Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'esercizio fisico può essere la migliore medicina per l'Alzheimer

L'Associazione Alzheimer onlus promuove le 'Camminate per la mente' per sensibilizzare tutte le persone 'a rischio' sull'importanza dell'esercizio fisico regolare. Il Nordic Walking impegna circa il doppio dei muscoli attivati dalla camminata normale, compresi quelli del tronco superiore, ed è quindi molto efficace.L'Associazione Alzheimer onlus promuove le 'Camminate per la mente' per sensibilizzare tutte le persone 'a rischio' sull'importanza dell'esercizio fisico regolare. Il Nordic Walking muove circa il doppio dei muscoli attivati dalla camminata normale, compresi quelli del tronco superiore, ed è quindi molto efficace.Una nuova ricerca uscita dalla School of Public Health della University of Maryland dimostra che l'esercizio fisico può migliorare la funzione cognitiva nei soggetti a rischio di Alzheimer, migliorando l'efficienza delle attività del cervello associate alla memoria.


La perdita di memoria che porta all'Alzheimer è una delle più grandi paure degli anziani americani. Mentre una certa perdita di memoria è normale e prevedibile con l'età, una diagnosi di decadimento cognitivo lieve (MCI) segnala una perdita di memoria più consistente e un rischio maggiore di Alzheimer, per il quale non c'è attualmente alcuna cura.


Lo studio, condotto dal Dr. J. Carson Smith, professore assistente del Dipartimento di Kinesiologia, offre nuova speranza a quelli che ricevono una diagnosi di MCI. E' il primo a dimostrare che un intervento di esercizi fisici negli anziani con decadimento cognitivo lieve (età media 78 anni) migliora non solo il richiamo dei ricordi, ma anche la funzione del cervello, come misurato dal neuroimaging funzionale (tramite fMRI). I risultati sono pubblicati sul Journal of Alzheimer.


"Abbiamo scoperto che, dopo 12 settimane di un programma di esercizio fisico moderato, si migliora l'efficienza neurale; in sostanza si usano meno risorse neurali per eseguire lo stesso compito di memoria", dice il Dott. Smith. "Nessuno studio ha dimostrato che un farmaco può fare quello che abbiamo mostrato essere possibile con l'esercizio fisico".

 

Attività giornaliera consigliata: buona per il corpo, buona per il cervello

Due gruppi di anziani fisicamente inattivi (da 60 a 88 anni) sono stati messi su un programma di 12 settimane di esercizio, che si è concentrato sull'uso regolare del tapis roulant, guidati da un personal trainer. Entrambi i gruppi (uno con MCI e l'altro con funzione cerebrale sana) hanno migliorato la loro forma fisica cardiovascolare di circa il dieci per cento alla fine dell'intervento. Più in particolare, entrambi i gruppi hanno anche migliorato le prestazioni di memoria e hanno mostrato una maggiore efficienza neurale mentre erano impegnati in attività di recupero dei ricordi.


La buona notizia è che questi risultati sono stati ottenuti con una dose di esercizio fisico coerente con le raccomandazioni sull'attività fisica degli anziani. Queste linee guida esortano a fare esercizio fisico di intensità moderata (attività che aumenta la frequenza cardiaca e fa sudare, ma non è così faticoso da impedire di conversare, mentre lo si fa) quasi tutti i giorni per un totale settimanale di 150 minuti.

 

Misurare l'impatto dell'esercizio sulla salute del cervello e sulla memoria

Uno dei primi sintomi osservabili dell'Alzheimer è l'incapacità di ricordare i nomi familiari. Smith e colleghi hanno chiesto ai partecipanti dello studio di identificare nomi famosi e ne hanno misurato l'attivazione cerebrale mentre erano impegnati a riconoscere correttamente un nome; per esempio, Frank Sinatra, o altre celebrità ben note agli anziani nati negli anni '30 e '40. "Il compito ci dà la capacità di vedere ciò che accade nel cervello quando c'è una prestazione di memoria corretta", spiega Smith.


Sono stati eseguiti test e scansioni prima e dopo l'intervento dell'esercizio per 12 settimane. Le scansioni cerebrali eseguite dopo l'intervento di esercizio mostrano una significativa riduzione dell'intensità di attivazione cerebrale in undici regioni del cervello, mentre i partecipanti identificavano correttamente i nomi famosi. Le regioni del cervello con migliore efficienza corrispondevano a quelle coinvolte nella patologia di Alzheimer, compresa la regione precuneus, il lobo temporale, e il giro paraippocampale.


L'intervento di esercizio fisico è efficace anche per migliorare il richiamo delle parole tramite un "compito con lista di apprendimento": una lista di 15 parole viene letta alle persone e si chiede loro di ricordare e ripetere quante più parole possibile in cinque tentativi consecutivi, e si ripete l'attività, dopo una distrazione, con un altro elenco di parole.


"Le persone con MCI hanno una riduzione molto sensibile nella funzionalità della memoria, e quindi migliorarne il richiamo è un grande passo nella giusta direzione"
, afferma Smith, i risultati del cui studio suggeriscono che l'esercizio fisico può ridurre la necessità di sovra-attivazione del cervello per ricordare correttamente qualcosa. Questa è una notizia incoraggiante per coloro che sono alla ricerca di qualcosa da fare per aiutarsi a preservare le funzioni cerebrali.


Il dottor Smith ha nei piani uno studio più ampio, che preveda più partecipanti, compresi coloro che sono sani ma hanno un rischio genetico per l'Alzheimer, e di seguirli per un periodo di tempo più lungo con l'esercizio fisico, in confronto ad altri tipi di trattamenti. Lui e il suo team sperano di saperne di più circa l'effetto dell'esercizio fisico sulla funzione del cervello e delle sue possibiltà di ritardo dell'insorgenza o della progressione dell'Alzheimer.

 

 

 

 

 


Fonte: University of Maryland.

Riferimento: J. Carson Smith, Kristy A. Nielson, Piero Antuono, Jeri-Annette Lyons, Ryan J. Hanson, Alissa M. Butts, Nathan C. Hantke, Matthew D. Verber. Semantic Memory Functional MRI and Cognitive Function After Exercise Intervention in Mild Cognitive Impairment. Journal of Alzheimer’s Disease, 2013 (in press)

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.