddoti come questo, anche se emoziona sentirne parlare, si basano su un piccolo campione. Servono studi più ampi per dimostrare se il programma funziona nella popolazione in generale.
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E arriviamo ad ARTSzheimer's, un progetto il cui obiettivo è raccogliere fondi perchè il dottor Bredesen possa condurre uno studio più ampio su 100-200 partecipanti.
Collezionisti d'arte, soprattutto quelli che tengono parte delle loro opere in deposito, potrebbero donare un pezzo. ARTSzheimer's le vende all'asta e usa il ricavato per trovare una cura. In altre parole, usa quello che abbiamo per ottenere quello che ci serve.
E ragazzi, ne abbiamo proprio bisogno! L'Alzheimer potrebbe presto costare ai contribuenti americani oltre un trilione di dollari. Un over-85 ogni tre probabilmente avrà questa malattia, che potrebbe mandare in bancarotta l'intero sistema sanitario.
So che se avessi la diagnosi di Alzheimer, vorrei cercare allo spasimo una soluzione più 'rotonda', non un solo farmaco. Ma gli esperti con i quali ho parlato hanno detto: "Testare un singolo farmaco è il modo in cui abbiamo sempre fatto". (Lo sento da anni anche nel mondo del no-profit).
Ci sono sempre state autorità che hanno detto ai visionari: "Questo non è il modo in cui si fa". E se Van Gogh avesse smesso di dipingere quando gli esperti hanno criticato la sua luce rotta? O Picasso quando ridevano delle sue facce spezzate? Picasso e Van Gogh non si sono arresi alle critiche. Insistendo sul loro anticonformismo hanno influenzato tutto il mondo dell'arte e il loro lavoro ha avuto il rispetto di milioni di persone. Spero che questo accada ai nostri giorni con l'Alzheimer.
A mio parere, il dottor Bredesen, anche se è uno scienziato e un neurologo rispettato, approccia la ricerca sull'Alzheimer come un artista. Quando gli ho chiesto come gli è venuto il suo metodo, ha detto: "Venticinque anni di ricerca di base in laboratorio. Arrivano indizi. Per molte persone, la prima cosa che passa è la possibilità di produrre nuovi ricordi. Ricordano il loro primo maestro elementare, ma non ricordano quello che hanno mangiato a pranzo".
"L'equilibrio tra i ricordi vecchi e nuovi è fondamentale", ha detto Bredesen. "In ultima analisi la ricerca ha dimostrato che se si modifica l'equilibrio nei topi, vanno molto, molto meglio. Che cosa dobbiamo fare per cambiare l'equilibrio negli esseri umani? Esercizio, rischio di diabete, sonno, alimentazione, ecc., sono tutti fattori che fanno parte di una rete vasta che determina se siamo bravi a produrre nuovi ricordi o no".
Bredesen ha realizzato che "è diventato evidente che può essere più efficace un approccio terapeutico con una base più ampia, piuttosto che con un singolo farmaco che mira a un singolo bersaglio".
E' arte contro scienza? No, è arte e scienza.
Creativi di molti settori stanno dando supporto al progetto ARTSzheimer's:
- Fred Nicholas, ex presidente del consiglio di amministrazione del MOCA (Museum of Contemporary Art) di Los Angeles, è il supporter fondatore.
- L'artista Gina Truex e il produttore cinematografico Osnat Shurer (entrambi con genitori con Alzheimer) hanno suggerito di aggiungere la "S" per includere tutte le arti, non solo la pittura come concepito in origine.
- Il direttore della fotografia Jeremy Cohen ha contribuito con un video.
- Thom Mount, ex presidente della Universal Pictures, sta lavorando ad un documentario.
- La cantante / compositrice Lori Lieberman ha offerto una canzone.
- I produttori cinematografici Jackie e Fred Weintraub condividono i loro consigli.
- Jeremy Strick, Direttore del Nasher Sculpture Center di Dallas, ha offerto una guida brillante per formare una organizzazione artistica.
Quindi cosa viene ora? Perseveranza. Questo è solo l'inizio. C'è la chiara necessità di un studio clinico ampio e controllato. Lo scopo del progetto ARTSzheimer's è finanziarlo.
Fonte: Shar McBee in Huffington Post (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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