Quando arriva l'inverno freddo e buio, alcuni di noi invidiano gli animali che possono andare in letargo. Questo riposo lungo e profondo è un esempio di come la natura sviluppa una soluzione intelligente a problemi difficili: in questo caso, come sopravvivere a un periodo lungo, freddo e buio senza molto cibo e acqua.
Ma il letargo ha con la storia umana legami più stretti di quanto ci si potrebbe aspettare.
Un articolo su una copia del British Medical Journal del 1900 descrive uno strano sonno umano simile al letargo chiamato 'lotska' che era comune tra gli agricoltori di Pskov, in Russia. In quella zona, il cibo era così scarso durante l'inverno che il problema era risolto dormendo durante la parte buia dell'anno.
Una volta al giorno le persone si svegliavano per mangiare un pezzo di pane e bere un bicchiere d'acqua. Dopo il semplice pasto, tornavano a dormire e l'intera famiglia si alternava per mantenere in vita il fuoco. Anche nelle storie degli Inuit della Groenlandia si trovano descrizioni di un sonno prolungato simile al letargo durante i lunghi mesi invernali bui. In alcune parti della Groenlandia è buio da novembre alla fine di gennaio.
Uno studio del 2020 ha suggerito che gli antichi antenati dell'uomo, chiamati ominidi, 400.000 anni fa potrebbero essere stati in grado di andare in letargo. Le ossa scoperte in una grotta in Spagna mostrano interruzioni stagionali nella crescita, suggerendo che uno dei predecessori dell'uomo potrebbe aver usato la stessa strategia degli orsi delle caverne per sopravvivere ai lunghi inverni.
Animali e letargo
Il letargo è più profondo e più complesso del sonno abituale, includendo drastici cambiamenti nel metabolismo. Questo lungo periodo di riposo combina diverse condizioni legate alla longevità: apporto calorico ridotto, bassa temperatura corporea e metabolismo ridotto.
Gli animali che vanno in letargo di solito vivono più a lungo rispetto ad altre specie delle stesse dimensioni. Studi recenti che hanno usato orologi epigenetici (che mappano l'attività all'interno dei geni nel tempo), suggeriscono che il letargo rallenta l'invecchiamento nelle marmotte e nei pipistrelli.
Quindi il letargo può avere importanti indizi su come rallentare i processi di invecchiamento. Esistono diverse forme di invecchiamento: cronologico e biologico. L'età cronologica è in realtà solo il numero di rivoluzioni della terra intorno al sole da quando siamo nati.
Non è il tempo stesso che ci invecchia, ma piuttosto l'«usura». L'età biologica misura l'usura. È una misura più completa e personale della salute rispetto all'età cronologica e un migliore predittore di longevità. Uno studio del 2023 ha stabilito che l'età biologica varia e che un aumento temporaneo, ad esempio per un intervento chirurgico e per stress, si inverte quando recuperiamo.
Le malattie legate allo stile di vita e che si accumulano con l'età, come quelle cardiovascolari, l'obesità, la demenza e le malattie renali croniche sono guidate dall'«usura». Questo risulta in infiammazione, composizione alterata del microbiota intestinale e aumento dello stress ossidativo, che è un eccesso di radicali liberi (atomi instabili che danneggiano le cellule) nel corpo.
La nuova scienza basata su orologi epigenetici e le lezioni di animali che vanno in letargo potrebbero aiutarci a trattare i pazienti che hanno malattie guidate dall'«usura». Potremmo impiegare farmaci per rallentare l'invecchiamento.
Ad esempio, la metformina è il farmaco principale di prima linea per il trattamento del diabete di tipo 2. Regola l'infiammazione, la sensibilità all'insulina e rallenta il danno al DNA causato dallo stress ossidativo. Vi sono prove crescenti che può aiutare a gestire altre malattie di 'usura' come le cardiovascolari e l'uso a lungo termine del farmaco può essere associato a minore deterioramento cognitivo.
Saperne di più sul letargo può aiutare la medicina umana a trattare lesioni cerebrali traumatiche e perdita grave di sangue, conservare la massa muscolare e ossea e fornire una migliore protezione durante il trapianto di organi.
Uno studio del 2018 ha scoperto che imitare le condizioni di letargo per stoccare reni da trapiantare di donatori deceduti sembrava migliorare la loro conservazione. La degenerazione scheletrica muscolare è spesso determinata dai geni, ma questi geni sembravano essere inattivi negli orsi in letargo.
Animali e longevità
Ci sono anche animali che vivono più a lungo e non vanno in letargo da cui possiamo imparare, come lo squalo della Groenlandia, la talpa senza pelo, la vongola islandese e il pesce sebastes aleutianus. Queste specie hanno sviluppato meccanismi superiori che li proteggono dall'invecchiamento.
Sembra che la protezione contro l'infiammazione, lo stress ossidativo e le modifiche delle proteine che insorgono con l'età siano un meccanismo che in generale dà benefici agli animali che vivono a lungo.
Studi genetici sul sebastes aleutianus, che può vivere per oltre 200 anni, suggeriscono che un gruppo di cibi chiamati flavonoidi sia legato alla longevità. Agrumi, bacche, cipolle, mele e prezzemolo sono ricchi di flavonoidi, che hanno proprietà antinfiammatorie e proteggono dal danno degli organi, ad esempio da sostanze chimiche o invecchiamento.
Uno studio del 2023 sul sebastes aleutianus ha scoperto che un insieme dei suoi geni che potevano essere collegati alla longevità era associato al metabolismo dei flavonoidi. Quindi un pesce longevo può insegnarci qualcosa su cosa mangiare per vivere più a lungo.
Le lezioni della natura e dagli animali che vanno in letargo ci dicono che preservare le cellule, regolare il metabolismo e gli adattamenti genetici hanno ruoli cruciali nella longevità. Il nostro stile di vita e le abitudini alimentari sono i nostri migliori strumenti per imitare alcuni di questi meccanismi.
Sonnellini
C'è ancora molto che non capiamo sul letargo, ma sappiamo che anche il sonno normale è collegato alla longevità. Ad esempio, uno studio di marzo 2023 ha mostrato che, con un sonno di buona qualità, puoi aggiungere 5 anni alla vita se sei un uomo e 2,5 se sei donna.
I ricercatori hanno definito il sonno di buona qualità come un sonno da 7 a 8 ore al giorno, non aver bisogno di farmaci per addormentarsi e svegliarsi sentendosi riposati, almeno 5 giorni alla settimana.
Gli animali hanno enormi differenze nei loro modelli di sonno, dagli orsi e le marmotte che vanno in letargo per 8 mesi all'anno agli elefanti che dormono solo 2 ore al giorno (Come gli elefanti possano vivere così a lungo dormendo così poco è ancora un mistero per gli scienziati).
Scoprire come la natura ha risolto questi estremi può aiutare gli scienziati a decifrare nuovi modi per migliorare la salute umana.
Fonte: Peter Stenvinkel, Professore di nefrologia al Karolinska Institutet
Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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