Il fallimento dell'istruzione è una preoccupazione globale, che include tassi alti di abbandono, livelli bassi di alfabetizzazione, accesso inadeguato all'istruzione di qualità e disparità nelle opportunità educative. Questo problema è più grave nei paesi in via di sviluppo con meno risorse economiche e investimenti limitati in programmi di istruzione.
Tuttavia, nei paesi sviluppati, queste questioni esistono anche a causa di un accesso disuguale all'istruzione o alla mancanza di supporto sufficiente per gli studenti in difficoltà. In queste comunità, la prevalenza dell'obesità tra bambini, adolescenti e giovani individui sta aumentando a causa di uno stile di vita sedentario e un consumo elevato di fast food (cibo spazzatura) e alimenti altamente trasformati.
È plausibile pensare che chi sia una correlazione tra questi due fenomeni sociali?
L'obesità è un grosso problema in tutto il mondo
Centomila anni fa, i cacciatori-raccoglitori, a differenza delle persone di oggi, non erano in grado di consumare abbastanza cibo più volte al giorno. Potevano mangiare quantità limitate di radici, cereali e piccoli animali, specialmente in ambienti impegnativi e condizioni meteorologiche gravi. Il loro corpo doveva essere in grado di conservare più calorie come grassi per fornire energia durante i periodi di scarsità di cibo.
Noi umani moderni abbiamo ereditato geni e sistemi metabolici simili a quelli dei nostri antenati, però consumiamo più pasti al giorno. Conserviamo il tessuto adiposo per tempi che normalmente non arrivano mai; pertanto, l'obesità è diventata un problema nella società di oggi.
L'obesità grava in modo significativo sui sistemi sanitari di oggi. La World Obesity Federation (Federazione Mondiale Obesità) prevede che nel 2020 circa 770 milioni di adulti in tutto il mondo erano obesi. Se non c'è alcuna azione, questo numero dovrebbe superare il miliardo nel 2030.
L'obesità è associata a diverse malattie, che comprendono ipercolesterolemia, ipertensione, malattia coronarica, diabete e alcuni tipi di cancro. Ma spesso si trascura l'impatto dell'obesità sulla funzione cognitiva e sulla memoria: ricerche recenti hanno dimostrato che l'obesità può avere un ruolo significativo nel declino delle funzioni cognitive e della memoria.
L'obesità ha effetti deleteri sull'apprendimento e sulla memoria
Molti medici credono che i problemi psichiatrici siano separati dalle malattie fisiche. Questo in genere nasce da vecchie credenze sulla separazione tra corpo e cervello. Però è sbagliato pensare che le malattie legate al corpo non abbiano alcun effetto sulle funzioni cognitive e sulla mente.
La connessione tra metabolismo e memoria è complessa, in particolare in relazione a obesità, diabete e demenza. Secondo uno studio [rif.1], le adipochine rilasciate dal tessuto adiposo (una forma di grasso) degli individui sani hanno impatti fisiologici significativi sulle funzioni cerebrali. Tuttavia, negli individui obesi, le chemochine infiammatorie provenienti dal tessuto adiposo distruggono la plasticità sinaptica e la neurogenesi nell'ippocampo, attraversando la barriera emato-encefalica.
Una ricerca pubblicata nel 2020 ha mostrato che l'obesità è correlata alla compromissione della memoria a breve termine che deriva dall'alterazione del metabolismo degli aminoacidi aromatici da parte del microbioma intestinale [rif.2]. Questo studio ha dimostrato che ci sono differenze nella memoria di lavoro, in quella a breve termine e nelle dimensioni dell'ippocampo e delle regioni frontali del cervello tra individui con e senza obesità.
Ha trovato una correlazione coerente tra i livelli di aminoacidi aromatici, i loro sottoprodotti da rottura, i composti derivati dalle verdure sia nel plasma che nelle feci, e nella memoria di lavoro e a breve termine per un periodo di tempo. Inoltre, i topi hanno registrato un declino dei punteggi di memoria dopo aver ricevuto un trapianto di microbiota da persone obese.
Uno studio eseguito all'Università dell'Alabama di Birmingham ha scoperto che l'obesità influisce negativamente sulla memoria attraverso un meccanismo che coinvolge la disregolazione neuroepigenetica della Sirt1, una proteina coinvolta nella regolazione dell'espressione genica. L'autore ha scoperto che l'obesità cronica modifica l'espressione dei geni legati alla memoria nel cervello attraverso un meccanismo epigenetico che coinvolge la Sirt1 [rif.3].
Tra i meccanismi suggeriti per l'effetto dell'obesità sulla memoria e l'apprendimento, sono stati implicati la disregolazione degli ormoni nel corpo (come insulina e ormoni tiroidei) e l'infiammazione. Questi mediatori infiammatori possono attraversare la barriera emato-encefalica, influenzando la struttura e la funzione di regioni cerebrali specifiche.
Per riassumere, l'evidenza suggerisce che l'obesità può influire negativamente sulla funzione cognitiva e sulla memoria, anche nei bambini il cui cervello si sta ancora sviluppando. La relazione tra obesità e funzione cognitiva coinvolge vari fattori fisiologici e di vita.
È fondamentale che genitori, educatori e professionisti sanitari siano consapevoli delle conseguenze cognitive dell'obesità nei bambini e adottino misure proattive per promuovere abitudini sane e prevenire l'obesità. Ciò include incoraggiare a seguire una dieta equilibrata, fare esercizio fisico regolare e ridurre i comportamenti sedentari.
Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio i meccanismi e i potenziali interventi per affrontare l'impatto dell'obesità sulla funzione cognitiva e sulla memoria. Affrontando l'obesità nei bambini, possiamo migliorare la loro salute fisica e sostenerne sviluppo cognitivo e rendimento scolastico.
Fonte: Hamid Zand PhD, professore di biochimica dell'Università Scienze Mediche di Teheran / Iran
Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti:
- D Shalev et al. Metabolism and Memory: Obesity, Diabetes, and Dementia. Biol Psychiatry, 2017, DOI
- M Arnoriaga-Rodríguez et al. Obesity Impairs Short-Term and Working ... Cell Metabolism, 2020, DOI
- FD Heyward et al. Obesity Weighs down Memory through a Mechanism ... J Neurosci, 2016, DOI
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