Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nel cervello è una questione di tempo

Supponiamo di aver sentito una volta il suono di pneumatici in frenata, seguito da un incidente d'auto.


La prossima volta che si sente un tale slittamento, si potrebbe rabbrividire dalla paura, aspettandosi l'incidente successivo; questo suggerisce che in qualche modo, il cervello aveva collegato i due ricordi, così che un suono relativamente innocuo provoca il terrore.


Neuroscienziati del MIT hanno ora scoperto che due circuiti neurali nel cervello lavorano insieme per controllare la formazione di tali ricordi legati dal tempo. Questa è una capacità cruciale che aiuta il cervello a determinare quando è necessario agire per difendersi da una minaccia potenziale, dice Susumu Tonegawa, professore Picower di Biologia e Neuroscienze e autore di un documento che descrive lo studio nel numero del 23 gennaio di Science.


"E' importante per noi essere in grado di associare le cose che accadono con un certo gap temporale", spiega Tonegawa, che è un membro del Picower Institute for Learning and Memory del MIT. "Per gli animali è molto utile sapere quali eventi associare, e quali non associare". L'interazione di questi due circuiti permette al cervello di mantenere un equilibrio tra il paralizzarsi troppo facilmente dalla paura ed essere troppo distratti, potendo essere colti di sorpresa da un predatore o da altre minacce.

Gli autori principali del documento sono Takashi Kitamura e Michele Pignatelli, postdottorato del Picower Institute.

 

Collegare i ricordi

I ricordi di eventi, noti come «ricordi episodici», contengono sempre tre elementi: cosa, dove e quando. Tali memorie sono create in una struttura del cervello chiamata ippocampo, che coordina ciascuno di questi tre elementi. Per formare ricordi episodici, l'ippocampo comunica anche con la regione della corteccia cerebrale appena fuori l'ippocampo, nota come «corteccia entorinale». La corteccia entorinale, che ha diversi strati, riceve informazioni sensoriali, come ad esempio immagini e suoni, dalle aree di elaborazione sensoriale del cervello e le invia all'ippocampo.


Precedenti ricerche avevano svelato molto su come il cervello collega il luogo e i componenti oggetto del ricordo. Alcuni neuroni nell'ippocampo, conosciuti come «cellule di posizione», sono specializzati nell'attivarsi quando un animale è in una posizione specifica, e anche quando l'animale ricorda quella posizione. Tuttavia, quando si tratta di associare oggetti e tempo, "la nostra comprensione è limitata", dice Tonegawa. "Qualcosa sappiamo, ma relativamente poco rispetto al meccanismo oggetto-luogo".


Il nuovo sudio su Science si basa su uno precedente del 2011 del laboratorio di Tonegawa, che aveva individuato un circuito cerebrale necessario ai topi per collegare ricordi di due eventi - un tono e una leggera scossa elettrica - che avvengono fino a 20 secondi di distanza. Questo circuito collega lo strato 3 della corteccia entorinale alla regione CA1 dell'ippocampo. Quando quel circuito, noto come «circuito monosinaptico», è interrotto, gli animali non imparano a temere il tono.


Nel nuovo documento, i ricercatori segnalano la scoperta di un circuito precedentemente sconosciuto che sopprime il circuito monosinaptico. Questo segnale ha origine in un tipo di neuroni eccitatori scoperto nel laboratorio di Tonegawa, soprannominato «cellule insulari» perché formano ammassi circolari all'interno dello strato 2. Quelle cellule stimolano i neuroni inibitori in CA1 che sopprimono l'insieme di neuroni eccitatori in CA1 attivati ​​dal circuito monosinaptico.


Questo circuito crea un contrappeso che limita la finestra di opportunità per legare due eventi. "Questo percorso potrebbe fornire un meccanismo per impedire l'apprendimento costante di associazioni temporali senza importanza", dice Michael Hasselmo, professore di psicologia alla Boston University, che non faceva parte del gruppo di ricerca. I risultati sono "una importante dimostrazione del ruolo funzionale delle diverse popolazioni di neuroni nella corteccia entorinale che forniscono stimoli all'ippocampo".

 

Decifrare i circuiti

Per dimostrare l'interazione di questi due circuiti i ricercatori hanno usato l'optogenetica, una tecnologia che consente a specifiche popolazioni di neuroni di essere accesi o spenti con la luce.


Nei topi normali, il divario di tempo massimo tra gli eventi che possono essere collegati è di circa 20 secondi, ma i ricercatori potrebbero allungare tale periodo aumentando l'attività del livello 3 di cellule o sopprimendo le cellule insulari del livello 2. Al contrario, si potrebbe ridurre la finestra di opportunità inibendo le cellule di livello 3 o stimolando input dalle cellule insulari del livello 2; entrambe le strategie danno lo spegnimento delle attività in CA1.


I ricercatori suppongono che l'attività prolungata in CA1 mantenga viva la memoria del tono abbastanza a lungo, in modo che sia ancora presente quando avviene lo shock, consentendo ai due ricordi di collegarsi. Essi stanno ora indagando se i neuroni in CA1 rimangono attivi per tutto il tempo che intercorre tra gli eventi.


La ricerca è stata finanziata dal RIKEN Brain Science Institute, dall'Howard Hughes Medical Institute, e dalla JPB Foundation.

 

 

 

 

 

 


FonteMassachusetts Institute of Technology.

Riferimenti: Takashi Kitamura, Michele Pignatelli, Junghyup Suh, Keigo Kohara, Atsushi Yoshiki, Kuniya Abe, and Susumu Tonegawa. Island Cells Control Temporal Association Memory. Science, 23 January 2014 DOI: 10.1126/science.1244634

Pubblicato da Anne Trafton in web.mit.edu (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.