Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'anello mancante nella segnalazione che contribuisce alla neurodegenerazione

In molte malattie neurodegenerative i neuroni del cervello sono sovra-stimolati e questo porta alla loro distruzione. Dopo molti tentativi falliti e molto scetticismo, l'anno scorso si è finalmente dimostrato che questo processo può essere una possibile base per il trattamento in alcuni pazienti con ictus. Ma si conoscono ben pochi obiettivi per farmaci che bloccano questo processo.

In un nuovo studio molto dettagliato, dei ricercatori hanno scoperto un collegamento che in precedenza mancava tra l'eccesso di stimolazione e la distruzione del tessuto cerebrale, e dimostrano che questo potrebbe essere un bersaglio per futuri farmaci.


La ricerca, guidata dall'AI Virtanen Institute dell'Università della Finlandia Orientale (foto sopra), in collaborazione con ricercatori del Lausanne University Hospital, dell'Università di Losanna e della società Xigen Pharma AG, è stato pubblicato sul Journal of Neuroscience.


Qual è questo anello mancante? Sappiamo da anni che i neuroni sovra-stimolati producono molecole di ossido nitrico. Anche se questo può attivare un segnale per la distruzione delle cellule, la piccola quantità di ossido di azoto prodotta non può da sola spiegare il danno al cervello.


Il gruppo dimostra ora che una proteina chiamata NOS1AP collega l'ossido di azoto prodotto al danno che ne risulta. La NOS1AP lega un iniziatore della distruzione cellulare chiamato MKK3 e si sposta anche all'interno della cellula, alla fonte dell'ossido di azoto, quando le cellule sono sovra-attivate. La posizione di queste proteine ​​nelle cellule le induce a convertire il segnale di sovrastimolazione in una risposta di distruzione cellulare.


Il team ha progettato una sostanza chimica che impedisce alla NOS1AP di vincolarsi alla fonte di ossido nitrico. Questo riduce la risposta di distruzione cellulare nelle cellule del cervello e di conseguenza limita le lesioni cerebrali nei roditori.


Questa ricerca traslazionale è stata finanziata principalmente dalla Accademia di Finlandia, dall'Unione Europea e dall'Università della Finlandia Orientale e ha usato i servizi di imaging ad alto rendimento recentemente sviluppato all'AI Virtanen Institute. I ricercatori sperano che, continuando nel loro lavoro, potranno scoprire migliori trattamenti per le malattie come l'ictus, l'epilessia e le patologie croniche come l'Alzheimer.


Poichè la NOS1AP è associata alla schizofrenia, al diabete e alla morte cardiaca improvvisa, la ricerca futura in questo settore può aiutare il trattamento di una vasta gamma di malattie.

 

 

 

 

 


Fonte: University of Eastern Finland.

Riferimento: L.-L. Li, V. Ginet, X. Liu, O. Vergun, M. Tuittila, M. Mathieu, C. Bonny, J. Puyal, AC Truttmann, MJ Courtney. The nNOS-p38MAPK Pathway Is Mediated by NOS1AP during Neuronal Death. Journal of Neuroscience, 2013; 33 (19): 8185 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.4578-12.2013.

Pubblicato in Science Daily il 8 Maggio 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)