Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il controllo del cervello sul sonno: può metterne a dormire anche solo una parte

Il sonno è di solito considerato uno stato tutto-o-niente: il cervello o è del tutto sveglio o del tutto addormentato.


Però i neuroscienziati del MIT hanno scoperto un circuito cerebrale che può indurre piccole aree del cervello ad addormentarsi o a diventare meno vigili, mentre il resto del cervello rimane sveglio.


Questo circuito ha origine in una struttura del cervello chiamata «nucleo reticolare talamico» (TRN), che trasmette i segnali al talamo e poi alla corteccia cerebrale, inducendo sacche delle onde cerebrali lente e oscillanti caratteristiche del sonno profondo.


Le oscillazioni lente sono presenti anche durante il coma e l'anestesia generale, e sono associate ad una minore eccitazione. Con un'attività del TRN sufficiente, queste onde possono prendere il controllo dell'intero cervello.


I ricercatori ritengono che il TRN possa aiutare il cervello a consolidare nuovi ricordi, coordinando le onde lente tra le diverse parti del cervello, consentendo loro di condividere più facilmente le informazioni.


"Durante il sonno, delle specifiche regioni cerebrali forse hanno onde lente contemporaneamente, perché hanno bisogno di scambiare informazioni l'una con l'altra, mentre altre non lo fanno", dice Laura Lewis, affiliato di ricerca nel Dipartimento di Scienze Cognitive e Cerebrali del MIT e uno dei principali autori del nuovo studio, che è apparso ieri sulla rivista eLife.


Il TRN può essere responsabile anche di ciò che accade nel cervello quando le persone private del sonno sperimentano brevi sensazioni di 'straniamento' mentre cercano di rimanere svegli, dicono i ricercatori.


Un altro primo autore della ricerca è Jakob Voigts, studente laureato del MIT in scienze cognitive e cerebrali. Gli autori senior sono Emery Brown, professore di Ingegneria Medica e Neuroscienza Computazionale al MIT e anestesista del Massachusetts General Hospital, e Michael Halassa, assistente professore alla New York University. Altri autori sono l'affiliato di ricerca del MIT Francisco Flores e Matthew Wilson, professore di Neurobiologia e membro del Picower Institute del MIT.

 

Controllo locale

Fino ad ora, la maggior parte della ricerca sul sonno si è concentrata sul controllo globale del sonno, che avviene quando l'intero cervello è inondato di onde lente, che sono oscillazioni dell'attività cerebrale create quando gruppi di neuroni sono messi a tacere per brevi periodi.


Tuttavia, studi recenti hanno dimostrato che gli animali privati ​​del sonno possono esibire onde lente in alcune parti del cervello mentre sono ancora svegli, il che suggerisce che il cervello può anche controllare la vigilanza a livello locale.


Il team del MIT ha iniziato l'indagine sul controllo locale della vigilanza o della sonnolenza con il TRN perché la sua posizione fisica lo rende perfettamente posizionato per avere un ruolo nel sonno, dice Lewis. Il TRN circonda il talamo come un guscio e può agire da portinaio per far entrare le informazioni sensoriali nel talamo, che poi le invia alla corteccia per ulteriori elaborazioni.

Può essere rilevante perché:

Il sonno, e in particolare i suoi disturbi, sono stati collegati all'Alzheimer da molte e diverse ricerche.

Trovare un modo di anestetizzare le persone può aiutare ad evitare i problemi più volti segnalati (da pazienti e ricerche) di demenza postoperatoria.

Lo studio sta ora ipotizzando che anche il nucleo reticolare talamico può essere coinvolto nel consolidamento dei ricordi.


Con la optogenetica, una tecnica che permette agli scienziati di stimolare o silenziare dei neuroni con la luce, i ricercatori hanno scoperto che se stimolano debolmente il TRN nei topi svegli, appaiono onde lente in una piccola parte della corteccia. Con più stimolazione, l'intera corteccia mostra onde lente. "Abbiamo anche scoperto che quando si inducono queste onde lente attraverso la corteccia, gli animali iniziano a comportarsi come se avessero sonno. Smettono di muoversi e il loro tono muscolare cade", dice Lewis.


I ricercatori ritengono che il TRN regoli finemente il controllo del cervello su aree locali, aumentando o riducendo le onde lente in alcune regioni in modo che quelle aree possano comunicare tra loro, o indurre alcune aree a diventare meno vigili quando il cervello è molto assonnato. Questo può spiegare ciò che accade negli esseri umani quando sono privati ​​del sonno e si estraniano momentaneamente senza addormentarsi realmente. "Sono incline a pensare che ciò accade perché il cervello comincia la transizione verso il sonno, e alcune regioni locali del cervello diventano sonnolenti anche se ti costringi a rimanere sveglio", dice Lewis.


"La forza di questo lavoro è che è il primo ad usare l'optogenetica per analizzare il ruolo di una parte del circuito talamo-corticale nel generare onde lente nella corteccia"
, afferma Mark Opp, professore di anestesiologia e medicina del dolore all'Università di Washington, che non faceva parte del gruppo di ricerca.

 

Sonno naturale e anestesia generale

Capire come il cervello controlla l'eccitazione potrebbe aiutare i ricercatori a progettare nuovi farmaci per il sonno e l'anestesia e creare uno stato più simile al sonno naturale. Stimolare il TRN può indurre stati profondi di sonno non di tipo REM, e precedenti ricerche di Brown e colleghi hanno scoperto un circuito che accende il sonno REM.


Brown aggiunge: "Il TRN è ricco di sinapsi (le connessioni del cervello) che rilasciano il neurotrasmettitore inibitore GABA. Pertanto, il TRN è quasi certamente un sito di azione di molti farmaci anestetici, dato che una grande classe di essi agisce su queste sinapsi e produce onde lente come una delle sue caratteristiche".


Il precedente lavoro di Lewis e colleghi aveva dimostrato che, a differenza delle onde lente del sonno, le onde lente nell'anestesia generale non sono coordinate, suggerendo un meccanismo del motivo per cui questi farmaci compromettono lo scambio di informazioni nel cervello e producono incoscienza.

 

 

 


Fonte: Anne Trafton in MIT-Massachusetts Institute of Technology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Laura D Lewis, Jakob Voigts, Francisco J Flores, Lukas I Schmitt, Matthew A Wilson, Michael M Halassa, Emery N Brown. Thalamic reticular nucleus induces fast and local modulation of arousal state. eLife, October 2015 DOI: 10.7554/eLife.08760

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.