Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Variazione molecolare nel sangue prefigura diagnosi precoce di Alzheimer

Variazione molecolare nel sangue prefigura diagnosi precoce di AlzheimerIn un vaso capillare transitano globuli bianchi (white blood cells), plasma, globuli rossi (red blood cells) e piastrine (platelets). (Fonte: Encyclopedia Britannica)Nel momento in cui la maggior parte delle persone riceve una diagnosi di Alzheimer (sulla base dei segni clinici di declino mentale) il cervello ha già subito almeno dieci anni di danni.


Ma, anche se i meccanismi che spingono la distruzione dei neuroni nell'Alzheimer non sono ancora del tutto chiari, i due segni ben documentati della condizione sono l'accumulo del peptide amiloide-β (il componente principale delle placche presenti nel cervello dei pazienti di Alzheimer) e l'infiammazione cronica.


Una nuova ricerca della Rockefeller University, pubblicata il 16 marzo su Proceedings of the National Academy of Sciences, identifica un ponte tra i due segni.


Quel ponte, una cascata molecolare chiamata «sistema di contatto», può dare l'opportunità di fare la diagnosi precoce della malattia attraverso semplici esami del sangue.


"I ricercatori stanno cercando da molto tempo i marcatori dell'Alzheimer", dice Sidney Strickland, capo del Laboratorio di Neurobiologia e Genetica. Ma gli attuali test diagnostici per l'Alzheimer pre-sintomatico lasciano molto a desiderare. Per esempio per valutare il livello di amiloide-β nel fluido spinale cerebrale si deve eseguire la procedura invasiva di prelievo spinale.


"Un passo in avanti significativo sarebbe trovare un biomarcatore del sangue che ci indica, attraverso un semplice test, se la persona sta per sviluppare la malattia", dice il primo autore Daria Zamolodchikov, post-dottorato associato nel laboratorio di Strickland.


Il nuovo studio nasce dal lavoro continuo del laboratorio, che sta analizzando come il sistema vascolare è coinvolto nell'Alzheimer. E' stato dimostrato che l'amiloide-β può attivare una proteina plasmatica chiamata «fattore XII», il primo passo di un percorso chiamato «sistema di contatto». Quando viene attivato, questo sistema porta al rilascio di un piccolo peptide chiamato bradichinina, una molecola nota per promuovere l'infiammazione potenzialmente dannosa.


Anche se alcuni studi hanno trovato queste molecole nel fluido cerebrale del midollo e nel tessuto cerebrale dei malati di Alzheimer, nessuno le aveva studiate nel plasma dei pazienti di Alzheimer.


Usando il plasma di persone con e senza Alzheimer diagnosticato, i ricercatori hanno misurato i livelli di attivazione del sistema di contatto. Hanno trovato una maggiore attivazione di questo sistema nel plasma dei pazienti di Alzheimer, implicandolo potenzialmente nella patologia infiammatoria della malattia.


Inoltre, in un sottogruppo di pazienti dei quali erano noti i livelli di amiloide-β nel liquido cerebrospinale, i ricercatori hanno dimostrato una correlazione positiva tra l'attivazione del sistema di contatto e i cambiamenti nei livelli di amiloide-β del fluido spinale cerebrale che, come detto sopra, sono lelgti allo sviluppo del morbo.


I ricercatori hanno scoperto una attivazione simile del sistema di contatto in topi modelli di Alzheimer, che sono geneticamente modificati per produrre un eccesso di amiloide-β. Hanno poi condotto un esperimento conseguente con topi sani. "Abbiamo fatto un passo avanti e abbiamo preso topi del tutto normali ai quali abbiamo iniettato amiloide-β. Abbiamo trovato che da sola, l'iniezione di amiloide-β può attivare questo sistema. E' una prova di principio in un ambiente complesso", dice la Zamolodchikov.


Questi risultati dovranno essere confermati da studi longitudinali in popolazioni più grandi di pazienti, ma potrebbero infine aprire la porta alla diagnosi di Alzheimer pre-sintomatico basata sui livelli ematici di queste molecole.


Il sistema di contatto può anche offrire un nuovo approccio per terapie per l'Alzheimer, in quanto l'inibizione del percorso molecolare potrebbe smussare alcuni degli aspetti infiammatori della malattia.


Una delle preoccupazioni è che il sistema di contatto è coinvolto anche nella coagulazione del sangue e quindi l'inibizione può comportare un rischio di sanguinamento. Tuttavia, le persone con un difetto in questo sistema non hanno l'emofilia. Quindi l'inibizione di questo percorso potrebbe rallentare la progressione della malattia senza aumentare il rischio di emorragie.

 

 

 

 

 


Fonte: Rockefeller University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Daria Zamolodchikov, Zu-Lin Chen, Brooke A. Conti, Thomas Renné, Sidney Strickland. Activation of the factor XII-driven contact system in Alzheimer’s disease patient and mouse model plasma. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2015; 201423764 DOI: 10.1073/pnas.1423764112

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)