Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Indizi sul perché gli anziani hanno più suscettibilità all'Alzheimer

Il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA) aumenta con l'età. Susanne Wegmann del Centro Tedesco Malattie Neurodegenerative (DZNE) di Berlino e colleghi hanno scoperto una possibile causa di questa connessione: alcune molecole coinvolte nella malattia, chiamate proteine tau, si diffondono più facilmente nel cervello che invecchia.


Questo è stato determinato in esperimenti di laboratorio in stretta collaborazione con ricercatori della Harvard Medical School e del Massachusetts General Hospital negli Stati Uniti. I risultati sono stati pubblicati di recente sulla rivista Science Advances.


Il MA di solito inizia con il declino della memoria e successivamente colpisce altre capacità cognitive. Nella malattia sono coinvolti due diversi tipi di depositi proteici nel cervello del paziente: le placche di amiloide-beta e i grovigli neurofibrillari di tau.


L'emergere dei grovigli neurofibrillari tau riflette la progressione della malattia: prima si manifestano nei centri di memoria del cervello e poi appaiono in altre aree nel corso della malattia. Le proteine ​​tau o gli aggregati tau migrano probabilmente lungo le fibre nervose e contribuiscono così alla diffusione della malattia in tutto il cervello.

 

 

La tau si diffonde più rapidamente nel cervello che invecchia

Qual è il ruolo dell'invecchiamento nella propagazione della tau? Se la proteina si diffonde più facilmente nel cervello più anziano, ciò potrebbe spiegare l'aumento di suscettibilità delle persone anziane al MA. La Wegmann e i suoi colleghi hanno testato questa ipotesi.


Usando un 'vettore genetico' (una particella virale fatta su misura), gli scienziati hanno canalizzato l'impronta della proteina tau umana nel cervello dei topi. Le singole cellule hanno quindi iniziato a produrre la proteina. Dodici settimane dopo, i ricercatori hanno esaminato fino a che punto la proteina tau si era spostata dal sito di produzione. "Nei topi più anziani le proteine ​​umane tau si sono diffuse circa il doppio rispetto agli animali più giovani", ha scritto la Wegmann come riassunto dei risultati.


La parte sperimentale dello studio è stata effettuata nel laboratorio di Bradley Hyman della Harvard Medical School di Boston, negli USA, dove Susanne Wegmann ha lavorato per diversi anni. Nel 2018, si è trasferita nel sito DZNE di Berlino, dove il suo gruppo di ricerca esamina varie questioni sui meccanismi delle malattie legate alla tau. Qui ha avuto luogo la maggior parte dell'analisi dei dati e il riepilogo dei risultati.

 

 

Tau sana e patologica

L'impostazione sperimentale ha anche permesso agli scienziati di analizzare la propagazione della tau in modo più dettagliato. La proteina esiste in una forma sana e solubile in ogni neurone del cervello. Tuttavia, nel MA, può cambiare forma e trasformarsi in una forma patologica incline ad aggregarsi in fibrille.


"Si è pensato a lungo che fosse principalmente la forma patologica della tau che passa da una cellula all'altra. Tuttavia, i nostri risultati mostrano che anche la versione sana della proteina si propaga nel cervello e che questo processo aumenta nella vecchiaia. Le cellule potrebbero anche essere danneggiate quando ricevono e accumulano grandi quantità di tau sana", ha detto Wegmann.


I risultati dello studio sollevano una serie di domande che la Wegmann affronterà ora con il suo gruppo di ricerca al DZNE: quali processi sono alla base della maggiore diffusione della tau nel cervello che invecchia? Sono troppe le proteine ​​tau prodotte o troppo poche quelle difettose eliminate? Rispondere a queste domande può aprire nuove opzioni terapeutiche a lungo termine.

 

 

 


Fonte: German Center for Neurodegenerative Diseases (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Susanne Wegmann, Rachel E. Bennett, Louis Delorme, Ashley B. Robbins, Miwei Hu, Danny McKenzie, Molly J. Kirk, Julia Schiantarelli, Nahel Tunio, Ana C. Amaral, Zhanyun Fan, Samantha Nicholls, Eloise Hudry, Bradley T. Hyman. Experimental evidence for the age dependence of tau protein spread in the brain. Science Advances, 25 June 2019, DOI: 10.1126/sciadv.aaw6404

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.