Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Più casi di Alzheimer sono donne, ma un enzima cerebrale specifico potrebbe proteggerle

La forma più comune di demenza, il morbo di Alzheimer (MA), è una condizione progressiva, limitante della vita, neurodegenerativa, che nel tempo danneggia e distrugge parti del sistema nervoso, in particolare nel cervello. Le donne hanno più probabilità di esserne colpite, rappresentando i due terzi dei pazienti. Non è ancora chiaro il motivo di questo maggiore rischio, ma sembra esserci un legame con la menopausa.

La nostra ultima ricerca ha esaminato questo collegamento e suggerisce che l'attivazione di una proteina cerebrale chiamata CYP46A1, usando un farmaco anti-HIV, potrebbe aiutare a proteggere le donne dallo sviluppo della malattia.

La menopausa, a cui di solito le donne passano tra i 45 e i 55 anni, è causata dalla perdita di estrogeni, un ormone essenziale per mantenere la salute del cervello, nonché le capacità di apprendimento e memoria. La menopausa precoce, con insorgenza prima di 45 anni, è un fattore di rischio per la perdita di memoria e per lo sviluppo del MA più avanti nella vita.

La ricerca suggerisce che le donne con menopausa precoce, che in seguito avranno il MA, hanno livelli più elevati della proteina tau nel cervello, un segno distintivo della malattia. La tau stabilizza i neuroni, le cellule nervose che inviano messaggi in tutto il corpo per permetterti di respirare, parlare, mangiare, camminare, pensare e tutto il resto. Nelle persone con MA, la tau ha formato grovigli tossici, che contribuiscono al deterioramento delle funzioni cerebrali e alla perdita di memoria.

 

Attivazione della proteina cerebrale CYP46A1

Il nostro studio mostra che l'attivazione di una proteina cerebrale CYP46A1 potrebbe proteggere le donne dallo sviluppo del MA. La funzione principale di questa proteina nel cervello è sbarazzarsi del colesterolo in eccesso trasformandolo in un prodotto di colesterolo chiamato 24S-idrossicolesterolo (24SOH).

Quando aumentano i livelli della CYP46A1 nel cervello dei topi, con conseguente aumento della produzione di 24SOH, le femmine presentano neuroni più sani e una maggiore attività degli estrogeni nell'ippocampo, la regione del cervello essenziale per la memoria.

Le femmine di topo con livelli alti di CYP46A1 hanno mostrato capacità migliori di memoria. Proprio come gli umani, quando i topi invecchiano la loro memoria peggiora rispetto ai topi giovani, e lo stesso vale per i topi in menopausa rispetto ai topi non in menopausa.

L'attivazione della CYP46A1 contrasta la perdita di memoria sia durante l'invecchiamento che durante la menopausa, ma solo nei topi femmina. Nei topi maschio, l'attivazione della CYP46A1 ha portato invece a peggiorare la memoria e l'accumulo dell'ormone maschile di-idro-testosterone nel cervello.

Per capire meglio perché la proteina CYP46A1 ha effetti diversi nei topi maschio e femmina, abbiamo allevato neuroni in coltura (su piastre di plastica in laboratorio) e li abbiamo trattati con il prodotto della CYP46A1, il 24SOH. In questi neuroni, il 24SOH ha aumentato l'attività ormonale, in particolare gli estrogeni.

Abbiamo scoperto che l'aumento dell'attività degli estrogeni sviluppa neuroni più sani e migliori, spiegando gli effetti protettivi dell'ormone nei topi femmina. Tuttavia, i topi maschio non hanno tratto benefici allo stesso modo perché alti livelli di diidrotestosterone hanno bloccato gli effetti positivi degli estrogeni.

I risultati sui topi sono stati confermati da studi su persone con MA. Nello studio umano, il 24SOH è stato misurato nel liquido cerebrospinale (liquido intorno al cervello e al midollo spinale) dei pazienti dell'Ospedale Karolinska, in Svezia. Livelli più elevati di 24SOH corrispondevano a livelli più bassi di marcatori patologici di MA come la tau, ma solo nelle donne.

Ciò suggerisce che il possibile effetto protettivo dal MA derivante da livelli alti di CYP46A1 e 24SOH vale esclusivamente per le donne.

 

Farmaco anti-HIV utile per l'Alzheimer

Una ricerca precedente aveva dimostrato che la CYP46A1 può essere attivata da basse dosi del farmaco anti-HIV commerciale Efavirenz, che quindi è stato proposto come terapia di MA, perché gli studi di laboratorio hanno mostrato effetti benefici contro le placche tau e amiloide (raggruppamenti delle proteine, che interrompono la funzione cellulare), presenti nel cervello delle persone con MA.

Ma i risultati del nostro studio suggeriscono effetti diversi tra uomini e donne dell'attivazione della CYP46A1, con benefici solo nelle donne. Gli attivatori della CYP46A1 come Efavirenz possono offrire un nuovo approccio terapeutico per promuovere la protezione cerebrale mediata da estrogeni nelle donne a rischio di MA, ad esempio quelle con menopausa precoce.

Questo approccio è diverso dalle terapie di sostituzione ormonale (TOS), che finora hanno prodotto risultati variabili. L'uso della TOS sembra ridurre il rischio che le donne sviluppino il MA, ma solo se somministrato al momento dei sintomi della menopausa. Sembra non esserci alcun effetto protettivo se somministrato dopo la menopausa, e la TOS è controversa dopo essere stata legata a un rischio maggiore di cancro.

Le nuove possibilità di aumentare l'attività degli estrogeni nel cervello delle donne, quindi, sono benvenute e hanno il potenziale per diventare terapia preventiva contro le devastanti malattie neurodegenerative come il MA.

 

 

 


Fonte: Silvia Maioli, specialista di ricerca senior e prof.ssa associata di neurobiologia al Karolinska Institutet

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.