I pazienti anziani sottoposti a chirurgia cardiaca spesso sperimentano alterazioni della funzione cognitiva, come ad esempio problemi di memoria o incapacità di concentrarsi, nei giorni immediatamente successivi l'operazione.
Questi cambiamenti sono di solito temporanei ma, per ragioni sconosciute, un numero significativo di pazienti cardiaci incorre in problemi cognitivi per lungo tempo, fino a un anno dopo l'intervento.
Ora, una nuova ricerca pubblicata nel numero del 5 luglio di The New England Journal of Medicine (NEJM), stabilisce un nesso tra il delirio post-operatorio e la perdita prolungata della funzione cognitiva nei pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca. I risultati dello studio, condotto da ricercatori della University of Massachusetts Medical School, del Beth Israel Deaconess Medical Center e del Centro invecchiamento cerebrale della Hebrew SeniorLife, suggeriscono che le azioni per prevenire il delirio prima di un intervento chirurgico potrebbero aiutare i pazienti cardiaci ad evitare conseguenze cognitive a lungo termine.
Il delirium, uno stato confusionale che può sviluppare successive malattie, infezioni o interventi chirurgici, è una delle complicanze più comuni nei pazienti ospedalizzati di età superiore ai 65 anni. "Le nostre scoperte suggeriscono ora che il delirio post-operatorio, una volta considerato malattia acuta, disturbo cognitivo transitorio, può avere effetti a lungo termine sulla funzione cognitiva nei pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca", ha detto il co-autore principale Jane Saczynski, PhD, assistente professore di medicina alla Medical School della University of Massachusetts.
Anche se il delirio è stato studiato abbastanza estesamente in altre popolazioni di pazienti, compresi pazienti di medicina generale e chirurgica e pazienti sottoposti a chirurgia ortopedica, pochi studi sul delirio sono mirati sui pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca. "Con l'invecchiamento della popolazione di pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca e l'aumento della sopravvivenza dopo l'intervento chirurgico, i medici ed i pazienti sono sempre più interessati ai fattori associati alla qualità della vita, compreso lo stato cognitivo, come uno degli esiti principali della chirurgia", scrivono gli autori. "Non era chiaro finora se il delirio post-operatorio fosse associato ad una prolungata disfunzione cognitiva".
I ricercatori hanno seguito 225 pazienti, da 60 a 90 anni, che sono stati sottoposti sia a intervento chirurgico di innesto di bypass coronarico (CABG) che di sostituzione di valvola del cuore al Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC), al UMass Memorial Medical Center di Boston o al VA Medical Center, per un anno dopo l'intervento, valutando in loro sia il delirio che il deterioramento cognitivo.
"Uno dei veri punti di forza del nostro studio è che abbiamo valutato la funzione cognitiva dei pazienti prima dell'intervento e una media di cinque volte durante l'anno dopo l'intervento chirurgico", ha detto il co-autore principale Edward Marcantonio, MD, capo sezione per la ricerca nella divisione di General Medicine and Primary Care del BIDMC e professore di medicina alla Harvard Medical School. "Le precedenti ricerche avevano mostrato un'associazione tra delirio post-operatorio e declino funzionale nelle attività della vita quotidiana [come la cura della persona e vestire, guidare, fare shopping, preparare i pasti e gestire farmaci e finanze.] Ma, che ci crediate o no, l'unica cosa che è sempre stata incerta è l'associazione tra delirio e difficoltà cognitive a lungo termine. Questo studio ci ha permesso di modellare accuratamente il corso della funzione cognitiva e di confrontare il tasso di recupero tra i pazienti con e senza delirio post-operatorio".
