Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La nostra memoria visiva di lungo periodo è legata al modo in cui si muovono gli oggetti



Quando Superman vola sopra la città, le persone a terra suppongono con meraviglia di vedere un uccello, poi un aereo, e poi finalmente si rendono conto che è il supereroe.


Ma non hanno solo visto l'Uomo d'Acciaio; hanno sperimentato le condizioni ideali per creare un forte ricordo di lui.


Psicologi cognitivi della Johns Hopkins University sono i primi a collegare la memoria visiva umana a lungo termine al modo in cui si muovono le cose.


Hanno scoperto che la chiave è la possibilità o meno che abbiamo di monitorare visivamente un oggetto. Quando le persone vedono Superman, non pensano che sia un uccello E un aereo E un supereroe. Sanno che è solo una cosa, anche se la distanza, l'illuminazione e l'angolo cambiano la sua apparenza.


I ricercatori hanno concluso che la memoria delle persone migliora in modo significativo con i molti dettagli dei cambi di aspetto dell'oggetto che si muove nello spazio e nel tempo. La scoperta, che getta luce sulla memoria a lungo termine e potrebbe far avanzare la tecnologia di apprendimento automatico, sono apparsi questo mese sul Journal of Experimental Psychology: General.


"Il modo in cui mi vedi è solo una piccola parte della tua conoscenza di chi sono io", ha detto il co-autore Jonathan Flombaum, assistente professore del Dipartimento di Scienze Psicologiche e Cerebrali. "Se mi vedi muovermi in una stanza, stai ricevendo i dati su come appaio da diverse distanze, con diverse luci e da diverse angolazioni. Questo ti aiuterà a riconoscermi più tardi? Nessuno si è mai posto questa domanda. Noi abbiamo scoperto che la risposta è sì".


Gli esseri umani hanno una memoria notevole per gli oggetti, dice il co-autore Mark Schurgin, studente laureato del Visual Thinking Lab di Flombaum. Noi riconosciamo cose che non vedevamo da decenni, come i nastri stereo8 e i gettoni del telefono. Conosciamo le facce di vicini che non abbiamo mai nemmeno incontrato. E i bambini molto piccoli spesso puntano a un giocattolo in un negozio dopo averlo visto solo una volta in TV.


Anche se le persone non incontrano quasi mai un singolo oggetto nello stesso modo due volte, lo riconoscono comunque.


Schurgin e Flombaum, si sono chiesti se l'impossibilità di avvicinarsi della grande capacità delle persone di richiamare il ricordo, di una macchina intelligente e di un computer, ha qualcosa a che fare con la nostra "conoscenza di base" del mondo, la comprensione innata della fisica di base con cui nascono tutti gli esseri umani, e molti animali. In particolare, tutti sanno che una cosa non può essere in due posti contemporaneamente. Quindi, se vediamo una cosa in movimento da un punto a un altro, il nostro cervello ha la possibilità di vederla in circostanze diverse, e la possibilità di formare un forte ricordo di essa.


Allo stesso modo, se qualcosa si comporta in modo irregolare e non siamo sicuri di vedere una cosa sola, quei ricordi non si formeranno. "Per la memoria visiva, ciò che conta per il nostro cervello è che un oggetto sia lo stesso", ha detto Flombaum. "Le persone sono più propense a riconoscere un oggetto se lo vedono almeno due volte, che si muove nello stesso percorso".


I ricercatori hanno testato la teoria in una serie di esperimenti in cui le persone vedevano video molto brevi di oggetti in movimento, e poi si sottoponevano a test della memoria. A volte gli oggetti sembravano muoversi attraverso lo schermo come farebbe una cosa singola. Altre volte si spostavano in modi inaspettati per un singolo oggetto, come apparire da un lato dello schermo e poi dall'altro.


I ricercatori hanno trovato che dopo ogni esperimento i soggetti avevano ricordi significativamente migliori - quasi del 20% - degli oggetti tracciabili che si muovevano secondo le nostre aspettative. "Il tuo cervello ha determinate regole automatiche del comportamento che si aspetta dalle cose del mondo", ha detto Schurgin. "Si scopre ora che queste regole influenzano i ricordi di ciò che vedi".

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Mark W. Schurgin, Jonathan I. Flombaum. Exploiting core knowledge for visual object recognition.. Journal of Experimental Psychology: General, 2017; 146 (3): 362 DOI: 10.1037/xge0000270

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)