Una nuova ricerca uscita dalla School of Public Health della University of Maryland dimostra che l'esercizio fisico può migliorare la funzione cognitiva nei soggetti a rischio di Alzheimer, migliorando l'efficienza delle attività del cervello associate alla memoria.
La perdita di memoria che porta all'Alzheimer è una delle più grandi paure degli anziani americani. Mentre una certa perdita di memoria è normale e prevedibile con l'età, una diagnosi di decadimento cognitivo lieve (MCI) segnala una perdita di memoria più consistente e un rischio maggiore di Alzheimer, per il quale non c'è attualmente alcuna cura.
Lo studio, condotto dal Dr. J. Carson Smith, professore assistente del Dipartimento di Kinesiologia, offre nuova speranza a quelli che ricevono una diagnosi di MCI. E' il primo a dimostrare che un intervento di esercizi fisici negli anziani con decadimento cognitivo lieve (età media 78 anni) migliora non solo il richiamo dei ricordi, ma anche la funzione del cervello, come misurato dal neuroimaging funzionale (tramite fMRI). I risultati sono pubblicati sul Journal of Alzheimer.
"Abbiamo scoperto che, dopo 12 settimane di un programma di esercizio fisico moderato, si migliora l'efficienza neurale; in sostanza si usano meno risorse neurali per eseguire lo stesso compito di memoria", dice il Dott. Smith. "Nessuno studio ha dimostrato che un farmaco può fare quello che abbiamo mostrato essere possibile con l'esercizio fisico".
Attività giornaliera consigliata: buona per il corpo, buona per il cervello
La buona notizia è che questi risultati sono stati ottenuti con una dose di esercizio fisico coerente con le raccomandazioni sull'attività fisica degli anziani. Queste linee guida esortano a fare esercizio fisico di intensità moderata (attività che aumenta la frequenza cardiaca e fa sudare, ma non è così faticoso da impedire di conversare, mentre lo si fa) quasi tutti i giorni per un totale settimanale di 150 minuti.
Misurare l'impatto dell'esercizio sulla salute del cervello e sulla memoria
Uno dei primi sintomi osservabili dell'Alzheimer è l'incapacità di ricordare i nomi familiari. Smith e colleghi hanno chiesto ai partecipanti dello studio di identificare nomi famosi e ne hanno misurato l'attivazione cerebrale mentre erano impegnati a riconoscere correttamente un nome; per esempio, Frank Sinatra, o altre celebrità ben note agli anziani nati negli anni '30 e '40. "Il compito ci dà la capacità di vedere ciò che accade nel cervello quando c'è una prestazione di memoria corretta", spiega Smith.
Sono stati eseguiti test e scansioni prima e dopo l'intervento dell'esercizio per 12 settimane. Le scansioni cerebrali eseguite dopo l'intervento di esercizio mostrano una significativa riduzione dell'intensità di attivazione cerebrale in undici regioni del cervello, mentre i partecipanti identificavano correttamente i nomi famosi. Le regioni del cervello con migliore efficienza corrispondevano a quelle coinvolte nella patologia di Alzheimer, compresa la regione precuneus, il lobo temporale, e il giro paraippocampale.
L'intervento di esercizio fisico è efficace anche per migliorare il richiamo delle parole tramite un "compito con lista di apprendimento": una lista di 15 parole viene letta alle persone e si chiede loro di ricordare e ripetere quante più parole possibile in cinque tentativi consecutivi, e si ripete l'attività, dopo una distrazione, con un altro elenco di parole.
"Le persone con MCI hanno una riduzione molto sensibile nella funzionalità della memoria, e quindi migliorarne il richiamo è un grande passo nella giusta direzione", afferma Smith, i risultati del cui studio suggeriscono che l'esercizio fisico può ridurre la necessità di sovra-attivazione del cervello per ricordare correttamente qualcosa. Questa è una notizia incoraggiante per coloro che sono alla ricerca di qualcosa da fare per aiutarsi a preservare le funzioni cerebrali.
Il dottor Smith ha nei piani uno studio più ampio, che preveda più partecipanti, compresi coloro che sono sani ma hanno un rischio genetico per l'Alzheimer, e di seguirli per un periodo di tempo più lungo con l'esercizio fisico, in confronto ad altri tipi di trattamenti. Lui e il suo team sperano di saperne di più circa l'effetto dell'esercizio fisico sulla funzione del cervello e delle sue possibiltà di ritardo dell'insorgenza o della progressione dell'Alzheimer.
Fonte: University of Maryland.
Riferimento: J. Carson Smith, Kristy A. Nielson, Piero Antuono, Jeri-Annette Lyons, Ryan J. Hanson, Alissa M. Butts, Nathan C. Hantke, Matthew D. Verber. Semantic Memory Functional MRI and Cognitive Function After Exercise Intervention in Mild Cognitive Impairment. Journal of Alzheimer’s Disease, 2013 (in press)
Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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