Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il sonno migliora la memoria nelle persone con Parkinson

Ricercatori hanno dimostrato che le persone con malattia di Parkinson hanno ottenuto risultati nettamente migliori su un test di memoria di lavoro, dopo una notte di sonno e che i disturbi del sonno possono interferire con tale prestazione.

Anche se i classici sintomi del Parkinson includono tremori e movimenti lenti, la malattia può colpire anche la memoria, compresa la "memoria di lavoro", la capacità di memorizzare temporaneamente e manipolare le informazioni, piuttosto che ripeterle semplicemente. L'utilizzo della memoria di lavoro è importante per la pianificazione, risolvere i problemi e per vivere indipendentemente.


I risultati sottolineano l'importanza dell'affrontare i disturbi del sonno nel prendersi cura dei pazienti con Parkinson, e indicano che la loro capacità di memoria può essere potenzialmente migliorata con l'allenamento. I risultati, che hanno anche implicazioni per la biologia del sonno e della memoria, sono stati pubblicati questa settimana sulla rivista Brain. "Si sapeva già che il sonno è utile per la memoria, ma qui, siamo stati in grado di analizzare quali aspetti del sonno sono necessari per migliorare le prestazioni della memoria di lavoro", dice Michael Scullin (foto), postdottorato e primo autore dello studio. L'autore senior è Bliwise Donald, professore di neurologia alla School of Medicine della Emory University.


L'incremento delle prestazioni dal sonno era collegato alla quantità di sonno ad onde lente, la fase del sonno più profondo. Diversi gruppi di ricerca hanno riferito che il sonno ad onde lente è importante per la plasticità sinaptica, la capacità delle cellule cerebrali di riorganizzare ed effettuare nuove connessioni. L'apnea del sonno, l'interruzione del sonno causato da ostruzione delle vie aeree, interferisce con gli effetti del sonno sulla memoria. I partecipanti allo studio che hanno mostrato segni di apnea del sonno, se era abbastanza grave da ridurre i livelli di ossigeno nel sangue per più di cinque minuti, non ha visto un incremento dei risultati del test sulla memoria di lavoro.


In questo studio, i partecipanti hanno fatto un "test di elenco di numeri", in cui hanno dovuto ripetere una lista di numeri in avanti e indietro. Il test è stato condotto in modo crescente: l'elenco si allunga gradualmente fino a quando qualcuno fa un errore. I partecipanti hanno fatto il test otto volte in 48 ore, quattro durante il primo giorno e quattro nel secondo. Tra uno e l'altro dormivano. Ripetere i numeri nella sequenza originale è un test di memoria a breve termine, mentre ripetere i numeri in ordine inverso è un test di memoria di lavoro. "Ripetere la lista in ordine inverso richiede un certo sforzo per manipolare i numeri, non li fa uscire solo ancora", dice Scullin. "E' anche un test puramente verbale, il che è importante quando si lavora con una popolazione che può avere difficoltà motorie".


54 partecipanti allo studio avevano il Parkinson, e 10 avevano la demenza con corpi di Lewy: una condizione più avanzata, in cui i pazienti possono avere allucinazioni o cognizione fluttuante come pure sintomi motori. Quelli con demenza con corpi di Lewy non hanno avuto alcun incremento nella memoria di lavoro dal riposo notturno. Come previsto, il loro livello basale di prestazione è stato inferiore a quello del gruppo con Parkinson. I partecipanti con Parkinson che assumevano i farmaci che incrementano la dopamina hanno visto la loro performance al test dell'elenco di numeri salire tra la quarta e la quinta prova. In media, riuscivano a ricordare un numero in più all'indietro. La capacità di ripetere numeri all'indietro è migliorata, anche se la capacità di ripetere numeri in avanti no.


I pazienti dovevano prendere farmaci che incrementano la dopamina per vedere più vantaggi nelle prestazioni dal sonno. I pazienti che non assumevano farmaci pro-dopamina, anche se avevano avuto il Parkinson per meno tempo in generale, non hanno sperimentato lo stesso miglioramento nelle prestazioni. Questo può riflettere un ruolo della dopamina, un neurotrasmettitore importante della memoria.


Scullin e Bliwise stanno progettando uno studio esteso su sonno e memoria di lavoro, in soggetti sani anziani e pazienti con malattie neurodegenerative. "Molte persone anziane sperimentano una diminuzione della quantità di sonno ad onde lente, e questo può dare un contributo significativo alle difficoltà di memoria di lavoro", dice Scullin.


La ricerca è stata finanziata dal National Institute of Neurological Disorder and Stroke (R01 NS050595) e dal National Institute of Aging (F32 AG041543).

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della Emory University. Articolo originale scritto da Quinn Eastman.

Riferimento:
MK Scullin, LM Trotti, AG Wilson, SA Greer, DL Bliwise. Nocturnal sleep enhances working memory training in Parkinson's disease but not Lewy body dementia. Brain, 2012; DOI: 10.1093/brain/aws192.

Pubblicato in ScienceDaily il 21 Agosto 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)