I risultati hanno mostrato che, rispetto ai pazienti che non hanno sviluppato delirio, i 103 pazienti che hanno sviluppato delirio dopo la chirurgia cardiaca (46 per cento del totale) hanno subito un calo più significativo della performance cognitiva immediatamente dopo l'intervento chirurgico, come determinato dal Mini-Mental State Examination (MMSE). Ci hanno messo molto più tempo per recuperare il loro livello di funzionalità pre-chirurgica rispetto ai pazienti che non hanno sviluppato delirio. Per esempio, cinque giorni dopo l'intervento chirurgico, quasi la metà di coloro che non hanno sviluppato delirio erano tornati ai livelli di funzione pre-operatori, mentre meno del 20 per cento di coloro che hanno sviluppato delirio erano tornati ai valori pre-operatori; sei mesi dopo intervento chirurgico, più di tre quarti di coloro che non avevano sperimentato delirio avevano recuperato cognitivamente rispetto al 60 per cento solo di quelli con delirio.
Anche se i pazienti che hanno sviluppato delirio ci hanno messo più tempo per recuperare i loro livelli di performance cognitiva pre-operatori, hanno continuato a migliorare nelle settimane e nei mesi dopo l'intervento chirurgico. Le prestazioni cognitive hanno raggiunto livelli pre-operazione e si sono stabilizzati un mese dopo l'intervento chirurgico nei pazienti che non hanno sviluppato delirio, ma hanno continuato a migliorare fino a sei mesi dopo l'intervento chirurgico nei pazienti con delirio. Questi risultati suggeriscono che può dare notevoli benefici identificare i pazienti ad alto rischio di delirium prima dell'intervento chirurgico e promuovere l'uso di azioni per prevenire il delirio in pazienti di chirurgia cardiaca. Potrebbero migliorare il tasso di recupero delle abilità cognitive e migliorare il recupero funzionale dopo l'intervento.
Ulteriori screening cognitivi al momento della dimissione possono inoltre identificare i pazienti che necessitano di una controllo post-operatorio più stretto, o di assistenza transitoria su misura per migliorare il ritorno delle funzioni cognitive. "Poiché i pazienti che soffrono di delirio continuano a mostrare un miglioramento nella funzione cognitiva sei mesi dopo l'intervento chirurgico, estendere i servizi di riabilitazione aggiuntivi per questi pazienti può significare benefici aggiuntivi", ha detto il co-autore senior Richard N. Jones, SCD, direttore di salute mentale e invecchiamento all'Hebrew SeniorLife e assistente professore di medicina alla Harvard Medical School.
"I risultati di questo studio sottolineano l'importanza clinica della identificazione del delirio e del potenziale degli interventi preventivi come l'Hospital Elder Life Program [HELP]", ha detto il co-autore senior Sharon K. Inouye, MD, MPH, direttore dell'Aging Brain Center alla Hebrew SeniorLife e professore di medicina alla Harvard Medical School. "Anche se è possibile identificare i pazienti con alto rischio di sviluppo di delirio ed esistono interventi di prevenzione del delirio, questi interventi non sono ancora stati verificati nei pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca. Devono essere studiati nuovi sviluppi e collaudi di tali interventi in questa popolazione di pazienti per valutare con precisione i benefici potenziali per i pazienti cardiaci".
"Più di mezzo milione di operazioni al cuore vengono eseguite ogni anno", ha detto Marcantonio. "I nostri risultati forniscono importanti informazioni che potrebbero aiutare i medici a progettare interventi per migliorare gli esiti degli anziani sottoposti a chirurgia cardiaca".
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Fonte: Materiale della University of Massachusetts Medical School, via EurekAlert!, a service of AAAS.
Riferimento: Jane S. Saczynski, Edward R. Marcantonio, Lien Quach, Tamara G. Fong, Alden Gross, Sharon K. Inouye, Richard N. Jones. Cognitive Trajectories after Postoperative Delirium. New England Journal of Medicine, 2012; 367 (1): 30 DOI: 10.1056/NEJMoa1112923.
Pubblicato in ScienceDaily il 5 Luglio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari. - Interpretazione sull'elettrocardiogramma della stretta relazione cuore-cervello (Image credit: ©Pasieka/Photo Researchers, Inc.)
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