Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Orienteering: combattere la demenza aiutando il cervello

Lo sport dell'orienteering (=orientamento), che combina l'esercizio con una navigazione impegnativa, può essere migliore per il cervello del solo esercizio fisico, secondo una nuova ricerca di chinesiologi della McMaster University di Hamilton / Ontario (Canada).


In effetti, più vigoroso è l'orienteering, maggiori sono i benefici, che potrebbero essere usati per combattere il declino cognitivo, la demenza e malattie catastrofiche come il morbo di Alzheimer (MA). Lo studio, il seguito di una ricerca pubblicata nel 2023, ha esaminato gli effetti cognitivi dell'orienteering a diversi livelli di intensità.


"È rimarchevole che anche singole sessioni di orienteering abbiano migliorato la memoria spaziale nei nostri partecipanti allo studio"
, afferma la prima autrice Emma Waddington, laureata del Dipartimento di Chinesiologia della McMaster, che ha eseguito il lavoro con colleghi della Western University. "Ciò suggerisce che partecipare all'orienteering, anche di rado, potrebbe migliorare le capacità spaziali, con il potenziale di ritardare il declino dell'invecchiamento".


I ricercatori si sono concentrati sull'orienteering perché richiede agli atleti di navigare rapidamente tra una serie di punti di controllo su un terreno sconosciuto, usando solo una mappa e una bussola. Con attenzione e deduzione, quelli che si impegnano in questo sport usano informazioni spaziali per prendere decisioni rapide mentre si muovono nel percorso.


Questa forma di navigazione impiega l'ippocampo, un'area del cervello più suscettibile di altre al declino legato all'età. La degenerazione in questa regione può compromettere l'apprendimento, la memoria e la cognizione spaziale.


Per lo studio, pubblicato da poco su PLOS One, gruppi di giovani adulti attivi e sani senza esperienza di orienteering si sono mossi in un percorso del campus della McMaster, alcuni camminando e altri correndo. Un gruppo di controllo si esercitava vigorosamente senza dover navigare.


I ricercatori hanno misurato nei campioni di sangue i livelli di lattato dei partecipanti, un indicatore dell'intensità dell'esercizio, e il fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF) che promuove la plasticità cerebrale. Hanno testato le prestazioni della memoria prima e dopo le sessioni.


I ricercatori hanno scoperto che correre ha aumentato il lattato, il BDNF e la memoria in misura maggiore rispetto al cammino, con particolari vantaggi per la memoria spaziale di coloro che corrono durante l'orienteering. Perdere la capacità di trovare la propria strada è tra i primi e più comuni sintomi del MA, e colpisce la metà di tutti gli individui afflitti, anche nella fase più lieve della malattia.


"In mancanza di una qualsiasi cura nota per la demenza, sono essenziali misure preventive che possono aiutare a evitare il declino cognitivo legato all'età", afferma Jennifer Heisz, docente di ricerca in salute mentale e invecchiamento alla McMaster University, che ha supervisionato la ricerca.


La dipendenza moderna da veicoli con navigazione guidata dal GPS può implicare che la maggior parte delle persone non usa le proprie capacità di orientamento, portando probabilmente a deficit di memoria spaziale e a una riduzione del senso di direzione, tutte capacità che l'orientamento potrebbe rilanciare, dice la Heisz.


Esplorare gli effetti a lungo termine dell'orienteering sulla cognizione umana e in diverse fasce di età è un'area importante per studi futuri, affermano i ricercatori.

 

 

 


Fonte: Michelle Donovan in McMaster University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: EE Waddington, [+5], JJ Heisz. Orienteering combines vigorous-intensity exercise with navigation to improve human cognition and increase brain-derived neurotrophic factor. PLOS One, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.