Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Controllo pressione riduce rischio di demenza nei pazienti di mezza età con fibrillazione atriale

Atrial fibrillation

Il rischio di demenza nei pazienti di mezza età con fibrillazione atriale (FA) può essere ridotto controllando l'ipertensione, secondo uno studio presentato ieri, lunedì 18 marzo 2019, all'EHRA 2019, il congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC).


L'autore dello studio, il dottor Daehoon Kim, ha affermato che i pazienti con FA da 50 a 60 anni di età possono trarre beneficio dall'abbassamento della pressione arteriosa sistolica (SBP, systolic blood pressure) a 120-129 mmHg, rispetto a quelli con questo valore costantemente sopra i 140 mmHg.


"È stato sorprendente. Sappiamo tutti che la FA è associata ad un rischio più alto di demenza, ma non c'era un modo sicuro per proteggersi dalla demenza associata alla FA", ha spiegato il dott. Kim, cardiologo della Yonsei University di Seoul, Corea del Sud. "Con questo studio, abbiamo trovato un modo potenziale per aiutare i pazienti di mezza età a minimizzare il rischio fino al 15%".


Nello studio sulla coorte nazionale coreana sono stati arruolati pazienti con FA e ipertensione che assumevano almeno un farmaco antipertensivo al momento della diagnosi di FA tra il 2005 e il 2016. Tra chi aveva una SBP non controllata oltre 140 mmHg alla diagnosi iniziale di FA, il rischio di demenza è stato confrontato in base allo stato di controllo SBP del periodo di studio (<120 mmHg, 120~129, 130~139, ≥140) nei modelli multivariabili di Cox.


L'analisi della SBP e del rischio di demenza è stata calcolata dalla data della misurazione della pressione arteriosa nello studio alla data di demenza, di morte o al 31 dicembre 2016 (fine del periodo di studio), a seconda di quale evento si è verificato prima. I partecipanti sono stati seguiti in media per 5 anni.


La FA, l'aritmia cardiaca sostenuta più comune nella popolazione anziana generale, aumenta il rischio di ictus di un fattore da 4 a 5 volte quello della popolazione generale. È stato anche associato a deterioramento cognitivo e demenza, anche in pazienti senza un ictus diagnosticato in precedenza.


Studi precedenti hanno suggerito che l'ipertensione in mezza età aumenta il rischio di demenza in età avanzata, portandolo a essere considerato un probabile fattore di rischio nelle linee guida sulla prevenzione della demenza.


"Tuttavia, gli studi osservazionali che hanno suggerito che l'ipertensione arteriosa è un fattore di rischio per il deterioramento cognitivo tardivo e la demenza non hanno valutato l'effetto della variazione della pressione arteriosa nel tempo sul rischio di demenza", ha sottolineato il dott. Kim. "Inoltre, c'è una mancanza di dati sull'associazione tra controllo della pressione arteriosa e rischio di demenza in pazienti con FA".


Questo studio ha rilevato che l'abbassamento della pressione arteriosa in pazienti di età superiore a 70 anni può non avere un impatto così importante sul rischio di demenza: "Il controllo rigoroso della pressione arteriosa nella mezza età può aiutare a prevenire la demenza associata alla fibrillazione atriale", ha ribadito il dott. Kim. "Tuttavia, in coloro che sono entrati nell'anzianità (oltre 70 anni), il controllo della pressione sanguigna potrebbe essere di scarso aiuto".


Gli autori dello studio hanno utilizzato il database del servizio di assicurazione sanitaria nazionale coreano per misurare la pressione arteriosa di 196.388 pazienti oltre 50 anni di nuova diagnosi con FA, dividendoli nei gruppi di età 50-59, 60-69, 70-79 e oltre 80 anni.


È stato dimostrato che il controllo della pressione arteriosa sotto i 130 mmHG riduce il rischio di demenza con benefici simili per i pazienti di età compresa tra 50-59 e 60-69 con pressione arteriosa non controllata al momento della diagnosi di fibrillazione atriale.


"La corretta terapia anticoagulante e la modifica precoce del fattore di rischio cardiovascolare, compresa l'ipertensione e la prevenzione dell'ipoglicemia nei pazienti diabetici, hanno probabilmente un ruolo importante nel ridurre il rischio di demenza associata alla fibrillazione atriale", ha concluso il dott. Kim.

 

 

 


Fonte: European Society of Cardiology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.