Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio trova legame tra demenza, delirio e calo di salute

Più della metà dei pazienti con demenza preesistente sperimentano il delirio durante un ricovero ospedaliero.


Se non si riesce ad individuarlo ed a curarlo presto si finisce per accelerare il declino della salute sia fisica che mentale del paziente, secondo dei ricercatori sanitari.


"Questo studio è importante, poiché il delirio è spesso trascurato e minimizzato in ambito ospedaliero, specialmente nelle persone con demenza", ha detto Donna M. Fick, Distinguished Professor di Infermieristica alla Penn State e ricercatrice principale di questo studio. "E dimostra che il delirio è micidiale, costoso e impatta il funzionamento del paziente".


I ricercatori hanno seguito 139 over 65 ricoverati, affetti da demenza e hanno scoperto che i pazienti che hanno sviluppato il delirio avevano una probabilità del 25 per cento di morire entro 30 giorni, come riportato nel numero attuale del Journal of Medicine Hospital.


La demenza è una malattia irreversibile e progressiva che colpisce la funzione cognitiva e fisica. I sintomi di solito compaiono nel corso di mesi o anni e possono includere perdita di memoria, incapacità di risolvere semplici problemi, difficoltà di linguaggio e di pensiero, cambiamenti di personalità e di comportamento ed altri problemi mentali.


Il delirio, d'altra parte, è una condizione cognitiva reversibile che compare rapidamente e, se individuata e trattata presto, può essere risolta. Molti dei sintomi del delirio possono sembrare simili alla demenza, ma i segni come la marcata disattenzione e la sonnolenza o l'iperattività possono aiutare a differenziare il delirio dalla demenza.


In questo studio la Fick e i colleghi si sono concentrati su questa combinazione di disturbi, nota come delirio sovrapposto alla demenza (DSD). I ricercatori hanno riscontrato una incidenza del 32 per cento di nuovo delirio nei pazienti ospedalizzati affetti da demenza. Questi pazienti sono rimasti in ospedale circa quattro giorni in più rispetto ai pazienti senza delirio, e avevano anche un livello ridotto di abilità fisica e mentale quando hanno lasciato l'ospedale ed nelle visite di follow-up dopo un mese. Inoltre, i pazienti con DSD avevano una maggiore probabilità di morire un mese dopo la loro permanenza in ospedale.


Precedenti studi hanno scoperto che il costo degli episodi di delirio rivaleggia con quelli per il diabete e le malattie cardiache. Diminuire la durata del ricovero anche di un solo giorno farebbe risparmiare più di 20 milioni di dollari alla sanità [americana] ogni anno.


Le cause comuni di delirio sono una infezione, la disidratazione e il cambiamento di farmaci. Un terzo dei pazienti in questo studio è arrivato in ospedale disidratato. "Prevenire il delirio è importante perché vogliamo dimettere i pazienti con la condizione di base o migliorarne il funzionamento", ha detto la Fick. "Non vogliamo che tornino a casa con un funzionamento peggiore rispetto a quando sono arrivati in ospedale".


L'obiettivo dei ricercatori è aiutare gli operatori professionali a riconoscere e a trattare il delirio nei pazienti con DSD il più presto possibile, contribuendo a migliorare la qualità di vita del paziente.

 

 

 

 

 


Fonte: Penn State.

Riferimenti: Donna M. Fick, Melinda R. Steis, Jennifer L. Waller, Sharon K. Inouye. Delirium superimposed on dementia is associated with prolonged length of stay and poor outcomes in hospitalized older adults. Journal of Hospital Medicine, 2013; 8 (9): 500 DOI: 10.1002/jhm.2077

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.