Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un cuore che funziona bene può impedire l'insorgenza dell'Alzheimer

Un cuore sano può prevenire l'Alzheimer, secondo una nuova ricerca della Vanderbilt University.


Lo studio, pubblicato online il 19 febbraio in Circulation, associa la funzionalità del cuore allo sviluppo della demenza e dell'Alzheimer. I partecipanti con funzione cardiaca ridotta, misurata in base all'indice cardiaco, avevano da 2 a 3 volte più probabilità di sviluppare una perdita significativa di memoria durante il periodo di studio.


"La funzionalità cardiaca potrebbe rivelarsi un fattore di rischio importante per la demenza e l'Alzheimer", ha detto Angela Jefferson, Ph.D., direttore del Vanderbilt Memory & Alzheimer's Center, e ricercatrice principale dello studio. "Un aspetto molto incoraggiante dei nostri risultati è che la salute del cuore è un rischio modificabile. Anche se potremmo non essere in grado di cambiare la genetica o la storia di famiglia, è possibile impegnarsi in uno stile di vita sano per il cuore attraverso dieta ed esercizio, in qualsiasi momento della vita".


La ricerca ha usato i dati del Framingham Heart Study, che ha avuto inizio nel 1948 per identificare i fattori di rischio per le malattie cardiache. Sono stati seguiti 1.039 partecipanti dell'Offspring Cohort del Framingham per un massimo di 11 anni per confrontare l'indice cardiaco con lo sviluppo di demenza.


"L'indice cardiaco è una misura della salute del cuore. Esso riflette l'«output cardiaco» o la quantità di sangue che esce dal cuore e viene pompato attraverso il corpo tenendo in considerazione le dimensioni della persona. Un valore basso di indice cardiaco significa che c'è meno sangue che parte dal cuore", ha detto la Jefferson.


Durante il periodo di studio, 32 partecipanti hanno sviluppato una demenza, tra cui 26 casi di Alzheimer. Rispetto al normale indice cardiaco, gli individui con basso indice cardiaco clinico avevano un rischio relativo più elevato di demenza. "Abbiamo pensato che le malattie cardiache potrebbero guidare l'aumento del rischio di demenza e Alzheimer. Quando abbiamo escluso i partecipanti con malattie cardiache e altre patologie cardiache, siamo rimasti sorpresi di vedere che il rischio di demenza e Alzheimer è addirittura peggiorato", ha detto la Jefferson.


Secondo lei, la comunità di ricerca ha da tempo associato la salute del cuore alla salute del cervello, ma l'indice cardiaco non è stato finora riconosciuto come un fattore di rischio per la perdita di memoria significativa o demenza.


"Per l'adulto medio, il cervello rappresenta il 2 per cento del peso complessivo del corpo, ma riceve fino al 15 per cento del sangue che parte dal cuore. Se ci sono cambiamenti nella capacità del cuore di pompare sangue, il cervello è resiliente e fa un grande lavoro per regolare il flusso di sangue e mantenere un livello costante che supporta il tessuto e l'attività cerebrale. Ma con l'età, i nostri vasi tendono ad essere meno sani. Diventano meno adattabili ai cambiamenti del flusso sanguigno, e tali modifiche possono incidere sulla salute e la funzionalità del cervello", ha detto.


"Il rischio che abbiamo trovato tra un indice cardiaco basso e lo sviluppo di demenza può riflettere un processo sottile ma protratto per decenni; è essenzialmente un onere dell'intera vita composto di cali sottili nell'apporto di ossigeno e nutrienti al cervello. Questa possibilità è preoccupante data l'osservazione che un partecipante su tre al nostro studio ha soddisfatto la definizione medica di basso indice cardiaco".


La Jefferson sottolinea che questa ricerca puntava solo ad un fattore di rischio. "Allo stato attuale, non esiste un metodo sicuro per prevenire la demenza o l'Alzheimer. Ma condurre una vita con un cuore sano potrebbe aiutare. Quando il 30 per cento della popolazione è esposta a un fattore di rischio potenziale, come il basso indice cardiaco, può esserci una significativa preoccupazione per la salute pubblica".

 

 

 

 

 


Fonte: Vanderbilt University via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A. L. Jefferson, A. S. Beiser, J. J. Himali, S. Seshadri, C. J. O'Donnell, W. J. Manning, P. A. Wolf, R. Au, E. J. Benjamin. Low Cardiac Index is Associated with Incident Dementia and Alzheimer's Disease: The Framingham Heart Study. Circulation, 2015; DOI: 10.1161/CIRCULATIONAHA.114.012438

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.