Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gli astrociti sono organizzati in strati simili a quelli dei neuroni

astrocytes hero closerImmagine di astrociti fornita dagli autori della ricerca.

Nuove informazioni sull'architettura del cervello sono state rivelate da scienziati del Wellcome Sanger Institute, del Wellcome-MRC Cambridge Stem Cell Institute e dai loro collaboratori. I ricercatori hanno scoperto nei topi che gli astrociti, cellule della corteccia cerebrale, sono più diversificati di quanto si pensasse, con strati distinti di astrociti in tutta la corteccia cerebrale che sono la prova più forte a tutt'oggi della loro specializzazione in tutto il cervello.


Lo studio più approfondito nel suo genere, pubblicato il 16 marzo 2020 su Nature Neuroscience, è destinato a cambiare il nostro modo di pensare al cervello e al ruolo delle cellule, come gli astrociti. Questa conoscenza avrà implicazioni per lo studio dei disturbi neurologici, come l'Alzheimer, la sclerosi multipla e l'autismo.


Negli ultimi 20 anni, la ricerca ha dimostrato che le cellule gliali sono attori cruciali nello sviluppo e nella funzionalità del cervello, così come obiettivi promettenti per capire meglio i disturbi neurologici.


‘Glia’ deriva dalla parola greca che significa ‘colla’ o ‘stucco’. Un tempo, le cellule gliali erano ritenute 'stucco del cervello', cellule passive e funzionalmente simili la cui unica funzione era di riempire lo spazio intorno all'«unica cosa importante», i neuroni. Tuttavia, nuovi studi stanno mostrando la loro importanza cruciale nel regolare le funzioni dei neuroni. Gli astrociti sono un tipo di cellule gliali, e sono chiamati così per la loro struttura ‘a stella’ (*).


Nonostante la ricchezza di conoscenze sulla funzione dei neuroni e sulla loro organizzazione in strati, prima di questo studio c'è stata poca ricerca per capire se le cellule gliali nei vari strati hanno proprietà diverse. Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno sviluppato un nuovo approccio metodologico per fornire una visione più dettagliata dell'organizzazione degli astrociti.


Per mappare come nuovi geni sono espressi all'interno del tessuto, è stata effettuata la scansione dell'acido nucleico su campioni di cervello umano e di topo all'Università di Cambridge. Queste mappe sono state combinate con dati genomici di singole cellule del Wellcome Sanger Institute, per estendere la descrizione molecolare degli astrociti. Questi insiemi di dati sono stati poi combinati per creare un'immagine tridimensionale ad alta risoluzione degli astrociti nella corteccia cerebrale.


Il team ha scoperto che gli astrociti non sono uniformi come si pensava, ma prendono forme molecolari distinte a seconda della loro posizione nella corteccia cerebrale. E hanno scoperto anche che gli astrociti sono organizzati in più strati, ma che i confini degli strati di astrociti non sono identici agli strati neuronali. Al contrario, gli strati di astrociti hanno bordi definiti meno nettamente e si sovrappongono agli strati di neuroni.


Il dott. Omer Bayraktar, capo del gruppo del Wellcome Sanger Institute, ha detto: “La scoperta che gli astrociti sono organizzati in strati che sono simili, ma non identici, agli strati neuronali ridefinisce la nostra visione della struttura del cervello dei mammiferi. La struttura della corteccia cerebrale non può più essere vista semplicemente come la struttura dei neuroni. Se si vuole capire bene come lavora il nostro cervello, è necessario considerare come sono organizzati gli astrociti e quale ruolo hanno”.


Oltre ad aumentare la nostra comprensione della biologia del cervello, queste scoperte avranno implicazioni per lo studio e il trattamento dei disturbi neurologici umani. Negli ultimi dieci anni sono le cellule gliali, piuttosto che i neuroni, ad essere state pesantemente implicate in malattie come l'Alzheimer e la sclerosi multipla.


Il professor David Rowitch, capo di Pediatria dell'Università di Cambridge, ha detto: “Questo studio dimostra che l'architettura corticale è più complessa di quanto si pensasse. Esso fornisce una base per iniziare a capire i ruoli precisi interpretati dagli astrociti, e come sono coinvolti nello sviluppo neurologico umano e nelle malattie neurodegenerative“.

 

 

 

(*) Solo la metà delle cellule della corteccia cerebrale umana sono neuroni, l'altra metà sono cellule gliali, che comprendono gli astrociti. I segnali molecolari che forniscono gli astrociti sono essenziali per formare le sinapsi (punti di comunicazione) tra i neuroni. Essi regolano la formazione delle sinapsi nel cervello in sviluppo, e le migliorano in quello più maturo, 'potando' quelle in più, per ‘scolpire’ le reti neuronali.

 

 

 


Fonte: Wellcome Sanger Institute (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Omer Ali Bayraktar, ..., Giovanni Coppola, Matthew Holt, Daniel Geschwind & David Rowitch. Astrocyte layers in the mammalian cerebral cortex revealed by a single-cell in situ transcriptomic map. Nature Neuroscience, 16 Mar 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)