Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Colpi ripetuti alla testa conducono a una malattia del cervello appena definita

Contatto sportivo violentoA vicious helmet-to-helmet hit leads to a concussionIn questi ultimi anni sono state molto frequenti le notizie sul pericolo di trauma cranico degli atleti e dei soldati. La morte di giocatori NFL e NHL ha portato il problema alla ribalta, con storie apparse su tutti i media USA e anche negli spettacoli di intrattenimento televisivi.

L'attenzione dei media è andata molto più avanti della scienza per questa condizione degenerativa. Ma gli scienziati stanno recuperando. Hanno dato a questa malattia una sua specifica definizione: encefalopatia traumatica cronica (CTE).


A differenza del trauma cranico, dell'Alzheimer, del Parkinson, o della SLA, essi dicono che la CTE può colpire adulti e giovani allo stesso modo. Un servizio speciale di Alzforum, fonte importante di notizie per la ricerca sull'Alzheimer e malattie correlate, riassume lo stato della ricerca in questo settore in rapida crescita, poichè i ricercatori stanno adottando misure per diagnosticare e curare la CTE.


"La CTE può iniziare mesi o anni dopo che si è verificato il trauma cerebrale, sia negli sport da contatto, durante il servizio militare, o forse anche da violenza del partner"
ha detto recentemente a scienziati e sostenitori l'Ammiraglio Regina Benjamin, Chirurgo Generale degli Stati Uniti, alla prima conferenza sulla CTE al Lou Ruvo Center for Brain Health della Cleveland Clinic di Las Vegas nel Nevada, dove si sono riuniti degli esperti per definire la CTE, scambiare i dati più recenti, sviluppare una diagnosi e stabilire un piano di ricerca.


Alcuni dei dati più recenti provengono da pugili e altri cultori di arti marziali che hanno aderito allo studio Professionali Fighters Health Study di Las Vegas. La storia dei combattenti così come le statistiche sulla lotta sono combinati con test mentali annuali, scansioni cerebrali, campioni vocali, e un prelievo di sangue. L'obiettivo è simile agli studi di Alzheimer che hanno permesso di identificare i primi segni della malattia e di monitorarne la progressione. Gli scienziati vogliono scoprire come le commozioni si abbinano ai danni cerebrali e ai sintomi. Dopo la conclusione di questo studio, esso può generare uno strumento per aiutare a determinare quando dovrebbero ritirarsi i combattenti.


Ulteriori informazioni verranno da DETECT, uno studio di biomarcatori su giocatori di calcio, così come da una crescente banca di tessuti cerebrali di atleti e veterani militari. Su 136 donazioni di tessuti, 100 cervelli sono stati analizzati e 80 avevano le caratteristiche della CTE. Mostrano un modello unico di cambiamento-espansione del cervello nelle sue cavità piene di liquido e un ritiro del lobo temporale mediale e depositi straordinari di una forma tossica della proteina tau che si espandono con l'età. Da questi dati, gli scienziati hanno cominciato a delineare le fasi della CTE, dall'inizio alla fine. Sembra che alcuni atleti e soldati ai quali era stato diagnosticato l'Alzheimer o il Parkinson possano invece aver avuto la CTE.


Altre ricerche suggeriscono che nella CTE, proteine tossiche passino dal sito dell'impatto a ulteriori aree del cervello. Poiché la tossicità si muove tra le cellule, non tra le persone, i ricercatori si riferiscono alla diffusione come a un "modello", non a una "infezione". Si stanno sviluppando modelli di topo per aiutare a determinare come avviene questa diffusione.


Gli scienziati stanno inoltre elaborando il modo migliore per diagnosticare la malattia durante la vita di una persona e stanno spingendo per implementare misure di prevenzione della CTE nei bambini, che sono più suscettibili a sviluppare la malattia dopo trauma cranico.

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della Alzheimer Research Forum Foundation, via Newswise.

Pubblicato in ScienceDaily il 30 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.