Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La memoria dipende dallo 'spegnimento' di una proteina

La memoria dipende dallo spegnimento di una singola proteinaLa struttura della proteina Arc al microscopio SEM (Fonte: creativebiogene.com)

La memoria, l'apprendimento e la flessibilità cognitiva dipendono da una proteina «interruttore-di-spegnimento» nel cervello, secondo una scoperta rivoluzionaria fatta da una collaborazione di ricerca internazionale co-guidata dall'università di Warwick.


Questa nuova conoscenza potrebbe consentirci di comprendere e combattere meglio le malattie neurologiche che inibiscono la memoria, come l'Alzheimer.


Il dott. Mark Wall della Warwick, con ricercatori dell'Università di Bradford e della Georgia State University, ha scoperto che la proteina Arc - che aumenta nel cervello durante l'apprendimento - deve essere rapidamente disattivata e rimossa poco dopo aver ricevuto nuove informazioni, affinché possiamo ricordarle e conservarle.


Il rilievo dell'Arc nel regolare la memoria del cervello e il processo di apprendimento era già noto, ma l'importanza vitale del suo «spegnimento» e rimozione era rimasta nascosta fino ad ora.


La flessibilità cognitiva ci consente di imparare e adattarci al mondo che ci circonda, raccogliendo e ricordando nuove informazioni, come gli indizi visivi e sonori, per darci le informazioni per le azioni e reazioni alle situazioni che cambiano.


Nelle persone che hanno una condizione neurologica, come il morbo di Alzheimer, la flessibilità cognitiva si riduce, causando comportamenti alterati, confusione e incapacità di apprendere e conservare nuove informazioni, come la posizione di un edificio o il nome di una persona.


La presente ricerca suggerisce che questa mancanza di flessibilità cognitiva e l'incapacità di apprendere e ricordare nuove informazioni potrebbero derivare dal fatto che la proteina Arc non viene completamente disattivata e quindi persiste nel cervello.


I ricercatori clinici potrebbero utilizzare questa scoperta chiave per comprendere e curare meglio malattie come l'Alzheimer, puntando l'«interruttore di spegnimento» e scoprendo che cosa causa malfunzionamenti.


Il dott. Mark Wall, direttore di Scienze Biomediche dell'Università di Warwick, ha commentato:

"Per fare un'analogia che spiega i nostri risultati: immagina di stare in un hotel per un paio di settimane. Dopo la prima settimana, il gestore cambia la tua stanza ma non ti dice dove si trova quella nuova. Per trovarla, dovresti testare la tua chiave in ogni porta di camera dell'albergo finché non si apre quella assegnata. Tuttavia, una volta trovata, la prossima volta che torni in albergo, potresti localizzare rapidamente la tua stanza usando una serie di segnali spaziali che potrebbero includere il piano su cui si trovava la tua stanza, quanto la tua stanza era lontana dall'ascensore e se si trovava vicino a un'uscita antincendio".


La dott.ssa Sonia A.L. Corrêa della Facoltà di Scienze della Vita dell'Università di Bradford ha proseguito:

"Ora, immagina una situazione in cui ogni volta che torni in albergo devi testare la tua chiave in ogni stanza finché non hai trovato la tua. Questa incapacità di regolare la tua strategia per trovare la posizione della tua nuova stanza è chiamata 'inflessibilità cognitiva' e questo è quello che succede se la proteina Arc non viene disattivata correttamente. Invecchiando, questo comportamento alterato si verifica più frequentemente e, cosa più importante, questo tipo di comportamento si trova in alcune forme di neurodegenerazioni, compreso il morbo di Alzheimer".


Per fare la loro scoperta, i ricercatori hanno generato un topo con una forma mutata della proteina Arc che non veniva spenta o rimossa. Hanno scoperto che i topi che contenevano questa mutazione avevano comportamentali normali ma avevano difetti specifici nella flessibilità cognitiva.

 

 

 


Fonte: University of Warwick (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Mark J. Wall, Dawn R. Collins, Samantha L. Chery, Zachary D. Allen, Elissa D. Pastuzyn, Arlene J. George, Viktoriya D. Nikolova, Sheryl S. Moy, Benjamin D. Philpot, Jason D. Shepherd, Jürgen Müller, Michael D. Ehlers, Angela M. Mabb,', Sonia A.l. Corrêa. The Temporal Dynamics of Arc Expression Regulate Cognitive Flexibility. Neuron, 2018 DOI: 10.1016/j.neuron.2018.05.012

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.