Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Coda flessibile dei prioni avvelena le cellule cerebrali

Le proteine prioniche sono gli agenti patogeni infettivi che causano la malattia della mucca pazza e la malattia di Creutzfeldt-Jakob. Numerosi studi li hanno coinvolti anche nell'Alzheimer.


Una normale proteina prionica è patogena quando diventa deforme e si raggruma. Allo stato naturale è innocua e può essere presente in molti organismi: negli esseri umani si trova nella membrana delle cellule del cervello. Per contro, la proteina prionica deformata anormalmente è tossica per le cellule cerebrali.


Adriano Aguzzi (nella foto), professore di neuropatologia all'Università di Zurigo e all'Ospedale universitario di Zurigo, ha trascorso molti anni ad cercare di capire perché questa deformazione è velenosa. Il gruppo di Aguzzi ha ora scoperto che la proteina prionica ha una sorta di "interruttore" che controlla la sua tossicità.


Questo interruttore copre una piccola area sulla superficie della proteina. Se un'altra molecola, per esempio un anticorpo, tocca questo interruttore, viene attivato un meccanismo letale che può portare molto velocemente alla morte cellulare.

 

La coda flessibile induce la morte cellulare

Nell'edizione corrente di Nature, gli scienziati dimostrano che la molecola della proteina prionica si compone di due parti funzionalmente distinte: un dominio globulare, che è legato alla membrana cellulare, e una coda lunga e non strutturata. In condizioni normali, la coda è molto importante per mantenere il funzionamento delle cellule nervose. Al contrario, nel caso di una infezione prionica, la proteina prionica patogena interagisce con la parte globulare, e la coda provoca la morte cellulare; questa è l'ipotesi presentata dai ricercatori.


Aguzzi e la sua squadra hanno verificato questo principio generando anticorpi mimetici in sezioni di tessuto del cervelletto di topi che hanno una tossicità simile a quella di una infezione prionica. I ricercatori hanno scoperto che questi anticorpi hanno fatto scattare l'interruttore della proteina prionica.


"Le proteine prioniche con una versione monca della coda flessibile, tuttavia, non possono più danneggiare le cellule del cervello, anche se il loro interruttore è stato riconosciuto dagli anticorpi", spiega Adriano Aguzzi. "Questa coda flessibile è responsabile della morte delle cellule". Se la coda viene legata e resa inaccessibile mediante un ulteriore anticorpo, l'attivazione dell'interruttore non innesca la morte cellulare.


"La nostra scoperta ha conseguenze di vasta portata per la comprensione delle malattie da prioni", dice Aguzzi. I risultati rivelano che solo gli anticorpi che colpiscono la coda della proteina prionica sono adatti per essere utilizzati come potenziali farmaci. Per contro, gli anticorpi che fanno scattare l'interruttore del prione sono molto dannosi e pericolosi.

 

 

 

 

 


Fonte: University of Zurich.

Riferimento: Tiziana Sonati, Regina R. Reimann, Jeppe Falsig, Pravas Kumar Baral, Tracy O’Connor, Simone Hornemann, Sine Yaganoglu, Bei Li, Uli S. Herrmann, Barbara Wieland, Mridula Swayampakula, Muhammad Hafizur Rahman, Dipankar Das, Nat Kav, Roland Riek, Pawel P. Liberski, Michael N. G. James, and Adriano Aguzzi. The flexible tail of the prion protein mediates the toxicity of antiprion antibodies. Nature, July 31, 2013 DOI: 10.1038/nature12402

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.