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Le tue gengive dicono qualcosa sul tuo rischio di demenza?

normal tooth vs periodontitis

La malattia delle gengive (parodontite o periodontite o parodontopatia), in particolare il tipo che è irreversibile e provoca la perdita dei denti, può essere associata con il lieve decadimento cognitivo e con la demenza 20 anni dopo, secondo uno studio pubblicato il 29 luglio 2020 online su Neurology®.


“Abbiamo esaminato la salute dentale delle persone per 20 anni e abbiamo scoperto che le persone con parodontite più grave all'inizio del nostro studio avevano circa il doppio del rischio di lieve deterioramento cognitivo o di demenza alla fine [dello studio]”, ha detto il primo autore Ryan T. Demmer PhD/MPH, dell'Università del Minnesota di Minneapolis. “Tuttavia, la notizia buona è che le persone con perdita minima dei denti e malattia delle gengive lieve non avevano una maggiore probabilità di sviluppare problemi di pensiero o demenza rispetto alle persone con problemi dentali”.


Lo studio ha coinvolto 8.275 persone con un'età media di 63 anni che non avevano la demenza all'inizio dello studio. I partecipanti sono stati valutati per il lieve decadimento cognitivo e per la demenza. I partecipanti hanno ricevuto un esame parodontale completo che comprendeva misurazione della profondità delle gengive, entità di sanguinamento e recessione.


Quindi i partecipanti sono stati divisi in gruppi in base alla gravità e all'estensione della loro malattia gengivale e del numero di denti persi (gli impianti sono considerati denti persi). All'inizio dello studio, il 22% non aveva la parodontite, il 12% l'aveva in forma lieve, il 12% aveva una grave infiammazione delle gengive, l'8% aveva un po' di perdita di denti, il 12% aveva la malattia nei molari, l'11% aveva una grave perdita dei denti, il 6% aveva una parodontite grave, e il 20% non aveva alcun dente.


Un totale di 4.559 persone è stato valutato alla fine dello studio, dopo che erano stati seguiti per una media di 18 anni. Nel complesso, 1.569 persone (19%) hanno sviluppato la demenza nel corso dello studio, equivalente a 11,8 casi per ogni 1000 persone-anno.


Lo studio ha trovato che tra le 1.826 persone che avevano le gengive sane e tutti i denti all'inizio dello studio, 264 (14%) hanno sviluppato la demenza entro la fine dello studio. Per quelli con malattia lieve delle gengive, 623 su 3.470 (18%) ha sviluppato la demenza. Per i partecipanti con parodontite grave, 306 su 1.368 (22%) hanno sviluppato la demenza. E 376 persone su 1.611 ( 23%) senza denti hanno sviluppato la demenza. Questo equivale a 16,9 casi per 1000 persone-anno.


Se si guarda sia al lieve decadimento cognitivo che alla demenza, il gruppo senza denti aveva circa il doppio del rischio rispetto ai partecipanti con gengive sane e tutti i denti. Le persone con parodontite intermedia o grave, ma che avevano ancora alcuni denti, il rischio è stato maggiore del 20% di sviluppare lieve decadimento cognitivo o demenza rispetto al gruppo sano.


Questi tassi di rischio sono rimasti anche dopo che i ricercatori hanno considerato gli altri fattori che potrebbero influenzare il rischio di demenza, come diabete, colesterolo alto e fumo.


“Una buona igiene dentale è un modo sicuro per mantenere denti e gengive sani per tutta la vita. Il nostro studio non prova che una bocca malsana provoca demenza, ma mostra solo un'associazione. Ulteriori studi sono necessari per dimostrare il legame tra microbi in bocca e demenza, e per capire se il trattamento della parodontite può prevenire la demenza“, ha detto Demmer.


Un limite dello studio è il fatto che gli esami iniziali alle gengive sono stati fatti quando i partecipanti avevano un'età media di 63 anni, ed è possibile che il declino cognitivo potesse essere già iniziato prima dell'inizio della parodontite e della perdita dei denti.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ryan Demmer, Faye Norby, Kamakshi Lakshminarayan, Keenan Walker, James Pankow, Aaron Folsom, Thomas Mosley, Jim Beck, Pamela Lutsey. Periodontal Disease and Incident Dementia: The Atherosclerosis Risk in Communities Study (ARIC). Neurology, 29 Jul 2020, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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