Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Fattori di rischio di Alzheimer si possono misurare già negli adolescenti e nei giovani adulti

risk factor of alzheimers disease

I fattori di rischio per la demenza di Alzheimer possono essere evidenti fin dall'adolescenza e prima dei 30 anni, secondo una nuova ricerca presentata alla Conferenza Internazionale 2020 dell'Alzheimer's Association (AAIC®).


Questi fattori di rischio, molti dei quali sono sproporzionatamente evidenti negli afroamericani, includono fattori della salute cardiaca (come pressione alta, colesterolo alto e diabete) e fattori sociali (come la qualità dell'istruzione). Secondo il rapporto fatti e cifre dell'Alzheimer's Association (AA), gli anziani afroamericani hanno circa il doppio delle probabilità di avere il morbo di Alzheimer (MA) o altre forme di demenza rispetto agli anziani bianchi.


"Identificando, verificando, e agendo per contrastare i fattori di rischio di MA modificabili, possiamo ridurre i nuovi casi e, infine, il numero totale di persone con MA e altre demenze", ha detto Maria C. Carrillo PhD, responsabile scientifico dell'AA. "La ricerca di questo tipo è importante per affrontare le disuguaglianze sanitarie e fornire risorse che potrebbero avere un impatto positivo sulla vita di una persona. Questi nuovi rapporti presentati all'AAIC 2020 mostrano che non è mai troppo presto, o troppo tardi, per intraprendere azioni che proteggono la memoria e le abilità di pensiero".


L'AA sta guidando l'U.S. Study to Protect Brain Health Through Lifestyle Intervention to Reduce Risk (U.S. POINTER), uno studio clinico di due anni per valutare se gli interventi di stile di vita che influenzano contemporaneamente molti fattori di rischio proteggono la funzione cognitiva degli anziani con un aumento del rischio di declino cognitivo. U.S. POINTER è il primo studio ad essere condotto in un gruppo ampio ed eterogeneo di americani in tutti gli Stati Uniti.

 

Studio 1. Giovani afroamericani hanno un rischio più alto di demenza

In una popolazione di più di 714 afro-americani dello Study of Healthy Aging in African Americans (STAR), Kristen George PhD/MPH, della University of California di Davis, e i colleghi, hanno scoperto che la pressione alta e il diabete, o una combinazione di molteplici fattori legati alla salute del cuore, sono comuni nell'adolescenza e sono associati a cognizione peggiore in vecchiaia. I partecipanti allo studio erano adolescenti (n = 165; età 12-20), giovani adulti (n = 439; età 21-34) e adulti (n = 110; età 35-56). L'età media alla valutazione cognitiva è stata di 68 anni.


La cognizione è stata misurata con test di persona della memoria e della funzione esecutiva. I ricercatori hanno scoperto che, in questa popolazione di studio, avere il diabete, la pressione alta, o due o più fattori di rischio della salute del cuore durante l'adolescenza, l'età adulta, o la mezza età è associato a una cognizione significativamente peggiore in termini statistici in vecchiaia. Queste differenze persistevano dopo aver tenuto conto di età, sesso, gli anni da quando sono stati misurati i fattori di rischio, e l'istruzione.


Prima di questo rapporto, era ignoto se i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari sviluppati prima della mezza età fossero associati alla cognizione in vecchiaia. Questa è una questione importante perché gli afro-americani hanno un rischio più elevato di fattori di rischio cardiovascolare rispetto ad altri gruppi razziali / etnici dall'adolescenza all'età adulta.


Secondo i ricercatori, questi risultati suggeriscono che i fattori di rischio cardiovascolare fin dall'adolescenza influenzano la salute del cervello in vecchiaia degli afro-americani. Gli sforzi per promuovere stili di vita sani per cuore e cervello non solo devono includere gli adulti di mezza età, ma anche i giovani adulti e gli adolescenti che possono essere particolarmente sensibili agli effetti negativi di una cattiva salute vascolare sul cervello.

