Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le cellule possono comunicarsi più messaggi allo stesso tempo

I neuroni comunicano in modo dinamicoRappresentazione artistica di una cellula che esprime il ligando Delta1 (a sinistra) e una cellula che esprime il ligando Delta4 (a destra). Anche se questi due ligandi attivano i recettori cellulari allo stesso modo, lo fanno con diversi modelli nel tempo. In questo modo, una cellula ricevente può decodificare le istruzioni. Fonte: CaltechGli organismi multicellulari come gli esseri umani dipendono dal flusso costante di informazioni scambiate tra le cellule, che coordinano la loro attività al fine di proliferare e differenziarsi.


Decifrare il linguaggio della comunicazione intercellulare è da molto tempo una sfida centrale in biologia.


Ora, gli scienziati del Caltech hanno scoperto che le cellule si sono evolute in modo da trasmettere più messaggi in un singolo percorso (o canale di comunicazione) di quanto si pensasse in precedenza, codificando ritmicamente i messaggi nel tempo.


Il lavoro, condotto nel laboratorio di Michael Elowitz, professore di biologia e bioingegneria, ricercatore  dell'Howard Hughes Medical Institute e funzionario esecutivo d'ingegneria biologica, è descritto in un articolo dell'8 febbraio su Cell.


In particolare, gli scienziati hanno studiato un sistema di comunicazione cruciale chiamato "Notch", che viene usato in quasi tutti i tessuti animali. I malfunzionamenti nel percorso Notch contribuiscono a vari tumori e malattie dello sviluppo, rendendolo un obiettivo desiderabile per studiare lo sviluppo di farmaci.


Le cellule conversano usando molecole specializzate in comunicazione, chiamate ligandi, che interagiscono con corrispondenti antenne molecolari chiamate recettori. Quando una cellula usa il percorso Notch per comunicare istruzioni ai suoi vicini (per esempio, dicendo loro di dividersi o di differenziarsi in un tipo di cellula diverso), la cellula che invia il messaggio produrrà alcuni ligandi Notch sulla sua superficie.


Questi ligandi si legano quindi ai recettori Notch incorporati sulla superficie delle cellule vicine, inducendo i recettori a rilasciare molecole modificanti il ​​gene chiamate 'fattori di trascrizione' all'interno della loro cellula. I fattori di trascrizione vanno nel nucleo della cellula, dove è memorizzato il DNA della cellula e attivano geni specifici. Il sistema Notch consente quindi alle cellule di ricevere segnali dai loro vicini e di modificare di conseguenza la loro espressione genica.


I ligandi incitano l'attivazione dei fattori di trascrizione modificando la struttura dei recettori in cui si collegano. Tutti i ligandi modificano i loro recettori in modo simile e attivano gli stessi fattori di trascrizione in una cellula ricevente, e per questo motivo, gli scienziati in genere avevano assunto che la cellula ricevente non avrebbe dovuto essere in grado di determinare in modo affidabile quale ligando l'attivava, e quindi quale messaggio riceveva.


Il primo autore Elowitz Nagarajan (Sandy) Nandagopal, afferma:

"A prima vista, l'unica spiegazione su come le cellule discriminano tra due ligandi, quando lo fanno, sembra essere che devono in qualche modo rilevare con precisione le differenze nel modo in cui i due ligandi attivano il recettore.

"Tuttavia, tutte le prove acquisite finora suggeriscono che, a differenza di telefoni cellulari o radio, le cellule hanno molti più problemi ad analizzare in modo preciso i segnali in ingresso. Di solito sono molto brave a distinguere tra la presenza o l'assenza di segnale, ma non molto di più. In questo senso, il messaggiare delle cellule assomiglia di più all'invio di segnali di fumo, che non ai messaggi di testo.

"Quindi, la domanda è, come fa la cellula a differenziare tra due ligandi, che sembrano sbuffi simili di fumo in lontananza?".


Nandagopal e i suoi collaboratori si sono chiesti se la risposta fosse nel modello temporale dell'attivazione Notch da parte di diversi ligandi, in altre parole, come viene emesso il "fumo" nel tempo. Per testare questa ipotesi, il team ha sviluppato un nuovo sistema basato su video attraverso il quale potevano registrare il segnale in tempo reale in ogni singola cellula. Marcando i recettori e i ligandi con proteine ​​fluorescenti, il team è riuscito a osservare come interagivano le molecole mentre stava avvenendo la segnalazione.


Il team ha studiato due ligandi Notch chimicamente simili, soprannominati Delta1 e Delta4. Hanno scoperto che, nonostante la somiglianza dei ligandi, i due attivavano lo stesso recettore con schemi temporali sorprendentemente diversi. I ligandi Delta1 attivavano contemporaneamente gruppi interi di recettori, inviando improvvisi scoppi di fattori di trascrizione tutti in una volta fino al nucleo, come un segnale di fumo costituito da pochi sbuffi giganti. Dall'altra parte, i ligandi Delta4 attivavano singoli recettori in modo sostenuto, inviando un flusso costante di singoli fattori di trascrizione al nucleo, come un flusso costante di fumo.


Questi due schemi sono la chiave per codificare diverse istruzioni per la cellula, dicono i ricercatori. In effetti, questo meccanismo permette ai due ligandi di comunicare messaggi radicalmente diversi. Analizzando gli embrioni di pollo, gli autori hanno scoperto che Delta1 attivava la produzione di muscoli addominali, mentre Delta4 inibiva fortemente questo processo nelle stesse cellule.


Elowitz afferma:

"Le cellule parlano solo una manciata di linguaggi molecolari diversi, ma devono lavorare insieme per svolgere un'incredibile varietà di compiti. In genere riteniamo che questi linguaggi siano estremamente semplici, e che le cellule possano fondamentalmente solo grugnire l'una all'altra: osservando le cellule nel processo di comunicazione, possiamo vedere che questi linguaggi sono più sofisticati e hanno un vocabolario più ampio di quanto abbiamo mai pensato. E questa è probabilmente solo la punta di un iceberg della comunicazione intercellulare".

 

 

 


Fonte: California Institute of Technology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nagarajan Nandagopal, Leah A. Santat, Lauren LeBon, David Sprinzak, Marianne E. Bronner, Michael B. Elowitz. Dynamic Ligand Discrimination in the Notch Signaling Pathway. Cell, 2018; 172 (4): 869 DOI: 10.1016/j.cell.2018.01.002

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.