Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Effetti dell'obesità rispecchiano quelli dell'invecchiamento, compreso l'Alzheimer

Children Obesity 2015 prevalenceI vari stati ridimensionati per prevalenza di obesità nei bambini nel 2015.

A livello globale, si stima che 1,9 miliardi di adulti e 380 milioni di bambini siano in sovrappeso o obesi. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sono di più le persone che muoiono per sovrappeso rispetto a quelle per sottopeso. I ricercatori della Concordia University (Canada) stanno incalzando le autorità sanitarie a ripensare il loro approccio all'obesità.


Nel loro studio pubblicato sulla rivista Obesity Reviews, i ricercatori sostengono che l'obesità dovrebbe essere considerata invecchiamento precoce. Essi studiano come l'obesità predispone le persone ad acquisire il tipo di malattie che potenzialmente alterano la vita, o la mettono in pericolo, che di solito si vedono negli individui più anziani: genomi compromessi, sistema immunitario indebolito, cognizione deteriorata, maggiore probabilità di sviluppare diabete di tipo 2, Alzheimer, malattie cardiovascolari, cancro e altre malattie.


Lo studio è stato guidato da Sylvia Santosa, professoressa associata di sanità, chinesiologia e fisiologia applicata della Facoltà di Arti e Scienze. Lei e i suoi colleghi hanno rivisto più di 200 ricerche che avevano esaminato gli effetti dell'obesità, dal livello cellulare a quello dei tessuti di tutto il corpo. I coautori erano Bjorn Tam, borsista post-dottorato, e José Morais, professore associato al Dipartimento di Medicina della McGill University.


“Stiamo cercando di proporre complessivamente il punto che l'obesità eguaglia l'invecchiamento”, spiega la Santosa, docente di Nutrizione clinica. “In effetti, i meccanismi con cui si sviluppano le comorbidità dell'obesità e dell'invecchiamento sono molto simili”.

 

Dalle cellule ai sistemi

La ricerca studia da diverse prospettive i modi in cui l'obesità invecchia il corpo. Molti studi precedenti hanno già collegato l'obesità ad una morte prematura. Ma i ricercatori notano che ai livelli più bassi dentro il corpo umano, l'obesità è un fattore che accelera direttamente i meccanismi dell'invecchiamento.


Per esempio, la Santosa e i suoi colleghi osservano i processi di morte cellulare e di manutenzione delle cellule sane (rispettivamente apoptosi e autofagia), che di solito sono associati all'invecchiamento. Gli studi hanno dimostrato che l'apoptosi indotta dall'obesità è presente nel cuore, nel fegato, nei reni, nei neuroni, nelle orecchie interne e nelle retine dei topi. L'obesità inibisce anche l'autofagia, potendo portare al cancro, alle malattie cardiovascolari, al diabete di tipo 2 e al morbo di Alzheimer.


A livello genetico, i ricercatori scrivono che l'obesità influenza un certo numero di alterazioni associate all'invecchiamento. Queste includono l'accorciamento dei cappucci di protezione presenti alle estremità dei cromosomi, chiamati telomeri. I telomeri nei pazienti con obesità possono essere più del 25% più corti di quelli osservati nei pazienti di controllo, per esempio.


La Santosa e i suoi colleghi fanno ulteriormente notare che gli effetti dell'obesità sul declino cognitivo, sulla mobilità, sull'ipertensione e sullo stress sono del tutto simili a quelli dell'invecchiamento.


Al livello cellulare, i ricercatori dicono che l'obesità ha un ruolo significativo nella lotta del corpo contro le malattie legate all'età. L'obesità, scrivono, accelera l'invecchiamento del sistema immunitario, puntando diverse cellule del sistema immunitario, e che la riduzione successiva del peso non riuscirà sempre a invertire il processo.


Gli effetti dell'obesità sul sistema immunitario, a loro volta, influenzano la suscettibilità a malattie come l'influenza, che spesso colpisce i pazienti con obesità ad un tasso superiore rispetto agli individui di peso normale. Hanno anche un rischio più alto di sarcopenia, una malattia di solito associata all'invecchiamento, che presenta una riduzione progressiva della massa e della forza muscolare.


Infine, il documento precisa come gli individui obesi sono più suscettibili ad acquisire malattie legate strettamente all'esordio nella tarda età, come il diabete di tipo 2, il morbo di Alzheimer e varie forme di cancro.

 

Analogie troppo grandi da ignorare

La Santosa dice che l'ispirazione per questo studio le è venuta quando si è resa conto di quanti bambini con obesità stanno sviluppando malattie ad insorgenza adulta, come ipertensione, colesterolo alto e diabete di tipo 2. Ha anche capito che le comorbidità dell'obesità erano simili a quelle dell'invecchiamento.


“Chiedo alle persone di citare quante più comorbidità dell'obesità riescono”, dice la Santosa. “Poi chiedo quante di quelle patologie concomitanti sono associate con l'invecchiamento. La maggior parte delle persone dirà: tutte. C'è sicuramente qualcosa nell'obesità che sta accelerando il nostro processo di invecchiamento”.


Lei pensa che questa ricerca aiuterà le persone a capire meglio come funziona l'obesità e a stimolare idee su come trattarla: “Spero che queste osservazioni possano rifocalizzare il nostro approccio all'obesità per comprendere un po' di più, e allo stesso tempo ci permettano di pensare dell'obesità in modi diversi. Stiamo facendo tipi diversi di domande rispetto a quelle che sono fatte tradizionalmente”.

 

 

 


Fonte: Patrick Lejtenyi in Materials provided by Concordia University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Bjorn Tam, Jose Morais, Sylvia Santosa. Obesity and ageing: Two sides of the same coin. Obesity Reviews, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.