 

Studio 2. Indice di massa corporea all'inizio dell'età adulta collegato a rischio di demenza più tardi nella vita

In quello che, secondo gli autori è il primo studio a riferire sulla questione, un indice di massa corporea (IMC) più alto all'inizio dell'età adulta (20-49 anni) è risultato associato al rischio più alto  di demenza in vecchiaia.


Sapevamo relativamente poco sul ruolo dell'IMC in gioventù sul rischio di MA e altre demenze. Gli scienziati hanno studiato un totale di 5.104 anziani di due studi: 2.909 del Cardiovascular Health Study (CHS) e 2.195 del'Health, Aging and Body Composition study (Health ABC). Del campione totale, il 18% erano neri e il 56% erano donne. Usando i dati raccolti da quattro coorti consolidate che spaziano sull'intero corso della vita adulta, incluse le due sotto lo studio, gli scienziati hanno stimato l'IMC a partire dai 20 anni per tutti gli anziani del CHS e dell'Health ABC.


Per le donne, il rischio di demenza aumenta con un IMC più alto prima dell'età adulta. Rispetto alle donne con IMC normale in età adulta, il rischio di demenza era 1,8 volte superiore tra quelle in sovrappeso, e 2,5 volte superiore tra quelle obese. Le analisi sono state aggiustate per l'IMC in mezza età e in vecchiaia. Non hanno trovato alcuna associazione tra IMC in mezza età e rischio di demenza tra le donne.


Per gli uomini, il rischio di demenza era 2,5 volte superiore in quelli che erano obesi in età adulta, 1,5 volte più elevato in quelli che erano in sovrappeso in mezza età e 2 volte più alto in coloro che erano obesi in mezza età, anche in questo caso con dati aggiustati per l'IMC in vecchiaia.

Sia per uomini che donne, il rischio di demenza è diminuito con un IMC più alto in vecchiaia. Adina Zeki Al Hazzouri PhD, della Columbia University e colleghi, hanno scoperto che un indice alto di massa corporea in età adulta è un fattore di rischio per la demenza in età avanzata. I ricercatori suggeriscono che può essere necessario iniziare prima nella vita i tentativi di ridurre il rischio di demenza, focalizzandoci sulla prevenzione e il trattamento dell'obesità.

 

Studio 3. Qualità dell'istruzione giovanile influenza il rischio di demenza

In un gruppo eterogeneo di più di 2.400 persone seguito fino a 21 anni, l'istruzione di qualità superiore nelle prime fasi della vita è stata associata a prestazioni migliori del linguaggio e della memoria, e a un rischio più basso di demenza in vecchiaia. I risultati sono stati un po' diversi tra uomini e donne, e tra bianchi e neri nello studio.


Lo studio ha incluso 2.446 bianchi e neri, uomini e donne, over-65, arruolati nel Washington Heights / Inwood Columbia Aging Project, che avevano frequentato la scuola elementare negli USA. Una variabile qualitativa della scuola, basata su misurazioni storiche, includeva: età obbligatoria di iscrizione alla scuola, età minima di abbandono, lunghezza dei periodi di scuola, rapporto studenti-insegnanti e partecipazione degli studenti.


Le persone che hanno frequentato la scuola negli stati con un'istruzione di qualità inferiore hanno avuto un declino più rapido della memoria e del linguaggio in vecchiaia. Donne e uomini neri e donne bianche che hanno frequentato le scuole negli Stati con un'istruzione di qualità più elevata avevano meno probabilità di sviluppare demenza. Secondo gli scienziati, i risultati sono spiegati, in parte, dal fatto che le persone che frequentano le scuole di qualità superiore finiscono per ricevere più anni di istruzione.


Justina Avila-Rieger PhD, ricercatrice post-dottorato della Columbia University e i colleghi dicono che i risultati forniscono la prova che il rischio di demenza e la funzione cognitiva più avanti nella vita sono influenzati dalle politiche educative giovanili statali.

 

 

 


Fonte: Alzheimer's Association (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.